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E il cardinale bergogliano difese l’aborto sul giornale di De Benedetti
Vicus:
Tutto secondo Agenda 2030
Stefano Fontana – la Nuova Bussola Quotidiana
Quale verità e quale giustizia ha difeso il cardinale Zuppi nell’intervista al quotidiano Il Domani? Nessuna. Difendendo la 194 come diritto ha omesso la morte dell’innocente e la legge morale naturale. Ma lui è un cardinale che rappresenta tutti i vescovi e i fedeli italiani. Non possiamo tacere che sull’aborto ha sbagliato.
-«ANDATE E PIACETE». MATTEO, LO ZELIG DELLA CHIESA, di Andrea Zambrano
Il cardinale Matteo Zuppi è un cardinale. Inoltre, è presidente dei vescovi italiani. Quando parla lui non parla uno qualunque. Quando va in qualche posto lui non ci va da uno qualunque. Quando risponde lui a delle domande, valuta certi temi, esprime delle opinioni non lo fa da uno qualunque. Altrimenti dovrebbe dire: sono Zuppi ma qui non parlo né da cardinale, né da vescovo, né da sacerdote. Ma non lo dice.
Allora perché il cardinale Zuppi è andato a dire al festival del quotidiano “Domani” che nessuno – e quindi nemmeno lui, con tutto ciò che questo pronome significa dato che non è un lui qualunque – ha intenzione di mettere in discussione la legge sull’aborto? Perché ha detto che la 194 è una legge «dolorosa», ma che garantisce una «soluzione laica importante»? In quel «nessuno pensa di metterla in discussione» fa rientrare anche tutti i vescovi che rappresenta? Fa rientrare anche tutti i fedeli laici che sono inseriti nella Chiesa cattolica? Se davanti a queste affermazioni i vescovi tacciono – come in effetti tristemente avviene – è segno che concordano e sono conniventi. Se i fedeli tacciono è segno che concordano e che sono conniventi. Per questo non possiamo tacere, perché il cardinale Zuppi, nonostante sia cardinale e presidente dei vescovi italiani, su questo punto, così fondamentale, sbaglia.
Ma torniamo all’intervista che il cardinale ha rilasciato il 2 aprile alle ore 19 al festival del laicissimo quotidiano “Domani”, rispondendo alle domande del direttore Stefano Feltri e che si può vedere nel canale YouTube di Tempi Radicali. L’intervista è partita dal tema dei diritti e il cardinale Zuppi ha dichiarato che la Chiesa è a favore dei diritti: il diritto allo studio o il diritto di poter mangiare per esempio. Essa, ha aggiunto, ha infatti al centro la persona umana. La risposta è stata sorprendente. Sappiamo tutti quale scontro sia in atto sulla questione diritti, ricordiamo come Benedetto XVI parlasse di “questione antropologica” a questo riguardo, e il cardinale accenna al diritto allo studio? Non ricorda nemmeno che i diritti devono essere preceduti dai doveri, che è il minimo sindacale da dire su questo tema anche per chi non fosse cardinale. Per lui non ci sono problemi: la Chiesa è per i diritti.
Ci ha pensato Stefano Feltri a ricondurre il cardinale alla realtà, ponendo la questione dei diritti civili. Ed è lì che Zuppi non ha trovato niente di meglio di parlare della 194, di dire che non si tocca e che è una soluzione laica importante. Ma cosa intende Zuppi per laicità? Pensa che voglia dire non tenere conto né della legge morale rivelata né della legge morale naturale? Un cardinale, però, non può pensare una cosa del genere. Come potrebbe essere un vero cardinale se lo pensasse? Ma allora perché un cardinale dice cose che nessun cardinale può pensare? E con ciò torniamo alla questione posta all’inizio: Zuppi parla da Zuppi e non da cardinale. Purtroppo, non ha avvertito prima gli ascoltatori.
Stefano Feltri non parlava però da uno qualunque, parlava da Stefano Feltri, e quindi è stato insidioso: è vero che anche la destra di governo non vuole mettere in discussione la 194, ma quando dice di volerla applicare pensa solo alla prevenzione e non all’aborto, dato che permette che permangono gli obiettori di coscienza. L’affondo è gravissimo: per realizzare la 194 bisogna abolire l’obiezione di coscienza del personale sanitario. Qui nuova sorpresa: il cardinale non ribadisce affatto il dovere dell’obiezione di coscienza, non ricorda che la formalità che rende quella legge iniqua è l’uccisione di un innocente, e si rifugia nella prevenzione prevista dalla 194 che potrebbe essere applicata meglio … ma per cosa? per «alleviare una sofferenza alla donna». La morte dell’innocente sparisce dall’intervista.
Ma a Feltri non va giù nemmeno la prevenzione, dato che – secondo lui – ciò esprime il pregiudizio che le donne abortiscano alla leggera e abbiano bisogno di essere consigliate e indirizzate, mentre in realtà altro non fanno che esercitare un diritto. A questo punto il cardinale tira in ballo il dialogo, dice che bisogna uscire dallo schema Orazi e Curiazi e ricorda come il quotidiano Avvenire abbia fatto bene a suo tempo a organizzare un confronto sulla Legge Zan. E tra una risata e qualche battuta la storia finisce lì.
Viene in mente Fra’ Cristoforo che si reca nel palazzotto di don Rodrigo. Del bene se ne può fare dappertutto, e quindi anche lì, osserva il vecchio servitore aprendogli la porta. Aveva comunque notato una stonatura nella presenza di quel frate in quel luogo. Come noi notiamo una stonatura nella presenza del cardinale in quel luogo. Però poi ci diciamo: del bene se ne può fare dappertutto, quindi anche in una intervista con Stefano Feltri. Sì, ma a un patto, ossia che in quel luogo si dicano le cose che un cardinale deve dire in ogni luogo, senza far parlare solo Zuppi. Fra’ Cristoforo non ha risparmiato nulla a don Rodrigo per quanto riguarda cosa fossero la verità e la giustizia ed era perfino giunto a prevedere per lui delle pene… trattenendosi poi appena in tempo. Quale verità e quale giustizia, invece, ha difeso il cardinale in quella intervista? Nessuna.
Leggere anche il ritratto fattone da Andrea Zambrano
«Andate e piacete». Parola di Zuppi, lo Zelig della Chiesa
Perfettamente a suo agio in tutti i salotti, dai laicisti del Domani ai tradizionalisti a cui non disdegna di celebrare i vespri, il cardinal Zuppi è lo Zelig della Chiesa. Se coi liberal difende la legge sull’aborto, coi cattolici più devoti trova argomenti meno polemici. Perché il mandato del presidente della Cei è quello di piacere a tutti e a tutti adattarsi. Come lo Zelig di Woody Allen, emblema del conformismo che proietta su di sé la personalità degli altri.
https://www.maurizioblondet.it/e-il-cardinale-bergogliano-difese-laborto-sul-giornale-di-de-benedetti/
Massimo:
E che ti aspettavi, caro Vicus? La Chiesa deve sopravvivere. Per poter sopravvivere in un mondo sempre più ostile nei suoi confronti, deve essere disposta a fare qualsiasi compromesso. Nel Settecento, il Papa soppresse l'ordine dei Gesuiti per compiacere le potenze borboniche (e cattoliche d'Europa). Oggi deve fare "aperture" anche sull'aborto. Te l'ho già detto e te lo ripeto: se il laicato cattolico vuole salvarsi dal naufragio di una Chiesa che non mira più a guidare e a impartire una guida morale (condivisibile o meno), ma solo a salvarsi dall'ostilità del mondo (obiettivo, peraltro, che non conseguirà, alla lunga) deve rigettare e delegittimare una gerarchia e dei pastori che non proteggono più il gregge, ma fanno solo i conti con il mondo, con il solo obiettivo di riportarli in attivo per loro stessi ed organizzarsi per rifondare una Chiesa nuova, popolare, genuina, dal basso e, possibilmente più aderente alle Sacre Scritture e all'autentico messaggio di Cristo. Questa è l'unica via per salvare qualcosa dal naufragio e dal disastro generale. Una gerarchia ecclesiastica mondanizzata e che adesso è disposta persino a cedere sul piano etico e a barattare e a sbarazzarsi della morale cattolica per compiacere il mondo è quanto di più tossico possa esserci per chi si riconosce ancora nella fede cattolica. Se non lo volete fare cosa vuoi che ti dica? Sprofondate pure nel naufragio collettivo.
Vicus:
Se vuol sopravvivere deve essere Chiesa, ma è stata infiltrata da pederasti e massoni che la stanno demolendo dall'interno. Il termine autodistruzione è di Paolo VI.
Non siamo protestanti non possiamo creare una chiesa da soli, ci vogliono Papa e vescovi creati da altri vescovi. Ragion per cui la struttura amministrativa della Chiesa si sgretolerà e sopravviverà un piccolo numero di cattolici, come hanno detto Paolo VI, Benedetto XVI e anche McLuhan
Massimo:
--- Citazione da: Vicus - Aprile 06, 2023, 13:23:12 pm ---Se vuol sopravvivere deve essere Chiesa, ma è stata infiltrata da pederasti e massoni che la stanno demolendo dall'interno. Il termine autodistruzione è di Paolo VI.
--- Termina citazione ---
E mentre massoni e pederasti si infiltravano nella Chiesa, il Papa, i vescovi e i cardinali dei quali la Chiesa e il popolo cattolico non possono fare a meno, secondo te, dov'erano e cosa facevano? Dormivano tutti?
Massimo:
--- Citazione da: Vicus - Aprile 06, 2023, 13:23:12 pm ---Non siamo protestanti non possiamo creare una chiesa da soli, ci vogliono Papa e vescovi creati da altri vescovi. Ragion per cui la struttura amministrativa della Chiesa si sgretolerà e sipravviverà un piccolo numero di cattolici, come hanno detto Paolo VI, Benedetto XVI e anche McLuhan
--- Termina citazione ---
Quindi, solo dopo lo sgretolamento della struttura amministrativa della Chiesa ci sarà un piccolo numero di cattolici che farà una Chiesa da sè e quindi, seguendo il ragionamento di prima, diverrà protestante?
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