Cosimo aveva visto giusto, ora anche Murgia sarebbe "cattolica". Di Luca Del Pozzo:
C’era di che essere parecchio perplessi, per usare un eufemismo, al cosiddetto funerale politico di Michela Murgia. Perplessi per l’ennesima, pessima prova che la Chiesa, peraltro presente in maniera significativa (e già questo la dice lunga), ha dato di sé.
Ad ascoltare l’omelia quanto i messaggi di alti prelati un marziano che si fosse trovato per caso nella chiesa degli artisti a Roma avrebbe avuto netta la sensazione di essere al cospetto se non di una santa quantomeno di una persona di sicura fede. Fede, ha sottolineato il celebrante (che quanto a pattinaggio omiletico ha un indubbio talento), che la scrittrice non ha mai avuto timore di testimoniare e mostrare, in particolare per come ha affrontato la malattia e perché si preoccupava più per gli altri che per sé stessa.
Già. Peccato solo che tale donna di fede che “ha fatto tante battaglie” (quali, esattamente?) sia la stessa che ha anche fatto della sua vita, compresa l’ormai celebre intervista del 6 maggio scorso al Corsera, un manifesto vivente, il manifesto di un catechismo riveduto e (politicamente) corretto.
Un catechismo cioè femminista, favorevole all’aborto, all’eutanasia, all’utero in affitto [che male c'è, anche tanti siti maschili sono favorevoli e poi dicono che siamo noi i femministi], alla riscrittura – anche formale con l’uso dell’orrida scwha – della grammatica antropologica, ad un concetto di famiglia liquido e indefinito [idem come sopra] in cui “le relazioni contano più dei ruoli”; e dove il matrimonio, se proprio tocca farlo (nella fattispecie solo civilmente, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della morale cattolica) serve solo per tutelare diritti, essendo manco a dirlo indifferente che ci sposi con un uomo o una donna [altro cavallo di battaglia di siti maschili "benedetti" da Pillon che spero si ravveda].
Non solo: ma catechismo che neanche vede di buon occhio i bambini se è vero, come ebbe a dire sempre al Corriere, che “i bambini rompono i coglioni” (sic), prediligendo perciò altre forme di maternità e di figliolanza siccome è pure “insensato dire che di madre ce n’è una sola, una condanna per la donna e anche per chi le è figlio”.
Tutto questo però per la chiesa della misericordia non conta. Non conta che Michela Murgia abbia voluto fare della sua vita, in ciò ben supportata dall’establishment, un contro-catechismo politically correct, no.
Forse perché, in fondo in fondo, le idee della Murgia non dispiacciono poi troppo a certi pastori? [Per questo dico sempre a certi attivisti maschili: avete sbagliato nemico, i cd. "cattolici" vi accoglierebbero a braccia aperte. Qualcuno l'ha anche capito ed è stato premiato col da lungo tempo ambito strapuntino parlamentare]