Caro Massimo, Vicus mi ha detto che la mia esperienza può aiutare gli altri.
Questo mi lusinga.
Lo farei partendo da qui: innanzitutto spero che molti uomini si facciano avanti (e non solo qui).
Ho constatato nella mia esperienza - che va sempre trascesa, perché è prerogativa maschile l'universalità - che molti uomini, anche giovani, sanno la verità. Mi è capitato con un ragazzo di una decina d'anni più giovane di me, insospettabilmente anti-femminista: è bastato un grimaldello ideale per fare emergere come la pensava. E quale fu il grimaldello? Appena contestai la tesi della superiorità di stipendio maschile su quello femminile mi si scatenò contro il demonio, cioè un massacro di reazioni violentissime avverse (quelle degli zerbini sono le peggiori). Lui mi difese (fra i pochissimi). Gli telefonai e si confidò: non ce la faceva più del "discorso ufficiale odierno". Ha ragione Massimo: l'amicizia (per non parlare di altro di più significativo) con l'altra parte va bene solo se ci sono i presupposti, altrimenti ognuno/a a casa sua.
Ogni individuo di sesso maschile che abbiamo davanti potrebbe essere lì per imboccare la strada della maturazione e forse l'ha già imboccata.
Consiglio numero 1 per costoro: non nascondetevi dietro un finto machismo e parlatene.
Consiglio numero 2: se notate che le vostre amiche tirano fuori la leggenda metropolitana per cui le donne furono sempre oppresse (eccetera eccetera), raffreddate gradualmente i rapporti con loro, ma cercando di non darlo a vedere. Quando e se vi avranno persi, saranno nella stessa condizione della rana di Galvani e non potranno tornare indietro. I ragazzi, i giovani, non devono cercare di cambiare con i ragionamenti le convinzioni delle donne. Loro seguono il potere (le convinzioni del momento che fanno epoca), indipendentemente dai contenuti che voi esprimete.
Consiglio numero 3: le convinzioni delle donne sul punto numero 2 non dipendono dal livello culturale: la docente universitaria la pensa come la suocera analfabeta della domestica. Tanto per fare un esempio: una volta tentai vanamente di spiegare a una giornalista (non ad una analfabeta) che il femminismo è sbagliato, perché ha sostituito i generi alle classi, quindi la stragrande maggioranza degli uomini non era privilegiata, anzi poverissima, eccetera eccetera. Risposta della mente sopraffina (si fa per dire): «Io ho visto che anche in situazioni di povertà la donna era una serva». Chapeau.
Consiglio numero 4: non solo essere single non è una maledizione, lo sono anch'io: ma i giovani dovrebbero ribaltare l'assunto millenario: prima si impara a vivere da soli e dopo semmai, se ci sono le condizioni che Massimo sottolinea, si intraprenderà qualcosa d'altro.
Per ora basta così.