Mi trovavo a parlare con un amico di questo tema. Lui mi diceva, a proposito della sua ex, che era una traditrice: "non le auguro il male, perchè io le ho voluto bene davvero". Sembra che molte persone abbiano vergogna di augurare, o anche semplicemente di sperare, il male di qualcuno. Si sentono in colpa loro, pur essendo stati delle vittime. Io gli facevo notare, dopo averci riflettuto a lungo, che ho capito che augurare il male a chi ne ha assolutamente bisogno per capire cosa ha fatto, è invece un segno del voler bene davvero! Non è affatto in contraddizione.
Proprio perchè si vuole bene a una persona, ci si rende conto che l'unico modo con cui può capire cosa ha fatto, è che riceva la stessa ingiustizia e disonestà che ha commesso, se non addirittura peggio (dato che essendo lei insensibile, non soffrirebbe la stessa pena che ha arrecato ad altri).
E' l'unica conclusione possibile a cui si giunge, dopo essersi resi conto di aver voluto bene a un mostro. L'affetto continua anche dopo, poichè era sincero. E nessuno può interromperlo. E proprio l'affetto ti porta a pensare, al bene della persona. Che in questo caso, DEVE necessariamente passare attraverso il dolore e la sofferenza, affinchè possa redimersi, come del resto affermano moltissimi filosofi e maestri spirituali della storia.
Del resto, chi non vuole bene a una persona, non le augura nulla. Ma invece le è del tutto indifferente. Il contrario dell'amore, non è l'odio. Ma l'indifferenza.
Così comprendo anche perchè Dio permetta il male nel mondo. Non è in contraddizione con l'amarci, ma anzi, forse ne è la migliore dimostrazione.