Qualcuno potrebbe dire: cosa mi importa dell'utero in affitto. Benissimo: come ci viene ripetuto, "le sentenze vanno rispettate e bisogna aver fiducia nella magistratura", che oltretutto, possiamo rassicurarci, non ha giudicato sulla manifestazione del pensiero.
Domani però potrebbero esserci condanne per chi critica le donne: già fioccano articoli sulla 27a che ci associano a pericolosi criminali perché scriviamo che molte donne di oggi, non sono veramente capaci di amare. Non ce ne sono per chi scrive che "gli uomini sono tutti..." Pazienza. C'è anche chi radia medici, che criticano trattamenti sanitari anche ufficialmente messi sempre più in dubbio. E così via.
In tutti i regimi totalitari si parla solo del tempo, anzi si devono pubblicamente ripetere le bugie ufficiali (immaginate voi quali) fino all'istupidimento.
Lungi da me suggerire che questa sentenza punisca un reato di opinione, la motivazione è diversa per cui la libertà è salva. Ma temo che la critica di simili pratiche sarà sempre più un terreno minato. Sarà una "vittoria della democrazia"? Giudicate voi. Nel frattempo, buona lettura:
Fdi usa la foto di due papà in sala parto per attaccare la maternità surrogata: dovrà risarcirli
Attaccare la maternità surrogata potrebbe costare caro a Fratelli d'Italia, che nell'intento di denunciare una pratica che vorrebbe far diventare reato universale, ha coinvolto due uomini, due papà, che si sono visti utilizzati per una campagna denigratoria, con tanto di loro foto nei manifesti.
Il partito di Meloni è stato condannato in Tribunale per la vicenda. Dopo una
battaglia giudiziaria durata sette anni il Tribunale civile di Roma ha condannato Fdi per l’uso fatto nel 2016 di una foto di due papà con il loro figlio, avuto tramite gestazione per altri.
La vicenda risale al 2016 quando Fratelli d’Italia aveva realizzato una campagna contro le unioni civili, accanendosi in particolare contro la gestazione per altri, che la destra si ostina a chiamare ‘utero in affitto'.
A questo scopo Fdi ha utilizzato un’immagine che raffigurava una coppia canadese in sala parto con il loro neonato. La foto al centro del procedimento, scattata nel 2014, ritraeva l’istante della nascita del piccolo Milo e la gioia dei suoi due papà Frank e Rosario BJ Barone per il suo arrivo, nonché quella della donna che lo aveva dato alla luce e lo aveva portato in grembo. L’immagine, coperta da copyright, pochi giorni dopo veniva pubblicata sull’account professionale della fotografa Lindsay Foster che l’aveva realizzata, accompagnata da una nota che sottolineava il rapporto di profondo amore e rispetto fra i padri e la donna gestante.
La campagna, divenuta virale, è arrivata fino in Canada sotto gli occhi della coppia protagonista dello scatto, che ha deciso di rivolgersi agli avvocati Michele Giarratano e Cathy La Torre di
Gay Lex per la tutela dei propri diritti.
Cathy La Torre e Michele Giarratano (coadiuvati dalla collega Stefania Gervasi) hanno deciso di occuparsi della vicenda “pro bono” e cioè a titolo completamente gratuito, senza percepire alcun compenso. Le spese vive del procedimento, invece, sono state sostenute da Gay Lex attraverso la campagna “Fai la causa giusta” quindi attraverso donazioni spontanee all’associazione.
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Questa sentenza non è rivolta soltanto al partito di Fratelli d’Italia ma a chiunque nel mondo della politica utilizza le vite altrui a volte calpestandone la dignità o arrecandogli danni morali o alla loro reputazione o alla loro vita. Si faccia politica, ma non sul corpo e sulle vite delle persone! E questo vale per tutti i partiti politici”, afferma l’Avvocata Cathy La Torre.
“Mentre alla Camera dei deputati, in questi giorni, si discute della proposta di legge dell’onorevole Varchi (Fratelli d’Italia) che approderà in aula il 19 giugno e che vuole punire penalmente la gestazione per altre/i anche quando effettuata all’estero, il Tribunale di Roma
condanna il partito della premier Giorgia Meloni per una violenta campagna d’odio contro le famiglie omogenitoriali e la maternità surrogata: è un segnale importante alla politica, un invito a fermarsi e
mettere davvero al centro i bambini e le bambine, le famiglie e l’amore con cui vengono create”, dichiara l’avvocato Michele Giarratano.
Lo scopo, secondo i legali, non era solo sanzionare Fratelli d’Italia per il caso concreto e dunque risarcire le vittime di questo brutto episodio, ma anche quello di
dare un segnale forte affinché episodi del genere non debbano più verificarsi. In Italia non di rado accade che la giurisprudenza sia più innovativa del legislatore italiano.
Secondo il Tribunale della capitale, vi è stata infatti “un’indebita interferenza nella sfera personale” di questa famiglia canadese, tanto più che “l’immagine peraltro è particolarmente intima e ritrae un neonato, non riconoscibile ma potenzialmente identificabile come figlio dei due effigiati”.
Secondo il giudice spiegando Frank e Rosario BJ Barone sono “stati dunque destinatari di una illecita intromissione nella propria sfera personale, che ha leso il loro diritto alla tutela dell’immagine e della riservatezza, esponendo – senza il loro consenso – alla pubblica visione un momento di intimità familiare accompagnato dalla formulazione di un giudizio negativo”. Per il Tribunale quindi Fratelli d’Italia va condannata a risarcire la coppia per “il disagio per la diffusione di una immagine rivelatrice [ma l'immagine, pur coperta da copyright, non era stata presa dalla rete?] della loro intimità, la riprovazione espressa pubblicamente nei riguardi del loro stile di vita e della loro condizione familiare, il timore di essere oggetto di attenzione indesiderata nel caso si fossero recati in Italia”.
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