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"Perché devo avere un partner per essere madre?"
Vicus:
Infatti la verità non gliela dico, memore della parabola delle perle e dei porci. Il Vangelo non dice: "E' inutile dare le perle ai porci", ma "affinché i porci non si rivoltino a sbranarvi". Per cui dico loro quel che vogliono (anzi possono) sentire, quando sono saturo delle loro di menzogne, le mollo al loro destino:
--- Citazione ---Queste sono le uniche cose che nel corso della loro vita, potranno almeno un po farle riflettere.
Forse si sveglieranno un po e capiranno il male che hanno fatto, solo quando faranno i conti con le malattie e con la morte.
--- Termina citazione ---
No, probabilmente neppure allora. Sono una generazione perduta
--- Citazione ---Ecco spiegato perchè le donne fanno schifo!!!
--- Termina citazione ---
Se provi a spiegarlo a loro (te ne viene voglia, specialmente quando ti dicono le loro c.zzate), anche in maniera gentile ed indiretta, le mandi in cortocircuito. Provare per credere
Frank:
--- Citazione da: Marco21 - Giugno 30, 2023, 12:18:36 pm ---Mi inserisco in questa vostra discussione, per dire che alle donne non da tanto fastidio che un uomo sia "stronzo", quanto che dica loro la Verità. E' questo che proprio non sopportano. Anzi a loro gli stronzi piacciono. Adorano essere trattate male e gli stronzi veri, quelli davvero pericolosi, se li tengono stretti. Mentre non hanno nessuna considerazione per chi cerca di svegliarle ed aiutarle davvero.
Infatti con tutte le mie ex ho riscontrato che provenivano da storie, in cui hanno sopportato cose veramente squallide, che inorridivo solo a sentirmele raccontare. E loro anche dopo esserne uscite, tendevano ancora a giustificare i loro ex. Ma poi, con me invece, è bastato che io facessi delle osservazioni logiche sulle loro incoerenze e mille contraddizioni, delle critiche alle loro scorrettezze, delle analisi sulla loro disonestà ed opportunismo, dette con educazione e spesso anche con grande affetto sincero, per essere giudicato aggressivo, saccente, e chi più ne ha più ne metta, ed essere lasciato senza uno straccio di empatia.
Una volta dissi a una ragazza (di cultura): "Riesci a renderti conto che ti ho fatto delle critiche costruttive, e che non ti ho mai offesa, nè insultata, nè alzato mai la voce, nè parlato in modo volgare?"
E lei: "bè lo avresti potuto fare. Avrei preferito se mi avessi detto "sei una stronza". In quel caso non mi sarei offesa. E non ti avrei lasciato. Capite? :D Sono le argomentazioni che danno fastidio e che sono il male assoluto per loro.
Altre volte, mi è capitato di dare consigli. Ad esempio dissi a una ragazza in sovrappeso, che è dimostrato scientificamente che quella condizione corporea aumenta il rischio di TUTTE le malattie.
Risposta di LEI: "ah, mi stai augurando di ammalarmi. Tu vuoi il mio male. Mi auguri il peggio".
Al chè io dissi "non c'è nessuna correlazione tra le mie parole e ciò che ti accadrà. Semmai io ti sto mettendo in guardia".
La stessa dinamica si è ripetuta con un'altra ragazza, su altre questioni che non riguardavano la salute.
Una ragazza mi disse anche "quando parlo con te mi sento una nullità". Un'altra mi disse che non potevamo stare insieme, perchè io sono un salutista.
Ovviamente, per queste mie "colpe" sono stato allontanato e trattato male. Ma io non avrei MAI potuto mentire. La mia indole mi impone di dire sempre la Verità, anche a costo di sopportarne pesanti conseguenze. Questo è il coraggio che alle donne da un fastidio terribile. IL CORAGGIO DI DIRE LA VERITA.
Questo sono le donne. Ciò di cui hanno paura NON è lo stronzo, ma uno che dica loro la VERITA. Sono delle eterne bambine capricciose.
Per loro, vale in modo palese, quella famosa citazione di Leopardi, che diceva:
--- Termina citazione ---
Marco, con le femmine non bisogna mai fare discorsi troppo seri e impegnativi.
Con loro bisogna parlare del più e del meno, cazzeggiare, sparare quattro cazzate e giocare, altrimenti le principesse sul pisello si annoiano a morte.
I discorsi seri è possibile farli solo con una ristretta minoranza di uomini, perché non va dimenticato che anche la stragrande maggioranza degli uomini è quello che è.
Se così non fosse, non ci troveremmo qui a fare i carbonari, dietro a soprannomi di vario genere.
--- Citazione ---Sono delle eterne bambine capricciose.
--- Termina citazione ---
E' quello che dico anch'io da lustri.
Frank:
--- Citazione da: Marco21 - Giugno 29, 2023, 16:15:14 pm ---Tempo fa per fortuna salvai la pagina, da te postata in un'altra discussione. La allego in PDF. Bisogna sempre salvare tutto, perchè le cose utili spariscono sempre. Internet non è affidabile.
--- Termina citazione ---
Prima del covid un vecchio utente di questo forum mi passò tutto il libro in PDF.
Purtroppo si è volatilizzato anche quello.
Frank:
--- Citazione da: Marco21 - Giugno 29, 2023, 16:25:28 pm ---Ne copio e incollo il testo, per una più agevole lettura, visto che la pagina non è più disponibile.
Quel maledetto crucco di Moebius
by Dalla redazione — 8 Novembre 2010
in ATTACCO FRONTALE, FAMIGLIA-EDUCAZIONE-SCUOLA, INEDITION, SALUTE-MEDICINA
“L’inferiorità mentale della donna”: un libro “scorretto”, pubblicato nel 1998 da Castelvecchi,
ormai fuori catalogo e “raro”
Esiste una mentalità rozza e volgare, fondata su pregiudizi contro le donne: il termine che
sintetizza tale atteggiamento precostituito è molto noto ed è misoginia. Assolutamente
contraria a questa, ma ugualmente del tutto fondata su prevenzioni nella stessa misura
acritiche, vi è altresì un’altra posizione ideologica – probabilmente influenzata dal
sentimentalismo ottocentesco di marca romantica e oggigiorno molto di moda, anzi un must
che accomuna tutte le posizioni politiche -, secondo la quale tutto ciò che è inerente al
mondo femminile e alle sue rivendicazioni è bello, buono, vero e giusto. Il termine – meno
noto del primo – e che definisce o potrebbe definire tale pregiudizio è filoginia.
Contro di essa – e sulle differenze fisiche e spirituali tra i due sessi – ha scritto molte
controverse pagine Paulus Julius Moebius (Lipsia, 1853-1907), psichiatra tedesco, direttore
del Policlinico neurologico della città natìa.
La casa editrice Castelvecchi, encomiabile per aver stampato nel
corso degli anni molteplici testi “scomodi” e “trasgressivi”, nel 1998
ha dato alle stampe uno “scandaloso” scritto di Moebius,
L’inferiorità mentale della donna (Über den physiologische
Schwachsinn des Weibes, 1900). Abbiamo notato che esso è da
tempo scomparso non solo dal catalogo della casa editrice romana,
ma che è introvabile anche nei remainder e nelle vendite on line.
Seguendo lo spirito critico di LucidaMente, ci è venuto il sospetto
che la scelta di far “sparire” il libro sia stata provocata da motivi
legati al politically correct, cui abbiamo dedicato il presente numero
della rivista. Come mai oggi circolano nelle librerie italiane
porcherie di ogni tipo, che si ammucchiano costituendo scandalose,
mortifere cataste, mentre un volumetto non privo di pregi, se non
altro stilistici, si è dileguato?
Abbiamo perciò sentito l’attuale direttore editoriale della Castelvecchi, Cristiano Armati, che,
nel corso di una cordiale conversazione telefonica, ci ha rassicurato: L’inferiorità mentale
della donna è uscito dal catalogo della casa editrice per aver concluso il proprio “ciclo”, senza
che vi siano state scelte, censure o motivazioni particolari, né in seguito a particolari
pressioni di lettori o associazioni “filogine” o femministe. «Magari» ci ha detto Armati
«oggigiorno un libro fosse capace di suscitare reazioni forti, anche sdegnate o
scandalizzate!». Conoscendo bene pure noi l’atmosfera di “quietismo” che aleggia
sull’editoria e sui libri pubblicati in Italia, l’assoluta mancanza di polemiche, stroncature,
recensioni forti, pur di mantenere in quieto vivere, non inimicarsi alcuno, tirare a campare,
condividiamo pienamente la considerazione di Armati.
Resta, d’altro canto, la “sparizione” del libro di Moebius. Del resto,
l’edizione italiana della Castelvecchi era stata fatta precedere da una
insolita introduzione di Filippo Scòzzari. Perché “insolita”? Perché l’artista
bolognese – peraltro in genere molto iconoclasta e trasgressivo – prende
duramente le distanze dal saggio di Moebius, denigrandolo (!) con
affermazioni del tipo: «Mi appresto a sparare su un tedesco scemo che era
anche un medico scemo e uno scrittore scemo. Ora fortunatamente è
morto da moltissimi anni, quindi è scemissimo, e non lo ricorda un cane». Peccato che lo
“scrittore scemo” sia stato un bravo saggista e ancora oggi sia ricordato per aver scoperto
sindromi, malattie e sintomi che portano il suo nome. È certamente singolare che un
prefatore parli male del libro che sta introducendo (se a uno non piace un libro, evita di fare
il prefatore dello stesso), anzi insulti in modo volgare e preconcetto l’autore. E questo la dice
già lunga sui vincoli del “politicamente corretto” su cui abbiamo discettato in questo numero
della rivista.
Per recuperare qualcosa del libro di Moebius, abbiamo pertanto scelto di selezionarne alcuni
brani tratti dall’edizione Castelvecchi, brani che riportiamo di seguito e che oggi appariranno
“provocatori” o “maschilisti”. Il lettore (e/o la lettrice), ovviamente, li valuti come meglio
desidera, considerando però che ormai siamo, come i cani di Pavlov, condizionati a reazioni
obbligate dall’ideologia dominante del politically correct. E che non tutte le donne sono
uguali… Forse le stesse donne farebbero bene a prendere coscienza di certi atteggiamenti di
alcune e che qualche critica a volute, masochistiche màrtiri di uomini violenti, a conformiste,
bigotte, vittimiste, rampanti senza scrupoli ed escort varie farebbe bene a tutte e tutti. Il
compito del giornalista e del letterato consiste, comunque, nell’informare, documentare, far
conoscere, senza censure aprioristiche. Ecco alcuni brani dal libro di Moebius:
«Gli innovatori politici e religiosi non si accorgono che l’umanità è
tutt’una cosa con la Natura e che le leggi umane, dovunque
ripetentisi, necessariamente derivano dalla natura stessa degli
uomini. Essi credono sul serio che basti avere un giusto obbiettivo e
buona volontà perché il mondo muti faccia; non vedono l’uomo
reale, il quale nelle circostanze più importanti della vita segue i suoi
istinti, ma si tengono d’innanzi agli occhi una figurina di cera, la cui
forma possa esser cambiata a volontà e si illudono di trionfare sulla
Natura con le loro leggi. Così i femministi pensano di trasformare la
donna per mezzo delle leggi e dell’educazione. Ora, è
semplicemente puerile il credere che l’essenza della donna, quale si
ritrova in ogni tempo e presso tutti i popoli, sia un dato del capriccio».
«Concessione di diritti eguali in un senso ragionevole, non può significare altro che a
nessuno venga fatta ingiustizia e che vi sia giusto compenso per ogni prestazione. Si
propugni invece l’uguaglianza, sul principio che tutti gli uomini siano uguali, come volevano i
rivoluzionari di vecchio stampo: sarà predicata una stoltezza, poiché gli uomini non sono
uguali e tanto meno sono uguali i due sessi. Infatti cotesta sciocca idea dell’uguaglianza non
ha nulla a vedere col “movimento del proletariato femminile”; si tratta soltanto della
soppressione delle miserie, frutto delle nostre infelici condizioni sociali, si tratta di giustizia
verso le donne e le fanciulle che sono costrette a guadagnarsi il pane».
«Ciò che generalmente è ritenuto vero e buono, per le donne è in realtà vero e buono. Esse
sono rigide e conservatrici e odiano le novità, eccettuato, s’intende, il caso, in cui il nuovo
arrechi loro un vantaggio personale. Si dà così l’apparente contraddizione che le donne,
strenue a difendere le vecchie usanze, corrano dietro, tuttavia, ad ogni nuova moda; sono
conservatrici, ma accolgono per buona ogni assurdità per poco che questa venga abilmente
suggerita».
«La loro morale è soprattutto morale di sentimento; la morale che deriva dal ragionamento
è loro inaccessibile e la riflessione non fa che renderle peggiori. A questa unilateralità
s’aggiunge una ristrettezza di visuale. Giustizia, senza riguardo alla persona, è per esse un
concetto vuoto di senso. Esse, nel fondo, non hanno il senso del giusto. Ne consegue la
violenza degli affetti, la incapacità al dominio di se stessi. La gelosia e la vanità,
insoddisfatta o ferita, suscitano tempeste che non concedono campo a nessuna riflessione
d’ordine morale. Se la donna non fosse fisicamente debole, essa sarebbe un essere
altamente pericoloso».
«La lingua è l’arma delle donne, poiché la loro debolezza mentale le obbliga a rinunziare alla
prova dei fatti, per cui non resta loro che la piena delle parole. La litigiosità e la smania delle
chiacchiere non a torto furono in ogni tempo ritenute specifiche del carattere femminino».
«Parimenti è loro caratteristica un’avarizia fuori di luogo. Molto affine a questa caratteristica
è l’abitudine a far gran caso di minime questioni. Piccole bagattelle del momento fanno loro
dimenticare passato e avvenire, le questioni più serie e le minuzie vengono trattate con lo
stesso impegno e spesso ciò che veramente è importante viene trascurato per amor di un
nonnulla. Né giovano le dure esperienze, e le dimostrazioni più persuasive provocano bensì
teorici assentimenti, ma non mutano lo stato delle cose: “Alla fin fine io son fatta così”».
«Se la donna giudica il comportamento e la condotta di un’altra donna, spesso essa sarà
molto perspicace e potrà spingere il suo sguardo molto più a fondo che non la maggior parte
degli uomini. Ma la cosa è ben diversa quando si tratta di giudicar se stesse».
«Un certo grado di libertà è assolutamente condizione di vita per l’uomo, sia questi un
cacciatore, che deve, libero, scorrazzare pei monti, sia invece un filosofo che deve
liberamente muoversi nei regni del pensiero; ma la donna non ricerca affatto la libertà, anzi
la sua felicità consiste appunto nel sentirsi legata».
«Quando imparano a conoscere l’amore, come ben presto si dilegua tanto clamore! Resta
unico padrone del campo l’amore e le passate aspirazioni non risvegliano ormai altro che
allegre risa. Quando, poi, per soprammercato, arrivano i bambini, vengono dimenticate del
tutto le infantili aberrazioni dello spirito».
«Nella vita reale la cosa è chiara, ma quando scrivono, gli uomini perdono il buon senso».
L’immagine: la copertina dell’edizione Castelvecchi de L’inferiorità mentale della donna di
Paul Julius Moebius.
Franco Nardelli
(Lucidamente, anno VI, n. 61, gennaio 2011)
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--- Termina citazione ---
Tramite un paio di mie vecchie conoscenze, che scrivono in altre sedi (facebook e instagram), son venuto a conoscenza del fatto che anche questa vecchia discussione, aperta nel lontano 2007 da uno dei pionieri della QM, è stata cancellata da circa due anni a questa parte.
https://www.riflessioni.it/forum/cultura-e-societa/12022-cose-veramente-il-maschilismo.html
--- Citazione ---Milo Riano
Guest
Cos'è il maschilismo.
« on: October 10, 2009, 20:39:42 PM »
Quote
In un forum lontano lontano iniziò - ad opera di un utente a me non esattamente noto - una discussione che si chiedeva cosa fosse davvero il maschilismo.
Io penso sia quasi un obbligo per il newbie conoscerla, tanto per i contenuti quanto per la forma.
Pur essendo ancora raggiungibile all'indirizzo indicato in fondo al post, in allegato ho messo l'intera discussione in versione stampabile.
Buona lettura.
La discussione inizia così:
iulbrinner
29-11-2007 14.41.14
Del tutto in linea con un certo tipo di cultura dominante, anche in questo forum si osserva, con allarmante frequenza, il ricorso al termine "maschilismo" per connotare alcune convinzioni individuali espresse (da pochissimi, per la verità) nel contesto delle varie discussioni.
Che cosa si intenda con questo termine è, tuttavia, in larga misura, indeterminato - così come nella realtà ordinaria - anche all'interno di queste conversazioni.
Una definizione dizionaristica identifica il maschilismo come " atteggiamento psicologico e culturale fondato sulla presunta superiorità dell'uomo sulla donna ed il comportamento conseguente a tale atteggiamento".
E' altrettanto noto e pacifico che il c.d. maschilismo, inteso in questa accezione, non è oggetto di alcuna teorizzazione strutturata, ossia, non deriva da alcun sistema di pensiero definito ed oggi accreditato (tranne i fascismi storici del novecento), da alcuna ideologia conosciuta ed oggi praticata (tranne i nostalgici dei fascismi storici del novecento) e non si lega ad alcun personaggio della vita politica, culturale e morale dei nostri tempi che ne abbia dato una giustificazione teorica e lo abbia posto a base del proprio impegno intellettuale o di movimenti d’opinione esistenti.
In altri termini, il maschilismo è, secondo la definizione corrente, un connotato comportamentale individuale che prescinde, ai nostri giorni, da qualunque sistema di convinzioni collettivamente condiviso.
Ciò premesso, tanto nella realtà comune quanto all'interno di queste pagine, questo termine viene usato (o, meglio, abusato) per qualificare ogni posizione che non sia di perfetta aderenza al “pensiero unico”, con segnato riferimento alla dinamica del rapporto tra i sessi.
Se si sostiene di non voler sostituire la donna nel suo ruolo materno si è maschilisti.
Se si denuncia la falsa informazione e la gonfiatura propagandistica praticata intorno al fenomeno della violenza sulle donne, si è maschilisti.
Se si sostiene che il mondo femminile è più irrazionale di quello maschile, si è maschilisti.
Immagino che se anche si contestassero le quote rosa si sarebbe maschilisti….e via discorrendo.
Benché in nessuna di queste posizioni sia teorizzata, implicitamente o esplicitamente, una superiorità maschile, la bollatura è, immancabilmente, quella del “maschilismo”.
L'interrogativo di fondo di questo 3d vuole essere, allora, questo:
quale accezione si deve, quindi, dare al termine “maschilismo” e di quali nuovi significati impliciti è portatore?
è maschilismo tutto ciò che non compiace ed asseconda il mondo femminile?
http://www.riflessioni.it/forum/cultura-e-societa/12022-cose-veramente-il-maschilismo.html
* cose-veramente-il-maschilismo.zip (319.25 kB - downloaded 86 times.)
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Re: Cos'è il maschilismo.
« Reply #1 on: October 10, 2009, 20:43:55 PM »
Quote
Grande discussione, epica, forse la più grande su un forum che non fa parte del circuito della qm, e di livello estremamente alto come è il forum di riflessioni.it.
Ci sono lì almeno 4 tra i migliori tremilisti di sempre.
--- Termina citazione ---
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=173.0
Frank:
--- Citazione da: Vicus - Giugno 28, 2023, 20:35:07 pm ---Vero. Verissimo. Si impregano come spugne della propaganda che ormai dispensano all'università.
Degli non gli importa assolutamente nulla, perché per quanto si sforzino pensano troppo, non sono frivoli e non le fanno divertire abbastanza
--- Termina citazione ---
Un fatto che va evidenziato con forza è che alle femmine frega meno di zero degli uomini in quanto tali; a loro interessa solo l'utilità o meno che i suddetti possono avere nei loro confronti.
Ed infatti mi vien sempre da sorridere ogni volta che sento parlare di "femmine innamorate".
Ora, considerando che le femmine non rispettano e non stimano assolutamente gli uomini, come è possibile che si innamorino dei suddetti, considerando che il cosiddetto amore presuppone stima, rispetto e fiducia nell'altro ?
Ma di che cazzo stiamo parlando ?
Un altro fatto di cui ho parlato più volte, anche in altre sedi, è che le femmine non sono assolutamente attratte dagli uomini nella stessa misura in cui quest'ultimi lo sono dalle appartenenti al sesso femminile.
A loro piace veramente solo una ristretta minoranza di uomini; tutti gli altri son praticamente invisibili ai loro occhi e alle loro ovaie.
Se li frequentano, li sposano e ci scopano è per motivi che niente hanno a che fare con una reale attrazione verso i medesimi.
Altro fatto da rimarcare: contrariamente a quanto narra la propaganda mediatica femminista, con tutti i cagnolini scodinzolanti e leccaculo al seguito, nei rapporti di coppia le femmine sono molto più aggressive, offensive, manesche e violente degli uomini.
Per non parlare del fatto che tendono regolarmente a voler comandare, in primis perché considerano gli uomini una massa di coglioni ritardati, sicché partono dal presupposto che essendo tutti deficienti devono essere guidati.
Non a caso ho scritto innumerevoli volte che quelli tra i due sessi sono anzitutto rapporti di forza, di potere e non d'amore, per cui o comandano loro o comandiamo noi.
Con le femmine non esistono né possono esistere i cosiddetti "rapporti paritari".
Tutto il resto è fuffa femminista politicamente corretta.
Questi sono fatti di cui le nuove generazioni maschili devono e dovranno prendere atto.
Togliersi il velo di Maya è assolutamente necessario, perché le femmine non sono affatto esseri dolci e gentili. *
Anzi, le femmine allo stato brado, senza più paletti né argini, sono esseri repellenti e ammosciacazzi.
---------------
* In passato era l'estinta (in Occidente) società patriarcale a renderle "dolci e gentili"...
Finito il cosiddetto patriarcato è emersa la vera natura femminile, che è quella che possiamo ammirare oggi.
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