Autore Topic: giovane assassinato dalla propria ragazza (che però è libera e si gode la vita)  (Letto 7271 volte)

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Offline Marco21

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Domanda: perchè vi siete iscritti a questo forum? Perchè partecipate, leggete e scrivete? Non sarà mica che le femmine, qualche "problemino" lo hanno creato anche a voi? Credo che se foste così sicuri di voi stessi, come vi descrivete, passereste il tempo in modo più divertente, come fanno tutti. Invece leggete contenuti deprimenti su questo forum e partecipate pure alle discussioni. Come faccio esattamente anche io.

Potrei dirvi, che nel vostro piccolo, anche voi dimostrate segni di debolezza. Solo che non lo ammettereste mai, perchè per orgoglio volete convincervi che voi siete forti.

In genere vale la regola, che alla verità, si arriva a proprie spese, e spesso per mezzo di veri e propri traumi, che quindi suppongo anche voi abbiate subìto.

Da qui si parte, se si vuole essere onesti.

Certo che servono le critiche costruttive. Certo che bisogna avere rispetto di sè stessi, volersi bene ed amarsi.
Avrebbe potuto e dovuto essere più forte e mandarla a quel paese? Certo. Ma è ovvio, banale e scontato. Tuttavia non possiamo sapere come sia stata la sua vita, quali sofferenze avesse accumulato dentro, anche da ben prima di incontrare quella donna.

Ma se un ladro entra in un appartamento in cui per errore la porta è rimasta aperta, la colpa passa magicamente dal ladro, al proprietario sbadato? Processiamo il proprietario invece che il ladro?

Penso che le cose siano più complesse di così.

Quel sentimento di attaccamento che porta ad impazzire e a fare cose stupide, è semplicemente l'amore. Una specie di "forza", che in condizioni normali, serve a tenere unite le coppie e a superare le forze opposte che invece tenderebbero a dividerle.

Se un componente della coppia, usa quell'attaccamento per portare l'altro alla morte, è un assassino. In questo caso, la donna per me è una assassina. Punto. E su questo dovremmo essere tutti d'accordo.

Le donne, proprio perchè hanno meno forza fisica, si sono evolute nei millenni diventando abilissime manipolatrici.

Per questo, penso che sarebbe urgente ripristinare i reati morali. Per porre un argine a questo strapotere femminile. Il 90% minimo delle volte in cui un uomo perde la testa e fa del male a una donna, è quasi sempre dopo aver subìto ingiustizie che NON può denunciare, perchè NON sono reato per la legge, ma che possono fare un danno enorme a chi le riceve. Se gli uomini potessero denunciare le porcherie commesse dalle donne, cambierebbe tutto e diminuirebbero anche i reati gravi, le violenze ed ovviamente anche i suicidi.

Poi certo, nel frattempo, l'unica cosa che possiamo fare è difenderci da soli, diventando più forti. Ma è un po come dire agli uomini "arrangiatevi". E allora lo Stato, le leggi, la giustizia, la morale, l'etica, cosa le abbiamo inventate a fare, se conta solo la legge della giungla?

Almeno non bisognerebbe mai invertire i ruoli vittima - carnefice.

Offline Vicus

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Ma quale amore, siamo nella patologia più conclamata e la vita se l'è tolta lui, la responsabilità ultima è SUA.
L'unico problemino che mi hanno creato le donne è non poter mettere su famiglia, perché erano del tutto al di sotto delle esigenze della situazione. Per il resto, le relazioni che ho avuto con loro si riassumono in cinque lettere: noia.
Citazione
passereste il tempo in modo più divertente, come fanno tutti
Tutti a divertirsi là fuori, soltanto noi siam qui a deprimerci
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Marco21

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E chi se ne frega ?
Ma un bel vaffanculo, no ?

Non è così semplice. Perlomeno non per tutti. Ci sono uomini molto soli.
La solitudine assoluta ha un costo, anche in termini di rischi per la propria vita.
E dopo quel "vaffanculo" sai già in anticipo, che sarai umiliato e verrai a sapere che la tizia dopo pochissimo ti ha già sostituito, con una facilità impressionante e ti darà la dimostrazione che il "problema" eri tu.
Lo sai già in anticipo, ben prima di pronunciare quel "vaffanculo".
E il saperlo già in anticipo è un freno, perchè è frustrante ed ha un forte impatto emotivo, specie in un uomo che vive in completa solitudine.
Serve davvero molta forza, per non cedere a questa gara maschile di remissività, che ha comunque delle cause, e non viene dal nulla.
Non dico che non hai ragione. Dico che è un po più complicato e non è facile.

Offline Marco21

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la vita se l'è tolta lui, la responsabilità ultima è SUA.

Quindi ignoriamo le cause antecedenti? E' pericoloso questo ragionamento. Ed è esattamente il modo di ragionare delle donne, quando si tratta di femminicidi e violenze. Vogliono sempre ignorare tutto quello che è accaduto prima, e le loro responsabilità, nel portare l'uomo all'esasperazione. Come se le loro azioni precedenti fossero sempre ininfluenti. Come se una mattina l'uomo si svegliasse e decidesse di uccidere senza motivo. Ma se invece è la donna ad uccidere l'uomo, allora scrivono (ti giuro che l'ho letto coi miei occhi) "bè chissà quella povera donna cosa avrà passato, per arrivare a uccidere quell'uomo.". Quindi, le cause contano, solo quando conviene. Due pesi due misure. Io penso che le cause contino sempre. Per me l'assassina è lei.

Ammesso pure che lui fosse malato, lei avrebbe dovuto aiutarlo. E se non poteva, allora avrebbe dovuto raccontare tutto alla famiglia di lui, affinchè lo aiutasse. Ma qui, siamo di fronte a una pazza, malata, senza uno straccio di coscienza. Una bugiarda che ha avuto anche il coraggio di rilasciare interviste televisive, in cui si vede che mente spudoratamente. In un mondo normale, una così starebbe già in galera, e non si darebbe la colpa all'uomo.

Offline Vicus

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Non ignoriamo nulla ma la decisione ultima è stata di quell'uomo, e noi non facciamo come le femmine che evadono sempre dalle loro responsabilità.
La solitudine non si elimina (anzi si peggiora) con donne di quella risma e, in quest'epoca, con le donne in generale che fanno sentire anche più soli: https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,24.msg36.html#msg36
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Marco21

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Se una donna partecipasse a questa discussione, direbbe esattamente le stesse cose: "avete ragione, era sicuramente del tutto pazzo e malato. Lei non ha nessuna colpa. Se non di aver perso tempo con un povero fesso come lui".

Non dico che lui non avrebbe dovuto reagire. Ma almeno non invertiamo i ruoli di vittima e carnefice. Si possono fare critiche costruttive, ma solo DOPO la piena solidarietà alla vittima, e il sano e giusto disprezzo della assassina. E le cose vanno chiamate coi loro nomi.

Dare la colpa a lui in questo caso, significa assolvere l'assassina. E questo è orribile. Specie in una comunità maschile. Sarebbe inaccettabile persino su un sito per sole donne. Figuriamoci su questione maschile.

Offline Vicus

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Ripeto per l'ultima volta che c'è un equivoco: lei ha enormi responsabilità, ma la responsabilità ultima è di lui, per cui ha attenuanti ma non scusanti
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Online Massimo

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Se una donna partecipasse a questa discussione, direbbe esattamente le stesse cose: "avete ragione, era sicuramente del tutto pazzo e malato. Lei non ha nessuna colpa. Se non di aver perso tempo con un povero fesso come lui".

Non dico che lui non avrebbe dovuto reagire. Ma almeno non invertiamo i ruoli di vittima e carnefice. Si possono fare critiche costruttive, ma solo DOPO la piena solidarietà alla vittima, e il sano e giusto disprezzo della assassina. E le cose vanno chiamate coi loro nomi.

Dare la colpa a lui in questo caso, significa assolvere l'assassina. E questo è orribile. Specie in una comunità maschile. Sarebbe inaccettabile persino su un sito per sole donne. Figuriamoci su questione maschile.

Cercherò di essere chiaro fino alla brutalità: che lei sia stata la carnefice, non ci piove. Che meriterebbe di essere presa a calci, è di solare evidenza (questo è ciò che farei io, se ci provasse a fare A ME un milionesimo di angherie che ha fatto a lui). Quanto a lui, va tutta la mia solidarietà (la stessa che riservo agli inermi e agli imbelli). Ma solidarietà non significa assolverlo dalle sue responsabilità che sono gravi. Lui non è stato sopraffatto dall'amore che aveva o diceva di avere per lei. Lui HA SCELTO di essere vittima e di subire. E spesso si adattava persino a fare delle pagliacciate, umilianti per lui e lesive alla sua dignità, come divertenti per la sua tormentatrice. E quando SCEGLI di fare il pagliaccio e la vittima perdi non solo il rispetto degli altri, ma anche il rispetto di te stesso. Tant'è che poi si è suicidato. Se era così contento di comportarsi così (come certi imbecilli maschi "alfa" ben posizionati che pagano le prostitute per farsi frustare da loro e farsi condurre al guinzaglio, invece di scopare e basta) come mai che si è suicidato? Evidentemente perchè la dignità che ha deciso di sacrificare per compiacere la sua aguzzina gli ha presentato il conto: la consapevolezza che la sua non era più vita ma semplice esistenza da vegetale che non meritava più di essere vissuta e alla quale ha deciso infatti di porvi fine. E che questo valga di esempio per tutti noi: un rapporto del genere con stronze del genere va tagliato di netto fin dalle prime avvisaglie perchè quando inizia è il principio di un calvario senza fine e quando poi finisce finisce in maniera becera e drammatica: non si porta via niente da esperienze del genere, assolutamente niente: si perde solo tempo. Quando ho dato il benservito a certe stronzette che ho incontrato non mi sono sentito colpevole o colpevolizzato, ma solo FIERO di aver conservato la mia autostima. E sono e vivo tutora sereno e contento. Invece quel ragazzo ha fatto la scelta esattamente opposta. Risultato: è morto suicida, dopo un esistenza abietta, tormentato non da un uomo o da ragazzotti più forti di lui ai quali era difficile o pericoloso opporsi, ma soltanto da una stronzetta che poteva ben essere facilmente allontanata o messa in riga da una scapaccione o, se questo non bastava, da una serie di calci un culo ben assestati. A ciascuno le sue conclusioni. 

Online Frank

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Domanda: perchè vi siete iscritti a questo forum? Perchè partecipate, leggete e scrivete? Non sarà mica che le femmine, qualche "problemino" lo hanno creato anche a voi? Credo che se foste così sicuri di voi stessi, come vi descrivete, passereste il tempo in modo più divertente, come fanno tutti. Invece leggete contenuti deprimenti su questo forum e partecipate pure alle discussioni. Come faccio esattamente anche io.

Potrei dirvi, che nel vostro piccolo, anche voi dimostrate segni di debolezza. Solo che non lo ammettereste mai, perchè per orgoglio volete convincervi che voi siete forti.


Ascolta, nessuno in questo forum ha mai sostenuto di essere parente di superman, tantomeno di non aver mai avuto rogne con l'altro sesso.
Non si nasce "imparati" (cioè "maestri"), lo si diventa nel tempo, con l'esperienza, che qualcuno definisce "la somma delle fregature".
Però, parlando per un momento a titolo personale, dico soltanto che con il sottoscritto una femmina poteva e può solo sognarselo di assumere certi atteggiamenti, perché da queste parti non c'era e non c'è trippa per gatti.
Viceversa gli schiaffoni volerebbero, benché sia perfettamente consapevole delle conseguenze legali.
Sappi che ho 52 anni, non 22, non ho figli e non mi sono mai sposato, tantomeno ho intenzione di farlo.
In tal senso sono un uomo libero, anche perché alla mia età chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato.

Online Frank

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Mi ricorderò sempre (perchè ho deciso di non scordarlo più) la frase che un padre (impersonato, se non sbaglio, da Sylvester Stallone) rivolge ad un suo figlio scoraggiato per i  problemi dell'adolescenza: "Finchè tu non avrai fiducia in te stesso e rispetto di te stesso, la tua non sarà vita!". Questa frase me la sono scolpita nella mente. E ad essa mi sono sempre ispirato, soprattutto mentre prendevo a scapaccioni le stronzette quando mi dicevano quello che non mi garbava. Uno che mi ha visto fare così, mi ha chiesto, scandalizzato ed inorridito: "Così tratti le ragazze?". Prendile tu, le cretine" Gli ho risposto. Ed eravamo felici in due: lui, di sostituirmi nel rapporto con le cretine. Io, di essermene liberato. Invece, quel ragazzo che ha deciso di porre fine alla sua vita lo ha fatto appunto perchè ha capito che a quel punto la sua non era vita.



Offline Marco21

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Cercherò di essere chiaro fino alla brutalità 
Sono perfettamente d'accordo. Ti ho capito, ed hai ragione.

Avete ragione.

Tieni conto però dell'esperimento della rana bollita. Se una rana va a finire in una pentola di acqua bollente, salta fuori e si salva, ma se invece l'acqua inizialmente è fredda e la si scalda lentamente, la rana muore bollita.

In certe cose, ci si finisce lentamente, senza nemmeno accorgersene. Si cade in una specie di sonno profondo, nel quale la lucidità non esiste più, e ci si ritrova completamente inermi ed incapaci di reagire. Quando ci si accorge del mostro a cui ci si è affezionati, è ormai "troppo tardi", o almeno questo è quello che si percepisce, perchè si è completamente dipendenti dal mostro. E' come la tossicodipendenza, si attivano le stesse aree del cervello. Ci vuole molta disciplina per liberarsene, perchè dalla prospettiva interna a quell'incubo illusorio in cui si è entrati, la vita senza quel mostro appare priva di senso. E' un incubo mentale da cui è quasi impossibile uscire.

A questo si aggiunga la percezione che abbiamo tutti, della "scarsità" di donne decenti. Questa brutta sensazione fa sì che ci si aggrappi ancora di più a quelle poche che "appaiono" diverse o migliori, anche erroneamente. Questo aumenta enormemente il potere delle narcisiste.


Ma quale amore, siamo nella patologia più conclamata
Quando parlavo di "amore" prima, non intendevo che questo fosse un amore sano e non invece patologico. Intendevo solo che questi meccanismi di attaccamento totale all'altra persona, di base, sono gli stessi che per millenni hanno permesso alle famiglie di restare unite, nonostante ciò che al contrario, tendeva a dividerle. L'attaccamento è negativo quando l'altra persona invece di gioirne, lo utilizza per fare del male, e per nutrire la propria autostima, in modo tossico. Tra l'altro queste narcisiste, sanno di non valere nulla. Hanno problemi seri di autostima, e per questo hanno bisogno di nutrirla con queste bassezze. E' una consolazione per la loro vita miserabile.

Comunque so bene che "chi pecora si fa, il lupo se la mangia". Avete perfettamente ragione. Bisogna imparare a difendersi e a farsi rispettare. Quello che io intendevo, era solo che, il non essere stati in grado di difendersi, non ci rende colpevoli.

Offline Vicus

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L'amore familiare non c'entra nulla, chi non ama se stesso non può amare un'altra
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Marco21

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Mi ricorderò sempre (perchè ho deciso di non scordarlo più) la frase che un padre (impersonato, se non sbaglio, da Sylvester Stallone) rivolge ad un suo figlio scoraggiato per i  problemi dell'adolescenza: "Finchè tu non avrai fiducia in te stesso e rispetto di te stesso, la tua non sarà vita!". Questa frase me la sono scolpita nella mente.



Grazie ad entrambi. Bellissima scena, densa di significati importanti.

Offline Marco21

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L'amore familiare non c'entra nulla, chi non ama se stesso non può amare un'altra
E' complicato. E' vero quel che dici. Ma allora lui non la amava? L'avrebbe tradita, lasciata, umiliata? Le avrebbe mai fatto ciò che lei ha fatto a lui? Non saprei. Non credo. Quando mi sono ritrovato vittima di narcisiste (mai a questi livelli però! ), io non avrei fatto la stessa cosa a loro. Avrò avuto scarso amore per me stesso, ma ricordo di aver fatto del bene a loro.

Certo, è vero che l'amore raggiunge il suo massimo equilibrio, nel momento in cui la persona ama sè stessa innanzitutto, e in tal modo evita dinamiche tossiche per entrambi. Ma queste frasi assolute, di solito semplificano realtà più complesse.

L'amore c'è, solo che è cieco, malato, inconsapevole, non ben interpretato. La persona non riesce nemmeno a guardarsi dentro, per capire le dinamiche in gioco.

Offline Marco21

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Non ignoriamo nulla ma la decisione ultima è stata di quell'uomo, e noi non facciamo come le femmine che evadono sempre dalle loro responsabilità.
La solitudine non si elimina (anzi si peggiora) con donne di quella risma e, in quest'epoca, con le donne in generale che fanno sentire anche più soli: https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,24.msg36.html#msg36

Comunque ti ringrazio per l'estratto di quel libro. Molto interessante. Però io non parlavo solo della solitudine come percezione, ma anche come condizione oggettiva. Prima o poi arrivano le malattie, la vecchiaia, la morte. Non si resta giovani e sani per sempre. E a quel punto la paura di restare da soli, non è solo una percezione dovuta a debolezza d'animo, ma ha una base razionale.