Autore Topic: Guerra e sacrificabilità maschile  (Letto 12069 volte)

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Online Paol

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Guerra e sacrificabilità maschile
« il: Gennaio 27, 2023, 14:43:33 pm »
In Ucraina, mentre le donne possono (generalmente ) liberamente espatriare, è in corso una vera e propria caccia agli uomini, che vengono trascinati via dai posti di lavoro, dai rifugi, dalle case. Seguono link ad un canale telegram :



https://t.me/nicolaililin/3291?single

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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #1 il: Gennaio 27, 2023, 17:40:34 pm »
Purtroppo succede, e la strategia militare non tiene in conto le vite umane (ovviamente maschili)
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #2 il: Gennaio 28, 2023, 11:21:32 am »
In Ucraina, mentre le donne possono (generalmente ) liberamente espatriare, è in corso una vera e propria caccia agli uomini, che vengono trascinati via dai posti di lavoro, dai rifugi, dalle case. Seguono link ad un canale telegram :



https://t.me/nicolaililin/3291?single

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Torno a far notare che il governo ucraino è composto per il 79% da uomini, ed aggiungo che si tratta di un paese dell'Est e non dell'Ovest; quindi di un paese "non femminista", stando alle leggende urbane che circolano in ambito momas, riguardo all'Europa dell'Est.
A voi le conclusioni.

----------------

PS: Pure in Russia vengono spediti a crepare in guerra solo ed esclusivamente uomini.
https://www.rainews.it/maratona/2022/09/live-guerra-in-ucraina-la-cronaca-minuto-per-minuto-giorno-213-134c37f6-8822-4854-837c-3d71e729c040.html
Citazione
Putin firma la legge che inasprisce le pene per chi si rifiuta di combattere

Diciamolo.

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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #3 il: Gennaio 28, 2023, 14:13:32 pm »
Di fatto è  il blocco occidentale NATO-UE ( o meglio i suoi burattinai) che fa rastrellare gli uomini in Ucraina, che celebra Zelensky (e il popolo Ucraino) che inasprisce le pene per i renitenti, i disertori etc., l'ONU che ha una branca (UN-Women, che mi dicono abbia fondi enormi, non ho verificato) ma non mi risulta dica una parola sull'oggettiva discriminazione ai danni degli uomini.
Lo stesso Occidente che si indigna per il velo alle donne iraniane pompa la guerra che colpisce, innanzitutto gli uomini.
Al mondo credo che esistano solo tre stati a prevedere il servizio militare obbligatorio per le donne : Svezia, Norvegia e Israele.
Se poi si arrivasse ad una guerra su larga scala e alla mobilitazione dalle nostre parti di sicuro ne sarebbero colpiti solo gli uomini. (per quei due giorni che dureremmo).
In sintesi, quello che voglio evidenziare, non è che l'Ucraina fa crepare gli uomini e la Russia no, ma che la presunta civiltà dell' egalitarismo pompa una macroscopica prassi discriminatoria antimaschile.
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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #4 il: Gennaio 28, 2023, 16:24:50 pm »
Noto una contraddizione:
1. Le donne soldato rovinano l'esercito
2. Le donne dovrebbero fare il servizio di leva per avere parità
Mi risulta anche (fonte Blondet che cita alcuni militari) che la Russia non mandi gli uomini allo sbaraglio come l'Ucraina
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #5 il: Gennaio 28, 2023, 17:31:48 pm »
Noto una contraddizione:
1. Le donne soldato rovinano l'esercito
Il tema delle donne e del militare è cosa che mi interessa da tutta una vita, mi capitava di discuterne dai tempi delle elementari (ora americanizzate in primarie). Penso che sia centrale nella QM, e a trattarla ampiamente scorrerebbero fiumi di e-inchiostro.
Le donne militari,  possono costituire un problema non irrilevante in caso di guerra combattuta con le modalità che stiamo vedendo nella guerra fra Nato e Russia, dato che in gran parte potrebbero riuscire, volendo, a restare incinte in modo da scansare la mobilitazione o il richiamo, soprattutto se si trattasse di  coscritte, salvo poi abortire o anche portare a termine la gravidanza e fruire dei permessi susseguenti. Credo sia successo con le soldate americane nelle varie guerre che gli USA hanno imbastito in giro per il mondo, e si trattava di volontarie, figuriamoci in caso di mobilitate. Poi c'è anche il problema del ciclo mensile. Mi riferiva una donna che aveva fatto il militare (di carriera) in Israele, (uno dei pochi paesi che prevede il militare obbligatorio anche per le donne, ma di durata inferiore) che se le donne si dichiarano "religiose", possono essere esentate, è però una informazione vecchia, non so se sia ancora così. 
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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #6 il: Gennaio 28, 2023, 17:51:42 pm »
Noto una contraddizione:
2. Le donne dovrebbero fare il servizio di leva per avere parità
Certamente sì, quantomeno, dovrebbero essere soggette a un anno di servizio sociale, tipo obiettori di coscienza o servizi nella logistica militare; questo per evitare i problemi che menzionavo nel mio post precedente.
Mi ricordo una volta di aver parlato con una donna svizzera in treno (simpatica, peraltro) che mi disse, con evidente orgoglio, che al referendum per istituire il servizio militare obbligatorio per le donne "noi (chiaramente, noi donne) abbiamo detto no" . 
Resta però questo macroscopico "vulnus" nel trattamento fra donne e uomini, in pratica le donne potrebbero, come poi in parte sta succedendo in giro per il mondo, spedire gli uomini a farsi ammazzare in guerra e loro starsene a casa o espatriare.
Per inciso, se vengono precettati uomini di 50-60 anni, potrebbero esserlo anche le donne dato che non ci sarebbe il rischio di doverle esentare per gravidanze.
Sono peraltro convinto che se arrivassero dall'Ucraina scene di donne trascinate dai poliziotti per mandarle al fronte, sarebbe la volta che non fanno più parlare Zelensky a Sanremo ( e le varie prime ministre, ministre degli esteri etc. smetterebbero di invocare anche 15 anni di guerra). L'unica giustizia sarebbe abolire del tutto e in ogni caso l'obbligatorietà del servizio militare e la mobilitazione forzata.
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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #7 il: Gennaio 28, 2023, 17:58:04 pm »
Noto una contraddizione:
Mi risulta anche (fonte Blondet che cita alcuni militari) che la Russia non mandi gli uomini allo sbaraglio come l'Ucraina
All'inizio la Russia aveva dichiarato di utilizzare solo militari volontari, poi ha effettuato un richiamo, non so quanti  fra questi richiamati fossero ex militari di leva e quanti fossero ex militari di carriera. Hanno stimato in 800 i richiamati (Russi)  caduti finora . Va da sé, però, che in caso di guerra totale e su larga scala la Russia mobiliterebbe, in armi, milioni di uomini, non donne, il "vulnus" sotto questo aspetto, c'è anche lì, come in tutto il pianeta, Italia compresa.
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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #8 il: Gennaio 28, 2023, 18:38:16 pm »
Certamente sì, quantomeno, dovrebbero essere soggette a un anno di servizio sociale, tipo obiettori di coscienza o servizi nella logistica militare; questo per evitare i problemi che menzionavo nel mio post precedente.
Mi ricordo una volta di aver parlato con una donna svizzera in treno (simpatica, peraltro) che mi disse, con evidente orgoglio, che al referendum per istituire il servizio militare obbligatorio per le donne "noi (chiaramente, noi donne) abbiamo detto no" . 
Resta però questo macroscopico "vulnus" nel trattamento fra donne e uomini, in pratica le donne potrebbero, come poi in parte sta succedendo in giro per il mondo, spedire gli uomini a farsi ammazzare in guerra e loro starsene a casa o espatriare.
Per inciso, se vengono precettati uomini di 50-60 anni, potrebbero esserlo anche le donne dato che non ci sarebbe il rischio di doverle esentare per gravidanze.
Sono peraltro convinto che se arrivassero dall'Ucraina scene di donne trascinate dai poliziotti per mandarle al fronte, sarebbe la volta che non fanno più parlare Zelensky a Sanremo ( e le varie prime ministre, ministre degli esteri etc. smetterebbero di invocare anche 15 anni di guerra). L'unica giustizia sarebbe abolire del tutto e in ogni caso l'obbligatorietà del servizio militare e la mobilitazione forzata.
Servizio sociale sì, militare no. Personalmente sono contrario a certe rivendicazioni di spazi maschili, secondo cui le donne dovrebbero fare il primo passo, mantenere gli uomini e anche andare alla guerra. Essere contro la sacrificabilità maschile (sul lavoro o anche in guerra specialmente SENZA nessuna contropartita) è un'ottima cosa se non giunge a posizioni estreme da maschi femminilizzati, in cui l'uomo fa il casalingo, la donna lavora e porta anche l'elmetto.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #9 il: Gennaio 28, 2023, 19:09:37 pm »
All'inizio la Russia aveva dichiarato di utilizzare solo militari volontari, poi ha effettuato un richiamo, non so quanti  fra questi richiamati fossero ex militari di leva e quanti fossero ex militari di carriera. Hanno stimato in 800 i richiamati (Russi)  caduti finora . Va da sé, però, che in caso di guerra totale e su larga scala la Russia mobiliterebbe, in armi, milioni di uomini, non donne, il "vulnus" sotto questo aspetto, c'è anche lì, come in tutto il pianeta, Italia compresa.
Ma chi dovrebbe mobilitare, le donne? O uomini e donne "alla pari"? La guerra non possono combatterla le donne, al massimo possono fare le infermiere. Qualcuno può rispondere che ci sono state aviatrici russe (su vecchi biplani), ma era un fenomeno di nicchia, in trincea le donne sono solo una zavorra, come ha detto anche un militare di carriera qui.
L'articolo di Blondet evidenzia come la tattica dell'esercito russo preveda ritirate strategiche per minimizzare le perdite, mentre gli ucraini mandano la carne maschile da cannone allo sbaraglio. Poi è chiaro, in guerra perdite ci sono da ambo le parti, non è un pranzo di gala.
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« Risposta #10 il: Gennaio 28, 2023, 20:13:40 pm »
Ma chi dovrebbe mobilitare, le donne? O uomini e donne "alla pari"? La guerra non possono combatterla le donne, al massimo possono fare le infermiere.
Ho scritto forse che deve mobilitare le donne?
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« Risposta #11 il: Gennaio 29, 2023, 00:24:36 am »
Ho scritto forse che deve mobilitare le donne?
Non ho capito bene cosa vuoi dire. C'è una guerra, combattuta non per motivi petroliferi o imperialistici ma per la sopravvivenza di una nazione (lascio al lettore decidere quale sia la nazione che rischia davvero la sua sopravvivenza). Cosa deve fare la Russia:
1. Non combattere
2. Chiamare le donne alle armi
3. Chiamare gli uomini russi alle armi
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #12 il: Gennaio 29, 2023, 11:03:02 am »
Su questo topic, a proposito della Russia, ho scritto che, anche se i mobilitati,  (non volontari) attualmente sono relativamente pochi, e di questi i caduti sarebbero, pare, 800, in caso di guerra totale convenzionale con la Nato i mobilitati sarebbero milioni e i coscritti sarebbero sicuramente uomini (perlomeno nelle unità di combattimento);  ho solo enunciato quello che ritengo sia un dato oggettivo. La disparità di trattamento c'è, e qualche tipo di compensazione o rimedio deve esistere, il punto della QM a questo riguardo è, credo, il tema del topic.
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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #13 il: Gennaio 29, 2023, 15:32:35 pm »
Il rimedio sarebbe, a mio parere, garantire tranquillità agli uomini sul versante famiglia (non divorzio) e ovviamente compensare facendo lavorare le donne nelle fabbriche di guerra, nel servizio civile (in caso di bombardamenti, incendi ecc.) come hanno spesso fatto nell'ultima (per ora) guerra, in cui le donne stavano meno a casa di quanto si pensi.
Non che sia contrario a mandare anche le donne a morire in guerra, ma di fatto non sono adatte al combattimento e non solo per ragioni fisiche
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Re:Guerra e sacrificabilità maschile
« Risposta #14 il: Gennaio 30, 2023, 13:07:45 pm »
Il rimedio sarebbe, a mio parere, garantire tranquillità agli uomini sul versante famiglia (non divorzio) e ovviamente compensare facendo lavorare le donne nelle fabbriche di guerra, nel servizio civile (in caso di bombardamenti, incendi ecc.) come hanno spesso fatto nell'ultima (per ora) guerra, in cui le donne stavano meno a casa di quanto si pensi.

Sinceramente, ti dirò,  non mi sembra un granché come compensazione, in pratica, immaginando un uomo di 30 anni sposato e senza figli, questo si troverebbe " cornuto ( mentre al fronte, probabilmente), mazziato ( da cecchini, cannonate, assalti, superiori in grado etc.etc.) e NON cacciato di casa (sempre che ci torni). "  In sostanza il NON essere cacciato di casa sarebbe la compensazione. :mad:
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