Però l'Italia non fa miglior figura. Anni fa un tale fu ucciso in pieno centro di Roma (neppure a Palermo o "Gomorra") e la gente continuò a mangiare nel ristorante antistante. Non è neppure indifferenza, è rassegnazione di un popolo che sa che non c'è più alcuna tutela e malavita e istituzioni ormai si equivalgono.
Ma il record di civiltà è stato raggiunto in Calabria, in ridenti paesini dove esibiscono fieri più pulizia e ordine che in Svizzera, ma restano inquietanti come i desolati villaggi degli spaghetti western (mi domando se quelle pellicole non si ispirino proprio a posti del genere). Ai tempi dei sequestri un paio di ostaggi riuscirono a fuggire, ma furono ricondotti dai malavitosi letteralmente a furor di popolo da un INTERO paese e (nell'altro caso) da un funzionario di polizia cui si era rivolto lo "sprovveduto" ostaggio. L'unico ad aiutarlo fu proprio uno dei rapitori (la tragedia vira in farsa), che gli suggerì di lasciare l'Italia: cosa che fece senza indugio.
Tralascio la nota storia del medico umbro, su cui non si volle mai davvero indagare per non toccare le sue aderenze in alto loco.
Non so se nel Biafra fanno di meglio (comunque c'è abbondante popolazione nigeriana in Italia) ma l'Italia non è (ancora) il Congo