Che le èlites occidentali siano sempre più insofferenti per la democrazia è oramai un fatto acclarato. Ma recentemente hanno gettato la maschera: un articolista del New York Times, un certo Adam Grant in un articolo ha apertamente auspicato l'eliminazione delle elezioni. A fronte di una popolazione che non si fida più dei propri governanti e oramai li disprezza apertamente, invece di compiere delle forti riflessioni doverose sugli errori commessi e sulle sofferenze che da anni impongono alla popolazione, hanno deciso che è il momento di imporre la loro dittatura e di completare l'esproprio della sovranità popolare con l'eliminazione totale anche delle APPARENZE della democrazia, trasformando oramai apertamente l'Occidente in una ristretta oligarchia come in Cina, magari in attesa di trasformarlo in un'autocrazia come la Russia. Forse pensano che solo così potranno contrastare la Cina e la Russia, adottandone cioè i regimi. Oramai siamo in piena Oceania con i servi di regime, i giornalisti, i quali invocano ormai apertamente la dittatura dei poteri forti e incitano i loro padroni a fare presto a dare il colpo di grazia alla democrazia eliminando anche la finzione delle elezioni: i cittadini devono così essere trasformati in plebe, anzi plebaglia senza diritti ed in perenne precarietà, nel concreto pericolo di perdere anche l'indispensabile per sopravvivere, quindi perennemente ricattabili. E questo va fatto anche in fretta. Dal punto di vista di tale stronzo la cosa ha una sua logica ferrea, per quanto perversa: chi è ridotto a questo punto, perchè dovrebbe votare? Quindi, prima lo si riduce a questo punto, con le politiche neoliberiste e poi gli si toglierà il diritto di voto. Così avrà la consapevolezza di non contare e di non valere più niente.