Ti ringrazio per il confronto civile, e per i dettagli storici, che ammetto che non conoscevo in modo così approfondito.
C'è però da dire che la tua metafora del bullo non è pertinente, perchè presume che il bullo NON sia stato precedentemente la vittima. Mentre in questo caso è proprio ciò che è avvenuto. Gli arabi sono stati prima vittime di un furto, e poi hanno reagito. Quindi quella metafora è fuori luogo, e il "bullo" si sta solo difendendo. Per questo, le reazioni degli Arabi andrebbero comprese, perchè di fatto sono perfettamente comprensibili, poichè il furto è RECENTE, ed ancora in corso (in ogni caso la realtà è questa).
Certo, è vero che molti Stati sono nati con guerre ed espansioni territoriali, ma la differenza è che Israele sta continuando ad espandersi ancora oggi. Tu dici che è per punire gli Arabi perchè non riconoscono Israele. Ma di fatto, in tal modo gli ebrei dimenticano di essere stati loro ad aver cominciato a fare del male. Non ha senso rubare territorio, e poi meravigliarsi del fatto che la vittima cerca di difendersi, per poi vendicarsi pure di quella auto-difesa. Significa essere incapaci di osservare sè stessi con obiettività.
Inoltre, reagire al male con altro male, legittima il male dell'avversario. Se reagisci col male, allora implicitamente, stai dicendo che il tuo avversario fa bene anche lui ad usare la forza. Ed allora non puoi più lamentartene. Diventa la legge della giungla. Non vince chi ha ragione. Vince solo il più forte. Poi che sia il più bastardo ed il più illogico e disonesto, non ha importanza.
Credo che il vittimismo, in tutte le situazioni crei dei mostri. Vale per le donne, come vale per gli ebrei. Chi si sente sempre patologicamente la vittima, in ogni situazione, si sentirà sempre legittimato a compiere ogni azione malefica. Solo perchè, chissà quanti anni fa, un suo antenato è stato vittima di una ingiustizia. Il vittimismo è una prigione, che impedisce di vedere la realtà.
La domanda "magica" che gli ebrei dovrebbero porsi è: "ma noi, cosa faremmo al posto degli arabi? Ci faremmo derubare passivamente senza muovere un dito?". Ovvio che questa domanda non se la pongono. Perchè se lo facessero, capirebbero all'istante, che loro farebbero le stesse cose, se non anche di peggio. Loro, al posto degli arabi, lo stato di Israele, non solo vorrebbero distruggerlo, ma anzi, lo avrebbero già distrutto.
La guerra in questo caso non serve a nulla. Persino se si uccidessero tutti, ma proprio tutti gli appartenenti ad Hamas, in pochissimo tempo si formerebbe un altro movimento persino peggiore ed ancora più violento. Ma è ovvio. Perchè si renderebbe ancora più evidente a tutti gli arabi, la crudeltà degli ebrei, e la necessità assoluta di distruggere Israele, ad ogni costo, perchè con quella azione, si auto-paleserebbe come il male assoluto. Diventerebbe un imperativo morale, al quale sacrificare la propria vita, per porre rimedio a qualcosa che verrebbe percepito come una ingiustizia. E' così difficile da capire?
Purtroppo gli esseri umani hanno imparato tante cose, ma dopo millenni di storia, ancora non sanno fare una cosa tanto semplice: mettersi nei panni del proprio fratello, e chiedersi cosa farebbero al suo posto. Eppure è proprio l'empatia, che in teoria ci dovrebbe distinguere dagli animali.
Poi è chiaro che l'ascolto reciproco e le trattative, non risolvono in poco tempo una situazione ormai cronicamente avvelenata da un odio che dura da 70 anni. Per questo serve moltissima pazienza. E serve insistere col dialogo, anche se non porta in breve tempo a nessun risultato. Perchè ormai, con una situazione così avvelenata, ci vorrà tantissimo tempo per spegnere tutto questo odio. Ma se non si parte, è chiaro che non si arriverà mai al risultato. Prima o poi bisogna partire (seriamente intendo, e non come si è fatto fino ad oggi).
L'errore in questi casi, è di pensare che un tentativo di dialogo, debba subito produrre effetti tangibili nell'avversario. Ma è chiaro che non funziona così, perchè se hai inflitto sofferenze atroci per decenni, è chiaro che ci vogliono altrettanti decenni di dialogo civile, per spegnere quell'odio dell'avversario. E' un sistema che reagisce in ritardo. Ma purtroppo invece accade che, vedendo che non ci sono risultati immediati, si smette di dialogare. Mentre invece è l'unica soluzione possibile.
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