Autore Topic: Il gen. Laporta "canta" ancora: su Silvio e molto altro  (Letto 324 volte)

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Offline Vicus

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Il gen. Laporta "canta" ancora: su Silvio e molto altro
« il: Giugno 15, 2023, 19:13:12 pm »
Per fortuna la morte esiste. Chi ne dubiti evochi un orrido mondo governato per centinaia d’anni da quanti lo devastano di menzogne, per poi scaricare la responsabilità sul CO2, emanando ecologici comunicati dal proprio aviogetto privato che produce ogni secondo più CO2 di tutte le vacche argentine in un anno.

La bugia, madre di tutti i mali. Gli eventi di questi giorni dimostrano che il San Raffaele non fa miracoli e i suoi medici mentono persino meglio del defunto. Ah, gli ineffabili imbarazzi. Di che cosa è deceduto? Una leucemia? Un virus? Un’incontrollabile infezione? Il vacc… ssssh non si può dire, altrimenti ci espellono dal consesso umano, alla stregua di quanto hanno potuto con Silvana De Mari. Il Potere si suicida mentendo.

La bugia, madre di tutti i mali. Abbiamo ignorato sinora quantità d’eventi avversi; uno di più non sarebbe significativo. È invece più importante osservare la circolarità, nefasta e autolesionista, della fallimentare strategia di controllo, avendo mancato l’obiettivo «occidentalizzazione», come certificò un altro grande vecchio, e quindi grande morituro, dal MIT di Boston: «l’Ue deve essere disposta a rafforzare le proprie capacità di difesa. Dobbiamo essere pronti a iniziare un percorso con l’Ucraina che porti alla sua adesione alla Nato. E prepararci a un periodo prolungato in cui l’economia globale si comporterà in modo molto diverso dal recente passato». La UE non dà lavoro, non dà sicurezza, non dà salute. La UE ci darà la bomba N, questo lo lascia solo intendere, da gran signore, il neo dottore Stranamore. È un mondo folle.

La bugia, madre di tutti i mali. Il governo mondiale dei morituri ha peculiare, grottesca sconcezza, inducendo i propri vertici ad annaspare fra guerre disperate e stragi annunciate in Africa, Asia, America Latina, oggi in Europa, dichiarando pure di rimuovere «quattro miliardi di mangiatori inutili»; abolendo la povertà alla radice, eliminando i poveri in un’Auschwitz planetaria. Che volete che conti, in tale sfondo, la morte d’un solo illustre?

La celebrazione del defunto, a Cologno Monzese come a Buckingham Palace, domani in Vaticano e al Quirinale, è solo strategia di vendita del consenso verso il Potere, lo stesso Potere incapace d’ammettere i propri terreni limiti, perché così dovrebbe riconoscere di cadere nella fossa scavata da sé medesimo. A una certa età si dovrebbe meditare sugli «ultimissimi»: morte, giudizio, inferno, paradiso, facendo le valigie e le sante abluzioni. Invece questi morituri sono fighette afflitte da grottesco, sconcio delirio d’imbiaccata onnipotenza, implacabilmente destinati a rimanere soli davanti all’unica realtà che avrebbe dovuto allontanarli dalla menzogna: la propria morte. E per fortuna la morte esiste.

La bugia, madre di tutti i mali. In realtà se fosse vissuto centenario avrebbe fatto e continuato come altri prima di lui e con lui, aggrappato al timone, tenendo al collo la chiave dell’armadio, stipato di scheletri capricciosi e insonni. Costui non potrà guardare negli occhi il colonnello Gheddafi, lasciato nelle mani insanguinate dei francesi, dopo avergli baciato la mano, come Giuda la guancia di Cristo. Dopo tutto non è il peggiore. La lista d’attesa annovera il complice dei colonnelli argentini, i burattinai di via Mario Fani, gli stragisti, i ladri a danno dei poveri, i guerrafondai col sangue altrui e tutti i complici di costoro: morte, giudizio, inferno, paradiso, non si sfugge.

Per fortuna la morte esiste e infine Cristo Vince.

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Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.