Autore Topic: Nuova normalità: continuano a lavorare vicino al cadavere dopo malore improvviso  (Letto 401 volte)

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Offline Vicus

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Questo popolo si è rimbambito:

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Sì, ma va specificato che è accaduto in Spagna e non in Italia.
Questo per il semplice motivo che chi legge è portato subito a pensare che "certe cose succedono solo in Italia".
Certo, come no.

https://it.dayfr.com/internazionale/amp/432802

Citazione
Tragedia in ufficio: donna muore per infarto, i colleghi continuano a lavorare accanto al suo corpo
Thursday 22nd June 2023 04:29 PM

È un sordido affare che si è svolto questo lunedì a Madrid, in Spagna. I dipendenti di un call center telefonico hanno continuato a lavorare quando uno dei loro colleghi era appena morto per un infarto accanto a loro.

Diversi media spagnoli, tra cui il quotidiano El País, riportano questa vicenda che fa venire i brividi lungo la schiena. Secondo un rappresentante sindacale, alcuni dipendenti hanno continuato a lavorare per due ore e 40 minuti accanto al cadavere del loro collega morto per un infarto.

I fatti sono avvenuti in uno dei call center di la multinazionale spagnola Konecta. Lunedì scorso intorno alle 12:30, Inma, a Impiegato di 57 anni, ha avuto un infarto sul lavoro. I soccorsi arrivano rapidamente ma non riescono a rianimarla.

“Un servizio essenziale”
Secondo il racconto di alcuni dipendenti e delegati sindacali sul quotidiano El País, i colleghi diretti di Inma si sono direttamente alzati in piedi scioccati. Ma nello spazio aperto, alcuni altri dipendenti non hanno non ha nemmeno alzato lo sguardo.

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Un altro fatto eclatante: un dipendente scioccato ha chiesto di tornare a casa ma la sua gerarchia ha rifiutato, secondo tre membri del sindacato, perché il suo lavoro è “un servizio essenziale”.


“Finisco questo e me ne vado”
Un’ora e mezza dopo la morte, un funzionario di Konecta ha finalmente ordinato a tutti i dipendenti che erano ancora presenti di farlo torna a casa. Ma un’ora dopo, quattro dipendenti erano ancora al lavoro, secondo Miguel Ángel Salinas, delegato CGT per la prevenzione dei rischi professionali. E il cadavere di Inma, coperto, era ancora lì. “Finisco questo e me ne vado”, avrebbe detto uno di loro al signor Salinas.

Un dramma che ha fatto scalpore in Spagna
Dal canto suo, l’azienda sta cercando di difendersi assicurando che ” nessuno era costretto a lavorare accanto al cadavere. Se alcuni dipendenti confermano la versione di Konecta, la CGT afferma che alcuni dipendenti hanno continuato a lavorare per “inerzia, abituati a un sistema di lavoro automatizzato e disumanizzato dove l’opzione istintiva è continuare a rispondere alle chiamate”.

In seguito alla tragedia, che ha suscitato scalpore in Spagna, i dipendenti lo sono stati consentito il telelavoro. E riguardo ai lavoratori vicini al defunto, “sono curati e apprezzati”, assicura l’azienda.

Offline Vicus

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Va specificato ma l'immagine riporta una scritta in spagnolo
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Non ha importanza, perché l'italiano medio che legge non ci fa neppure caso e anche se lo nota pensa ugualmente che è accaduto a Roma o a Milano.
Italiani ed esterofilia vanno regolarmente di pari passo.
Il cervello dei nostri connazionali è formattato in una ben precisa maniera.

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PS: più volte mi è capitato di leggere o ascoltare commenti di italiani convintissimi che certi fatti fossero accaduti in Italia, mentre si trattava della Svizzera, della Spagna, del Brasile o di qualche altro paese.
Gli italiani son così.


Offline Vicus

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Però l'Italia non fa miglior figura. Anni fa un tale fu ucciso in pieno centro di Roma (neppure a Palermo o "Gomorra") e la gente continuò a mangiare nel ristorante antistante. Non è neppure indifferenza, è rassegnazione di un popolo che sa che non c'è più alcuna tutela e malavita e istituzioni ormai si equivalgono.
Ma il record di civiltà è stato raggiunto in Calabria, in ridenti paesini dove esibiscono fieri più pulizia e ordine che in Svizzera, ma restano inquietanti come i desolati villaggi degli spaghetti western (mi domando se quelle pellicole non si ispirino proprio a posti del genere). Ai tempi dei sequestri un paio di ostaggi riuscirono a fuggire, ma furono ricondotti dai malavitosi letteralmente a furor di popolo da un INTERO paese e (nell'altro caso) da un funzionario di polizia cui si era rivolto lo "sprovveduto" ostaggio. L'unico ad aiutarlo fu proprio uno dei rapitori (la tragedia vira in farsa), che gli suggerì di lasciare l'Italia: cosa che fece senza indugio.
Tralascio la nota storia del medico umbro, su cui non si volle mai davvero indagare per non toccare le sue aderenze in alto loco.
Non so se nel Biafra fanno di meglio (comunque c'è abbondante popolazione nigeriana in Italia) ma l'Italia non è (ancora) il Congo
« Ultima modifica: Giugno 24, 2023, 13:14:56 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.