Insolito New York Times sulla guerra in Afghanistandi AntiFeministhttp://fematrix.altervista.org/?p=262Il New York Times ha pubblicato un insolito
articolo, il 15 Luglio, che mostra la “diversa esperienza” dei soldati statunitensi in Afghanistan: tra quelli che rischiano la vita sul campo di battaglia, e quelli invece che sono letteralmente in villeggiatura, al sicuro all’interno di basi super-protette, dove possono avvalersi di fast-food, docce calde, distributori automatici di gelati, colazioni a base di schiumosi cappuccini, soste “rilassanti” negli internet point della base, sale cinema e videogiochi, karaoke e sale ballo dove si insegnano “corsi di salsa” e vari negozi dove si vende di tutto, dall’abbigliamento sportivo, fino ad arrivare addirittura alle concessionarie d’auto (questi ultimi pare siano stati chiusi però nel Marzo 2010 sotto ordine del Gen.McChrystal). Insomma, in Afghanistan l’esercito statunitense si divide in due: chi rischia la pelle e chi, pur vestito da “soldato”, svolge invece un ruolo che è più simile a quello dell’impiegato postale un pò assenteista.
Ma la cosa sorprendente dell’articolo del New York Times, che, va ricordato, è uno dei quotidiani più femministi in circolazione negli Stati Uniti, è la foto pubblicata in cima all’articolo. Rappresenta un poster che sarebbe “molto popolare” in Afghanistan tra i soldati statunitensi, cioè questo:
Sulla sinistra si vedono due femmine, ben pulite e con il sorriso smagliante, mentre reggono dei vassoi di qualche fast food della base. Sulla destra invece si vedono dei soldati senza faccia (sicuramente tutti maschi) impegnati in una marcia in un polveroso sentiero in qualche sperduto paesino afghano. La foto si spiega da sola, non c’è bisogno di ulteriori commenti nell’articolo, ed è davvero incredibile che il NYT abbia pubblicato un simile affronto alla narrativa dominante negli USA per quanto riguarda le “soldatesse” “impegnate” nel conflitto afghano.
Secondo il popolino telerincoglionito USA, le “donne soldato” (femmine vestite con abiti mimetici, un pò come se uno per carnevale vestisse il proprio cane con una tutina mimetica, trasformandolo così in “cane soldato”…) in Afghanistan starebbero “morendo in gran numero” in battaglie violentissime, affianco ai soldati maschi, e combattendo “come e meglio di loro”. Innumerevoli sono ormai i film, i documentari, e i videogiochi dove questo simulacro di falsità viene presentato alla società statunitense (e non solo) come la pura e semplice verità. Il risultato di questa colossale opera di propaganda è che si è insinuata nella psiche dello statunitense medio l’idea che il “peso della guerra” stia venendo sorretto alla pari da maschi e femmine in divisa in Afghanistan. Basta poco, però, per distruggere questa menzogna: basta vedere i dati sulle morti in Afghanistan divise per sesso. Dal sito iCasualties, possiamo vedere che nell’esercito USA in quasi 10 anni di conflitto sono morti:
1164 soldati maschi
22 femmine vestite con la mimetica
Delle 22 femmine vestite con l’ultima moda militare pret-a-porter, ottima per le sfilate nei salotti televisivi una volta tornate in patria, ben la metà (11) sono morte per “cause non ostili“. Nonostante questo però, come si diceva prima, una volta tornate in patria si stanno prendendo il 50% del “merito” (non si capisce “merito” di cosa poi…) solo perchè il femministicamente-corretto, che da quando le femmine hanno cominciato a diventare più visibili all’interno dell’esercito USA ha sposato in pieno l’avventurismo militare statunitense, impone questa visione distorta della realtà al popolo statunitense.
Nota di colore: due delle 11 femmine vestite con la mimetica sono state uccise nell’attacco che avvenne il 30 Dicembre 2009 in una postazione della CIA a Khost. Una, 45 anni, era
a capo della squadra CIA che si occupava di selezionare i bersagli per gli attacchi con i droni in Pakistan: per fare ciò doveva anche occuparsi di verificare l’affidabilità dei doppi-agenti che si sarebbero dovuti infiltrare nelle zone tribali del Pakistan (ricordatevi questo dettaglio, e il famoso “sesto senso femminile“). La tipa, si è venuto a sapere, era una normale impiegata in una base militare negli USA, con nessuna esperienza sul campo e sprovvista delle “abilità” necessarie per comandare un’unità della CIA in territorio ostile. Nonostante ciò, venne promossa con metodi da “azioni positive”, e mandata in Afghanistan con la speranza che la sua carriera decolasse.
A decollare alla fine però è stata lei, assieme a sette colleghi (tra cui un’altra femmina e il resto dei servetti-maschi).
E’ successo infatti che mentre lei, furbissima femmina-femminista americana, pensava di stare abbindolando un nuovo informatore (un medico giordano) da utilizzare per “individuare” bersagli nelle zone tribali, era invece questo che stava facendo il “triplo gioco”, e si stava facendo beffe di un’unità della “più potente agenzia d’intelligence del mondo”. La cosa ironica è che, quando il finto-informatore giordano si è fatto saltare in aria all’interno della base CIA (dopo aver superato ben 3 checkpoints senza venir controllato nemmeno una volta), uccidendo 7 agenti, l’unità della CIA colpita gli aveva preparato…
una torta di compleanno, per ringraziarlo dei suoi (finti) servigi.
C’è solo da immaginarsi a quale brillante mente deve essere venuta una simile idea: sarà stata forse il parto geniale di una di quelle mitologiche creature dotate di “sesto senso” ?