Un film assolutamente stupido e inguardabile, di una brutalità sorda, indecifrabile e gratuita.
Tra gli esempi che come al solito ritraggono un mondo a rovescio, il protagonista maltratta la compagna incinta oltretutto senza alcuna ragione. Lei ovviamente è un angelo di gentilezza e affetto anche se poi gli molla il bambino e se ne va. La parola misoginia echeggia molte volte in modo da imprimersi bene nella coscienza degli spettatori: il mondo sarebbe inspiegabilmente pieno di uomini che odierebbero donne serafiche come fate e principesse. Ideologia allo stato puro contro la realtà, per acuire il divario già non indifferente tra i sessi e fomentare odio e pregiudizi (veri questa volta) nei confronti del genere maschile.
Vengono completamente omessi gli esempi positivi (la stragrande maggioranza) di uomini che ogni giorno salvano donne anche a rischio della loro vita: non solo professionisti ma anche cittadini comuni. Film gravemente offensivo e pieno di pregiudizi, che a parti invertite solleverebbe un vespaio indescrivibile e non sarebbe neppure proiettato.
Hollywood non vi dirà mai che la stragrande maggioranza di morti sul lavoro sono uomini, che non ci sono quote rosa per miniere e cantieri e del gran numero di uomini che si suicidano (250 l'anno solo in Italia, il doppio dei "femminicidi" ma senza alcun allarme sociale) perché rovinati da una separazione fino all'indigenza e alla perdita dell'abitazione. Altro che "sette misogine", andatevi a vedere Gli Equilibristi con Valerio Mastrandrea, uno dei rari bagni di realtà che si possono trovare al cinema, sempre meno impegnato e sempre più fabbrica di illusioni