Autore Topic: Come uccidono negli ospedali. Testimonianza  (Letto 355 volte)

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Offline Vicus

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Come uccidono negli ospedali. Testimonianza
« il: Giugno 24, 2023, 10:57:03 am »
Omicidi ospedalieri – Una esperienza
Maurizio Blondet  24 Giugno 2023
Ricevo e posto:

“Giovanni, 50 anni in perfetta salute, una sera tornando a casa si sente un po’ stanco. Si misura la febbre: 40. Prende una tachipirina e va a letto. La mattina misura di nuovo: sempre 40. Ma sta bene. Continua con la Tachipirina. Dopo 2 giorni stessa situazione, sta bene ma la febbre non scende. Seppur controvoglia, fa il tampone e risulta positivo. Vista la febbre, dicono, meglio un ricovero. Arriva in ospedale con le sue gambe, continuando a stare bene. Saturimetria: dicono che c’è poco ossigeno, lo mettono in una stanza con altri tre con le maschere per l’ossigeno, gliene mettono una anche a lui. Lui dice che respira bene e non ha bisogno, i sanitari gli mettono una flebo, dicendogli che quello è il loro lavoro.

>>>Gli tolgono il telefono<<<

Dopo la flebo si sente debole e stanco, chiede perché e un’infermiera, l’unica con cui avrà un rapporto “normale”, gli dice che lo hanno sedato. Iniziano a girargli i coglioni e appena arriva il medico di turno chiede il perchè del sedativo. Il medico risponde che quello è il loro lavoro, che deve stare calmo. Chiede di vedere la moglie e gli dicono che non è possibile.

Chiede il telefono ma non glielo danno

Settimo giorno, sempre più debole, sempre più solo. Nel frattempo due suoi compagni di stanza crepano. L’ottavo giorno, arrivano due energumeni, lo sedano e sostituiscono la maschera ad ossigeno con un facciale. Inizia una terribile esperienza, col facciale si sente poco e si appanna. Glielo tolgono, pochi minuti e solo per mangiare. Non bisogna essere medici per sapere che l’ossigeno continuato brucia gli alveoli. Rivede l’infermiera che gli sussurra di andarsene da lì se no lo ammazzano. Non ha contatti col mondo da 10 giorni, la moglie ha provato a vederlo ma è stata respinta. Non ha i numeri telefonici degli amici, è sola. Giovanni si arrabbia, si strappa il casco, lo lancia addosso ad un infermiere, si toglie la flebo e inizia ad urlare che lo stanno ammazzando e che se ne vuole andare. Chiamano il primario del reparto che lo minaccia di intubarlo, Giovanni alza la voce con le ultime energie che gli restano, è alto e grosso, chiede i vestiti. Li ottiene si veste, e se ne va. Nell’androne chiama la moglie che corre a prenderlo. Prima di uscire saluta il terzo compagno di stanza che piange e gli chiede cosa fare: “strappati il casco e vattene, se no ti ammazzano come gli altri”.

Quando è entrato in ospedale e in perfette condizioni, a parte la febbre, pesava 92 kg, dopo 10 giorni non ha recuperato completamente la sua precedente situazione fisica. Quanti Giovanni sono morti da soli in ospedale?”.

https://www.maurizioblondet.it/omicidi-ospedalieri-una-esperienza/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.