Ovviamente è molto triste parlare di Dio in questi termini.
Già
Ma lui era una matematico, e ha voluto applicare i suoi ragionamenti probabilistici anche a Dio.
Che miseria
La probabilità è dove la fede incontra la sua negazione, non puoi credere a qualcosa se la ritieni solo "probabile". Infatti Pascal si limita a un moralismo ateo ("una buona vita") che anticipa lo svilimento della fede in umanitarismo filantropico.
Pascal era un giansenista (non si può scindere il suo pensiero dal giansenismo, avvertiva del Noce) e i suoi scritti sono una palude sentimentale.
In Francia non si parla d'altro (hanno solo Pascal), mentre sarebbe ben più proficuo leggere Vico, la cui portata rivoluzionaria non è stata ancora compresa: fornì i mezzi per far uscire l'umanità dalla
trance che la portava a ripetere la Storia, liberandosi dai vari "idoli" che distorcono la percezione e i processi cognitivi:
Ma, in tal densa notte di tenebre ond'è coverta la prima da noi lontanissima antichità, apparisce questo lume eterno, che non tramonta, di questa verità, la quale non si può a patto alcuno chiamar in dubbio: che
questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritruovare i principi dentro le modificazioni della nostra medesima mente umanaAlla faccia di chi parla di cambiamenti "irreversibili" col noto ritornello ♫ non si torna indietro ♫