Ma io distinguerei il problema in:
Quello che è
Quello che ci piacerebbe sentirci dire
La prospettiva di essere la sola specie con un briciolo di sale in zucca in tutto sto cazz di universo è agghiacciante.
Personalmente quando ero piccolo guardavo trasmissioni che trattavano il tema alieni e ne ero molto spaventato.
Ora ritengo che un alieno, un qualsiasi tipo di alieno renderebbe questa solitudine un po’ meno opprimente.
Alla fine se non esistessero alieni è come se fossimo in uno stato di morte cosciente.
Dentro di me sono sempre stato convinto di una cosa:
La vita non è un fenomeno casuale, tantomeno la coscienza.
Le leggi dell’universo devono prevedere la vita così come prevedono la morte, la nostra scienza tuttavia conosce solo l’entropia e la morte e anche l’esistenza di un batterio stante le nostre conoscenze di matematica, chimica e fisica è incompatibile con esse.
Del tutto.
Molecole giganti come le proteine con meccanismi di riproduzione non hanno alcuna spiegazione attualmente.
L’esperimento di Miller urey non dimostra nulla.
Di recente ho assaggiato il sapore della solitudine più profondamente e quando ho guardato il cielo provavo una sensazione di angoscia come se tutto quanto fosse desolatamente e stupidamente vuoto.
Ho elaborato in ragione di ciò una terminologia:
Teoria dello spreco.
Milioni miliardi trilioni di galassie ai fini di che?
Senza occhi che le guardano sono oggetti rivoltanti e idioti.
Lentamente dalla fase in cui ero certo dell’esistenza di un Dio e di alieni che lo conoscessero in questo universo, un Dio molto diverso da quello Cristiano, un Dio che non sceglie una specie, un uomo, o un punto particolare di questa roba cosmica piuttosto che un altro, sono passato ad una fase di tetra disperazione in cui l’infinito di Leopardi mi è parso solo un volubile costrutto della sua mente, e neanche poi così grandioso.
Dire che l’universo è grande non ha alcun significato, dire che l’uomo è un essere microscopico è una scemenza claustrofobica della forza dell’infinito:
Grande e piccolo sono categorie visuali, come tali, non esistono, senza occhi e immaginazione.
Sono arrivato a concludere che sappiamo poco e che dentro una cellula c’è la firma di un qualche essere primordiale è che sia lì che bisogni cercare.
Di recente ripropongo per l’ipotesi dell’esistenza degli alieni.
Più che col telescopio bisogna guardare col microscopio, gli alieni hanno firmato un qualche messaggio.