Niente da ridire ma come dico spesso non ci sono abbastanza armatori navali per tutte le cassiere d'Italia. Ogni tanto vedo donne neppure sulla quarantina (nubili) che escono coi genitori, è il risultato di pretese fuori della realtà.
In chiesa ce n'è una sempre attaccata al padre, con cui discute affettuosamente come fosse la sua "principessa". Ha 40 anni. Se ti avvicini (per puro caso perché come hai giustamente detto gli uomini non cercano le 40enni) ti guarda pure in cagnesco. E' lo specchio di un'Italia che scompare, magari stemperandosi in altre "culture": immigrati ma anche italiani costretti a emigrare. A Cambridge conobbi una tipa che aveva messo ai figli nomi inglesi pur essendo il marito italiano. Tra due generazioni probabilmente inglesizzeranno anche il cognome, come ha fatto un italiano (non è il primo) a Parigi.
Ci sono noti blog sulla famiglia ma sono 4 gatti che se la raccontano, tutti professionisti in multinazionali (metalmeccanici ma anche lavoratori autonomi 0). La famiglia è diventata fenomeno di nicchia, per le strade si vedono sempre più vecchi (giovani pochi e allo sbando totale) e i film di pochi decenni fa (oggi tutto cambia alla velocità della luce) sembrano ritrarre una civiltà tramontata come quella dei Maya.
Il "disfacimento", la "disgregazione" presente più grave per me consiste nella rottura della libera comunicazione tra amici, parenti, religiosi, sostituita dalla diffidenza e dalla rassegnazione, ma ancor maggiore mi appare l'interruzione della trasmissione delle proprie esperienze, dei propri saperi alle giovani generazioni che sfuggono a qualsiasi parametro di ragionevolezza, hanno perduto il linguaggio, e sembrano aborrire la solitudine senza rendersi conto di trovarsi, nello spirito, sempre più soli perché hanno obnubilato la pratica della riflessione sulla propria esistenza e sul proprio sentire.