Autore Topic: Il fraintendimento della “violenza”!  (Letto 656 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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Il fraintendimento della “violenza”!
« il: Giugno 06, 2023, 03:05:02 am »
Sempre riflettendo sulle modalità insegnate ai giovani uomini compio questa riflessione.
La “violenza”.
Il “male”.
La violenza è il male?
Il male è violento?
La violenza ok non è un gioco.
Ma siamo onesti.
Quanto male subiamo in forme “ violente” e quanto in forme “ non violente”?
Là società degenera a vista d’occhio e fare una riflessione di questo genere equivale a porsi ancora più lontano, ancora più sideralmente lontano dalla pozzanghera di piscio del meme.
Pazienza.
Proviamo ad analizzare il problema.
Cos’è violento?
Se un obeso è un peso morto e il suo grasso ti grava addosso è violenza se lui si avvicina lentamente e ti pesa addosso fino al punto in cui se tu non reagisci ti schiaccia?
Il paragone può ferire alcuni.
Mi dispiace.
Ma rimane.
Di fondo penso che la violenza come oggi è intesa consista nella non gradualità dell’imposizione di un male che arriva immediato e dunque bene immediatamente visibile e riconoscibile.
Uno schiaffo per esempio.
Rapido e dritto, improvviso e inaspettato.
E là quantità di male nell’unita’ di tempo che oggi definisce la violenza.
Ma è fuorviante.
Poniamo che ci sia un unita di misura del male.
Poniamo che sia il d( da dolore).
Con uno schiaffo arrivano 10 d al secondo.
Più altri 1000 nelle 24 ore se lo schiaffo ti è stato dato in un contesto e da una persona in maniera tale che ti ferisca nel profondo.
Se per contro qualcuno te lo da in un contesto emotivamente trascurabile tipo che ne so un incontro di arti marziali bom quei 10 d sono 10 d.
In se è per se il dolore di uno schiaffo è trascurabile.
Ma inferto in modo troppo rapido per la società.
Sono quei 10 d al secondo che chiamano violenza.
Diciamo che i passivi non la usano.
Ingrassano e ti pesano gradualmente addosso fino a schiacciarti.
In una giornata arrivi tranquillamente a 5000 d.
Se non dormi è perché sei sulla soglia degli 8000 tipo l’Everest.
Senza alcuno schiaffo.
Ma si va oltre.
Molto oltre.
Talvolta 20000 d.
Talvolta 300000 d.
Il punto è diamine mica ti hanno usato violenza.
Quei 300000 d mica ti sono arrivati in un secondo!
Ai tempi i cinesi usavano la tortura della goccia, ti legano a una sedia e ti cade una goccia in testa.
All’inizio chi se ne frega.
Poi impazzisci.
Goccia dopo goccia totalizzin10000000 di d.
È anche lo stile delle donne.
La gradualità del male.
La rana buttata nell’acqua bollente si getta fuori gridando è violenza.
E lo è.
La rana bollita gradualmente muore.
Non è violenza?
No è assuefazione al male.
Assuefazione al dolore.
Assuefazione all’essere schiacciati.
Credo una cosa.
C’è un segmento piccolo di violenza positiva ma c’è e forse non è neanche così piccolo.
Uno schiaffo ha anche una valenza di diamine risvegliati.
Di stai esagerando.
Di stai annegando.
No la passività uccide.
Lentamente parola dopo parola, azione dopo azione sei murato vivo.
Oggi sta roba piace.
Se una donna ti vuole uccidere lo fa così.
Ma a dirla tutta anche gli uomini.
Si sono adeguati tutti.
I passivi.
E la questione è che se tu gli spacchi il muro compi un gesto violento.
La violenza in sé e per se oggi è solo e soltanto intesa come una quantità di male rapidamente inflitta.
Pochi d al secondo e si grida allo scandalo.
Con uno schiaffo è un secondo e c’è la condanna della società.
Ma se arriva lentamente quel culo obeso che vuole sedersi su di te, ti schiaccia ti soffoca, è lento, è graduale non è violenza.
E allora va ribadito che si è dimenticato tutto.
La violenza non è solo un gesto improvviso anche presentato come parte di una società patriarcale ecc. quello è il male scagliato rapido.
La violenza è assuefazione al male.
Al male che senti tu.
Non a quello che ti dicono che dovresti sentire o che vedi in televisione o nei social.
La violenza è il male che senti tu.
È il muro che mattone dopo mattone ti sta murando vivo.
E non c’è una spiegazione.
Ma va fermato arginato.
Sfasciato.
E paradossalmente può essere rotto solo se usi un martello.
Ma no caro mio non vale la lista precompilata dei cattivi del politicamente corretto.
Tanto non convincerò nessuno.
Si tenga ognuno i suoi cattivi.
E si interroghi sul suo male.
La violenza può anche essere il grigio tenore di un compagno di sedia che ti soffoca col suo grasso sempre più lentamente fino a schiacciarti.
E tu se gli tiri uno schiaffo cosa sei?
« Ultima modifica: Giugno 06, 2023, 03:17:29 am da Salar de Uyuni »
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Vicus

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Re:Il fraintendimento della “violenza”!
« Risposta #1 il: Giugno 06, 2023, 06:24:38 am »
Sei uno che cerca di riguadagnare il suo spazio, letteralmente vitale.
L'ho detto altre volte: nonostante l'attrazione iniziale, con le loro piccole (e grandi) menzogne e il loro atteggiamento le donne ti prosciugano interiormente. Come disse Woody Allen per bocca di Diane Keaton: "Puru l'anima ti si sucano!"
Con loro cìvorresti un contatto umano ma non puoi. Non ne sono capaci. Sono prese dalle loro c.zzate e tu sei per loro, al massimo, un mezzo per ottenere uno scopo personale o sociale. Uno da mostrare alle amiche, o che ti porti a fare shopping (magra consolazione: sempre meglio dell'amico). O una spugna emotiva. O il mona con cui possono finalmente sistemarsi. Alla fine non reggi più questo concentrato letale di insulsaggini (sempre gli stessi luoghi comuni fino all'istupidimento) e falsità e le molli. Di solito ne restano sorprese, anche se ti hanno mentito sulle cose più evidenti. Però o te ne vai o ti soffocano, è una questione di sopravvivenza. Come cantava con saggezza la Nannini:

Questo amore è un camera a gas
Questo amore è una lama sottile
È una scena al rallentatore

Io non riesco a dirlo
È che ti vorrei soltanto un po' di più
Anche tu? [eccome...]
Io vorrei toccarti
Ma più mi avvicino più non so chi sei
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.