Questo post vuole essere solo un invito ad imparare, con fatica, a mettersi nei panni dell'altro, provando a VIVERE, con la mente, la stessa identica situazione. Ovvero, EMPATIA. Virtù che a quanto pare, è sempre più rara.
Lo dice persino Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Empatia
L'empatia, è l'unica soluzione a tutte le guerre.
Visto che fai paragoni del menga, fatti cioè da chi non conosce la storia moderna della Palestina, ti farò io un paragone più consono e più adatto alle vicende arabo-israeliane, fatto da chi invece, contrariamente a te, la storia moderna della Palestina la conosce bene: supponiamo che ci sia un proprietario di una casa con due appartamenti: uno bello, ammobiliato, con vista panoramica e uno in pessime condizioni, privo di mobili e suppellettili, persino privo di allacciamenti alla luce e al gas, privo persino di sanitari, senza intonaco, coi muri scrostati, in cui emerge persino la muratura. Il proprietario muore e non lascia eredi. Arriva uno che ovviamente occupa l'appartamento bello e ammobiliato e snobba l'appartamento brutto e non si degna neppure di adibirlo a ripostiglio. Successivamente, arriva l'acquirente dell'appartamento brutto che l'ha comprato dal proprietario ora defunto che glielo ha venduto a caro prezzo perchè sapeva che il nuovo acquirente aveva un disperato bisogno di un appartamento quale che fossero le sue condizioni, tenendosi ovviamente l'appartamento bello per sè. Una volta occupato l'appartamento- topaia il nuovo arrivato non si perde d'animo, ma si dà da fare per renderlo abitabile: ricopre i muri di intonaco, vernicia l'intonaco con una bellissima pittura da muro, ripristina i sanitari, provvede subito all'allacciamento delle utenze del gas e dell'elettricità, costruisce il balcone con vista panoramica, acquista mobili bellissimi con i quali arreda ottimamente l'appartamento, lo dota di raffinate suppellettili fino a renderlo addirittura più bello di quell'altro. A questo punto, cosa succede? Succede che l'occupante del precedente appartamento va da lui e gli dice: "Adesso te ne devi andare, perchè sono arrivato prima io e la casa mi spetta tutta quanta di diritto. E' vero che non ho detto niente quando sei arrivato perchè l'appartamento che occupavi era un vero e proprio cesso, ma adesso che l'hai abbellito e reso abitabile LO VOGLIO". Ovviamente il suo interlocutore si rifiuta recisamente perchè, contrariamente a lui, lo ha acquistato e non occupato. Allora si rivolge al giudice che gli dà torto e sentenzia che ognuno si deve tenere l'appartamento che possiede, a qualsiasi titolo posseduto. Non rassegnato, il nostro cerca di cacciare l'acquirente a pugni ma non solo non ci riesce, ma le prende di santa ragione: prima si procura un occhio nero, poi gli occhi neri diventano due e alla fine si guadagna anche un braccio fratturato. Allora va a farsi compatire dalla gente del villaggio vicino che si commuove per la sua storia e solidarizza con lui affermando che l'altro è proprio cattivo, ma tanto cattivo, visto come ha conciato il suo vicino.
Questo è il paragone da fare sulla vicenda palestinese- israeliana, caro Marco21. Perchè adesso ti faccio una breve storia della Palestina che molti, come te, non conoscono. Anzitutto, non è mai esistito uno stato arabo di Palestina. E' esistito, fino alla Prima Guerra Mondiale, l'Impero Turco che occupava la Palestina. Alla fine dell'Ottocento e ai primi Novecento, gli ebrei che già allora erano in fuga dal razzismo e dall'antisemitismo volevano acquistare terre in Palestina dove volevano rifugiarsi. I proprietari turchi della Palestina, ovviamente, ben conoscendo il bisogno disperato degli ebrei, vendettero loro le terre peggiori, quelle lungo la costa, sabbiose, desertiche, paludose e in preda alla malaria. Gli abitanti arabi delle terre collinari non ebbero nulla da obiettare, trattandosi di territori marginali dove al massimo ci andavano a defecare o a far defecare il loro animali e le loro greggi. I coloni ebrei non si persero d'animo, una volta arrivati lì: decisero di rimboccarsi le maniche, bonificarono le paludi, dissodarono i terreni, li irrigarono e trasformarono le zone desertiche in terra fertile. Poi alla fine della Prima Guerra Mondiale l'Impero Turco si dissolse (era il proprietario defunto dell'illustrazione che ti ho fatto) e al suo posto arrivarono in Palestina gli inglesi ed ebbero il mandato dalla Società delle Nazioni di governarla per trent'anni. Durante l'amministrazione inglese ci fu sia l'immigrazione ebraica dall'Europa, sia l'immigrazione araba dalle zone circostanti. Gli arabi della Palestina, come videro che le terre occupate dagli ebrei stavano diventando fertili, ci misero gli occhi sopra e vollero anche metterci le mani sopra attaccando gli ebrei i quali risposero creando strutture paramilitari di autodifesa: l'Haganah, il Palmach, il gruppo Stern e l'Irgun. Ci furono così scontri di carattere violento sempre più aspri tra arabi ed ebrei, finchè gli inglesi, con la Commissione Peel proposero che alla fine del mandato inglese, ci fossero due comunità indipendenti, quella ebraica e quella araba. Gli ebrei accettarono; gli arabi no. Spaventati dalla reazione rabbiosa degli arabi e ancora più dalla prospettiva che gli arabi finissero per simpatizzare per la Germania di Hitler, gli inglesi cambiarono idea e decisero di favorire gli arabi bloccando l'immigrazione ebraica in un momento in cui sarebbe stata necessaria per salvare tanti ebrei dalle persecuzioni razziali. La politica inglese di favorire gli arabi continuò fino alla fine del Mandato inglese sulla Palestina. Finita la Seconda Guerra Mondiale e scoperto l'orrore dei campi di sterminio e dell'Olocausto, l'opinione pubblica mondiale si convinse dell'utilità e della necessità di uno stato ebraico. Con la risoluzione ONU del Novembre del 1947 si decise che la Palestina dovesse essere divisa in due stati: uno ebraico e l'altro arabo. Anche stavolta gli ebrei accettarono; gli arabi no, convinti di spazzare via gli ebrei facilmente. Gli inglesi si diedero da fare appunto perchè ciò avvenisse: fino alla fine del Mandato impedirono che le armi necessarie arrivassero alle colonie ebraiche per la loro autodifesa, ma ci pensò Stalin a far giungere al neonato Stato di Israele, tramite la Cecoslovacchia, armi e munizioni perchè potesse difendersi. Con la sorpresa del mondo intero, lo Stato di Israele appena proclamato seppe difendersi da egiziani, siriani giordani, iracheni e libanesi e potè così sopravvivere. Inutilmente gli stati arabi, ci riprovarono, nel 1956, nel 1967 e nel 1973 a eliminare lo Stato di Israele. Allora giocarono la carta del terrorismo: inutilmente. Anzi, fu una mossa controproducente, perchè alienò alla causa araba moltissime simpatie. Nè giovò ai palestinesi allearsi con l'Unione Sovietica, crollata nel 1991, nè con Saddam Hussein, sconfitto nel 1991 pure lui e alla fine impiccato. Costretti a fare la pace di Oslo dalla perdita di alleati, i palestinesi iniziarono a votare Hamas con quei bei risultati (anche per loro e per la loro causa) che vediamo. E veniamo adesso alla domanda che hai fatto: l'ONU ha sancito che il furto è legittimo e l'ONU non è Dio. Stesso ragionamento si potrebbe fare con uno che subisce un torto e non riesce a ripararlo ricorrendo nè al giudice, nè al Tribunale, nè alla Corte di Cassazione. A questo punto che fa? Ricorre alla lotta armata proclamando che il giudice che gli ha dato torto non è Dio, il Tribunale che gli ha dato torto non è Dio, la Corte di Cassazione che gli ha dato torto non è Dio. Che succede? Che se lo beccano i Carabinieri finisce in galera. E il giudice gli dirà: "Stai pure in galera a soffrire per la causa". E' quello che succede ai palestinesi che si ostinano a NON riconoscere uno stato riconosciuto dall'ONU anzi L'UNICO STATO CREATO PER VOLONTA' DELL'ONU. Sono in una prigione a cielo aperto a Gaza e nell'altra prigione a cielo aperto in Cisgiordania. O si decidono a riconoscere una volta per tutte lo Stato di Israele e allora da quella prigione escono o non intendono riconoscere lo Stato di Israele perchè pensano di avere ragione e quindi hanno diritto di pretendere e prendere tutta la Palestina e allora, per quanto mi riguarda, in quella prigione possono anche starci. E rimanerci. Che stiano pure lì a soffrire per la loro causa. E visto che parli e continui a parlare di empatia cerca di provarla per quei bimbi israeliani che sono stati ammazzati nelle loro culle e per quei bambini israeliani rapiti e portati nei tunnel e cunicoli di Gaza. Se ti riesce. Per quanto riguarda la reincarnazione, la ritengo una fesseria bell'è buona: se uno, per le sue colpe o per le sue azioni, rinasce come maiale, come iena, come avvoltoio o come scimpanzè, mi dici come diavolo fa, in queste sembianze, a correggere la situazione e meritarsi di avere, nelle vite successive, rinascite pià "degne" o "meritevoli" o "più nobili"?