Autore Topic: In morte di Napolitano  (Letto 568 volte)

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Offline Vicus

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In morte di Napolitano
« il: Settembre 23, 2023, 00:53:10 am »
L’uomo che trasbordò  il PCI da Stalin a Rockefeller
 
Caduto  il Muro, davanti al PCI si apriva l’abisso. Rischiava  sparire e diventare impresentabile  anche  il partito comunista più grosso dell’Occidente, con tutta la sua rete di solidi interessi . Come  gli fu restituita la verginità agli occhi dell’Occidente?    Un mio  articoletto  di allora:
Ricordo ancora con ammirato stupore la disinvolta  velocità con cui  Occhetto, capo dell’allora più grosso  partito comunista d’Occidente,   che viveva di pagamenti da Mosca, si  recò in visita dal miliardario ‘canadese’ Edgar Bronfman, per fare sdoganare sé  e il PCI presso i poteri del capitalismo globale. Bronfman, che oltre che padrone della Seagram (Whisky) [si veda la curiosa coincidenza con la saga cinematografica Kingsman] era anche insignito dal regime della Germania Est della massima onorificenza comunista, la Stella dell’amicizia dei Popoli, aveva già  reso lo stesso servizio a Gorbaciov.
Edgard Bronfman fece avere all’URSS di Gorbaciov lo status di “nazione più favorita” ossia dazi  di favore dagli Usa, nonché l’abilitazione dei media occidentali come progressista e liberal non più comunista.
 
Poche ore dopo  l’incontro col miliardario – maggio 1989 –  Occhetto fu fatto incontrare  (cito da Repubblica)  “con David Rockefeller”, fu intervistato dai “ due maggiori quotidiani Usa: il Washingon  Post e il New York Times”,  rese omaggio “al cimitero di Harlington, dove riposano i fratelli Kennedy, e al monumento ai caduti del Vietnam”, e poi fu impegnato in “una fitta serie di colloqui con esponenti del Congresso” Usa. Tenne anche “conferenze pubbliche al Carnegie Endowment for Peace di Washington, e  al Council on Foreign Relations”.

Comunisti a Washington, 1989:


Penso sia inutile precisare che in quel fruttuoso viaggio, Occhetto fu accompagnato da un solo altro esponente del comunismo: Giorgio Napolitano. Ne uscì, lui e il partito,  candeggiato e  legittimato a prendere il potere in Italia al posto della DC: ovviamente dopo libere elezioniAiutato, è vero,  dalla valorosa magistratura che, con geometrica sincronicità, gli spazzò via  i partiti potenzialmente concorrenti, la DC di Andreotti e Forlani e il Psi di Craxi  con la leggendaria operazione “Mani Pulite”.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/05/16/la-missione-di-occhetto.html
Fu il più  acrobatico e ammirevole salto sul carro del vincitore cui abbia assistito nella mia vita. Abbandonata la classe operaia alla grandine della globalizzazione e alla concorrenza dei salari cinesi messicani, romeni –  la deindustrializzazione, il massacro salariale del ‘proletariato’ – , il PCI si dedicò a difendere “minoranze oppresse” più comode:  i finocchi,  e i parassiti pubblici, anzitutto, ossia le lucrose cariche di sottogoverno che occupò totalmente..
Ma il punto veramente stupefacente fu il nuovo atteggiamento dei  dirigenti e della “cultura di sinistra” al completo: il comunismo e la sua storia di sangue e di gloria, non li riguardava più. I suoi delitti, i milioni di morti –   crimini che i dirigenti PCI e i suoi intellettuali organici avevano giustificato, anzi  rivendicato  come necessari passi della “dittatura del proletariato” nell’avanzata   verso la  “società senza classi” in   mezzo secolo di dibattiti e scontri dialettici (e fisici)  con noi anticomunisti  – non avevano più niente a che fare con loro.
Per anni ed anni, essere comunisti o compagni di strada, è stato di moda.  Era “attuale” e moderno, faceva stile essere rosso.
Da allora, a nessuno di essi è mai capitato di usare il linguaggio marxiano: ed è gente che per anni ha frequentato la “scuola di formazione politica alle Frattocchie”,  dove di quel linguaggio, e di quella filosofia si veniva imbevuti.  Erano diventati un foglio bianco.
A me è capitato di citare Marx, di difendere la sua critica al capitalismo globale (una pars destruens veramente profetica); a loro, mai. D’Alema bombardava l’antico compagno Milosevic con  la NATO, e  si comprava lo yacht da regate da un paio di miliardi di lire, come se mai avesse letto la sardonica frase di Karl sul “modo di esistenza che crea la coscienza” (traduco: chi vive da ricco, pensa e giudica da ricco  e difende il  sistema sociale anche più ingiusto, perché  lo sente naturale e meritevole). E Walter Veltroni?   “Mai stato comunista”,   disse. Ed era iscritto al Pci dall’età di 14 anni. Credeva d’essersi iscritto ad una bocciofila.
 
Per anni ed anni, essere comunisti o compagni di strada, è stato di moda.  Era “attuale” e moderno, faceva stile essere rosso. Era “la tendenza del momento” per cui si veniva invitati nelle tv, a scrivere opinioni sui grandi giornali,  nei salotti buoni, negli ambienti che contano, e nelle direzioni mediatiche potenti.
S’intende che sono rimasti di moda, adottando le mode sociali della sinistra “attuale”: non più quella totalitaria (su cui avevano giurato, e che volevano imporre al Paese), ma quella libertaria. Radical-chic.  Sessantottina.  Edonista.  Paolo Mieli, allora direttore del Corriere, indicò la strada:con  articoli che proclamavano “il ritorno al Privato”.  Prima, era stato di moda il contrario: “Il Privato è politico”, “Tutto è politica”,  la ”rivoluzione sociale, il collettivismo” richiedevano il sacrificio di ogni intimità. Adesso, contrordine compagni: tornate al privato. Agli amori, agli ed alle amanti dei vari sessi, alle regate, alle  cene sulle terrazze romane immortalate da Ettore Scola,   alle vacanze intelligenti fra “noi che siamo à la page”. I Vip Non aspettavano altro, gli intellettuali  ..
 
Come ricorda Cesare Sacchettti:
Morto Giorgio Napolitano. Si chiude il ciclo del 2011 che portò ad una interminabile serie di presidenti del Consiglio direttamente scelti da Londra, Bruxelles e dai club segreti transnazionali. Si chiude il ciclo di uno degli uomini che guidò la transizione dalla Prima Repubblica alla Seconda Repubblica voluta dallo stato profondo di Washington. Si sta chiudendo un’epoca. L’epoca dei tradimenti contro l’Italia.

https://www.maurizioblondet.it/luomo-che-trasbordo-il-pci-da-stalin-a-rockefeller-via-congresso-ebraico/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:In morte di Napolitano
« Risposta #1 il: Settembre 23, 2023, 01:40:34 am »
Chi tradisce una fede politica, caro Vicus, non ha poi nessun problema a tradire il suo Paese. Tanto, il suo Paese lo tradiva già quando era comunista.

Offline Vicus

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Re:In morte di Napolitano
« Risposta #2 il: Settembre 23, 2023, 02:47:22 am »
Perché era comunista?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:In morte di Napolitano
« Risposta #3 il: Settembre 23, 2023, 03:08:43 am »
Come tanti figli di papà, in un tempo lontano lo fu. E come tanti figli di papà smise di esserlo quando non era più utile restarlo.

Offline Vicus

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Re:In morte di Napolitano
« Risposta #4 il: Settembre 23, 2023, 03:14:14 am »
Gli stessi figli di papà che arrancano a scuola, poi saltano sul carro giusto e assurgono a posti di responsabilità facendo disastri
« Ultima modifica: Settembre 23, 2023, 04:09:40 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:In morte di Napolitano
« Risposta #5 il: Settembre 23, 2023, 03:29:53 am »
Appunto! E di disastri costui ne ha combinati davvero tanti. Ma proprio tanti.

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Re:In morte di Napolitano
« Risposta #6 il: Settembre 25, 2023, 06:26:39 am »
Riposi in pace - posto che il Padreterno glielo consenta - comunque in vita fu una merda di alto livello.

Offline Vicus

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Re:In morte di Napolitano
« Risposta #7 il: Settembre 25, 2023, 12:31:57 pm »
Ora (qualunque esso sia) si trova in un luogo di verità e tutto il suo potere non gli serve a nulla
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:In morte di Napolitano
« Risposta #8 il: Settembre 29, 2023, 22:10:18 pm »
Lascia basiti che un papa rifiuti il segno della croce che persino la Meloni fa:


FONTE Pro memoria

Un papa fuori servizio

… la sua visita alla salma di Giorgio Napolitano in veste di papa laico, se non di cittadino Bergoglio

… un Papa che per rispettare la volontà di un ateo non rispetta la fede di cui è Santo Padre

… Il segno della croce riguardava lei   [ vedi, ad esempio Meloni ]

… non avrebbe affatto prevaricato … arrivando perfino a raccomandare la sua anima a Dio

… nonostante la professione di ateismo del defunto

… e ha generato senso di pena, quel suo silenzio muto

… inespressivo, inerme davanti alla salma

Un Papa non può relativizzare e privatizzare la sua fede

adeguarsi a chi ha davanti e disattivarla secondo circostanza

… nascondere le sue tracce


… si è sempre sacerdoti e padri (semel abbas semper abbas)

… E la cosa peggiore … è che quell’atto compiuto a Palazzo Madama non è il solo

… vedere il comico Lino Banfi farsi fotografare a braccetto con il Papa

… non lo avrebbe fatto con Mattarella, non glielo avrebbero permesso

… avrebbe avuto soggezione; invece lo fa col Papa



… umiliante è stata pure l’immagine sua a fare anticamera da Macron

… come un qualunque avventore o paziente nella sala d’attesa



… suoi interventi da presidente di ONG

… della Cgil-Preti o da Papa acattolico

… sue perorazioni da militante delle battaglie green o da sostenitore degli sbarchi

… come se gli scafisti fossero missionari del Signore


… a me sorge un’idea che le propongo in tutta umiltà

… Quando il Papa non fa il Santo Padre … perché non indossa abiti più consoni alla circostanza?

… ha infranto molti riti, liturgie e tradizioni

… si toglie l’abito talare e si mette in borghese, giacca e pantaloni?

… o in tuta d’operaio, se preferisce?


… Così anche i credenti … si renderebbero conto che in quel momento il Papa è fuori servizio

… Quando fa l’omino qualunque, e non il Papa, si vesta da omino qualunque

https://www.pro-memoria.info/wp/wp-content/uploads/Quando-non-fa-il-Papa-usi-abiti-civili-_MV-La-Verita.pdf
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