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La bufala della papessa Giovanna
Vicus:
Poiché l'argomento ricorre, ecco un articolo di Agostino Nobile:
La Papessa, una bufala secolare
Ancora oggi alcuni romanzieri insistono a descrivere la leggenda nera sul papa femmina come verità incontrovertibile. Ovviamente condita da un’altra bufala che descrive il Medioevo come secoli oscurantisti.
Da secoli gli storici hanno appurato l’infondatezza della leggenda sulla papessa, ma i romanzieri d’accatto, per sbarcare il lunario o per un’avversione irrefrenabile verso la Chiesa, continuano col pettegolezzo.
Vediamo in breve di cosa si tratta.
Papa Giovanna, è un leggendario pontefice donna che avrebbe regnato, con il titolo di Giovanni VIII per poco più di 25 mesi, dall’855 all’858, tra i pontificati di San Leone IV (847-855) e Benedetto III (855-858). È stato successivamente dimostrato che tra Leone e Benedetto intercorsero poco più di otto settimane e che la storia è del tutto apocrifa. Già questo è sufficiente per smontare la leggenda nera. Ma veniamo a quella che oggi potremmo chiamare fake news.
Una delle prime fonti della leggenda di Papa Giovanna è il De septem donis Spiritu Sancti (Sui sette doni dello Spirito Santo) del domenicano francese Stefano di Borbone del XIII secolo, che data l’elezione della papessa Giovanna intorno al 1100. In questo racconto la pontefice senza nome era un’abile scriba che divenne notaio pontificio e in seguito fu eletta papa. Incinta al momento dell’elezione, partorì durante la processione al Laterano dopodiché, secondo varie teorie, morì di parto o fu massacrata.
La storia si diffuse ampiamente negli ultimi anni del XIII secolo, soprattutto ad opera di frati e principalmente per mezzo di interpolazioni fatte in molti manoscritti del Chronicon pontificum et imperatorum (Cronaca dei Papi e degli Imperatori) del domenicano polacco del XIII secolo Martino di Troppau, detto Polonus. Ma esistono altri detrattori della chiesa di Roma già nell’XI secolo ai tempi dello scisma d’Oriente, seguiti dagli ordini mendicanti, dagli eretici XV secolo e infine da Lutero, il resto dei protestanti e i marxisti.
La versione secondo cui la donna sarebbe morta di parto e sarebbe stata sepolta sul posto è stata avvalorata dal fatto che negli anni successivi i cortei papali erano soliti evitare una particolare strada, presumibilmente dove si era verificato l’evento vergognoso. Il nome Giovanna fu adottato definitivamente solo nel XIV secolo. Altri nomi comunemente attribuiti erano Agnese o Gilberta.
Secondo le leggende successive, in particolare quella di Martino (che fa risalire la sua elezione all’855 e che la chiama specificamente Johannes Angelicus), Giovanna era una donna inglese. Ma il suo luogo di nascita era indicato come la città tedesca di Magonza, un’incongruenza che alcuni scrittori hanno riconciliato spiegando che i suoi genitori erano emigrati in quella città. Si dice che si sia innamorata di un monaco benedettino inglese e che, vestita da uomo, lo abbia accompagnato ad Atene. Avendo acquisito una grande cultura, si trasferì a Roma, dove divenne cardinale e papa.
Dal XIII secolo la storia compare nella letteratura, tra cui le opere del cronista benedettino Ranulf Higden e degli umanisti italiani Giovanni Boccaccio e Petrarca. A loro discolpa diciamo che, non essendoci ancora internet e i blogger onesti, i due poeti credettero alla bufala. Se pensiamo che oggi, nonostante la vastissima informazione digitale miliardi di persone, grandi scrittori e filosofi inclusi, hanno creduto al Covid e al vaccino, non dovremmo meravigliarci più di tanto dei due poeti toscani vissuti nel XIV secolo.
La storia ufficiale della papessa Giovanna che è entrata anche all’interno del Vaticano si deve a Bartolomeo Sacchi, detto il Platina (1421- 1481) il quale fu incaricato da Sisto IV di redigere un nuovo testo con le vite dei Papi. Il Sacchi non era un’aquila, per cui basò le sue ricerche anche sulle fonti come quelle su citate del domenicano francese Stefano di Borbone e di Martino di Troppau. Fu così che la bufala sopravvisse anche all’interno del Vaticano. Il Sacchi, evidentemente, sottovalutò le invidie e i drammi vissuti in quei secoli a Roma, dove le fazioni papiste ne combinarono di cotte e di crude tra papi, antipapi, fake news e non poche vittime eccellenti.
Studiosi come Enea Silvio Piccolomini, poi papa Pio II (XV secolo) e il cardinale Cesare Baronio 1538-1607 considerarono la storia della papessa infondata, ma fu l’anticattolico e calvinista David Blondel a compiere il primo deciso tentativo di distruggere il mito, nel suo “Éclaircissement familier de la question: si une femme a été assise au siège papal de Rome” (1647).
Una persona libera da ideologie, non repressa e minimamente razionale, potrebbe chiedersi com’è possibile che durante due anni di pontificato femminile nessuno in Vaticano si sia accorto della “beffa?” Il papa non è mai o quasi mai solo e, quindi, è molto difficile che possa nascondere anche una singola lettera. E poi, le mestruazioni? All’epoca non esistevano tamponi usa e getta. La papessa era priva di seni? Vabbè, ma quando era gravida qualcosa in più sul petto doveva esserci. La papessa aveva la voce di Fred Buscaglione o di donna? E il pomo d’Adamo dove lo mettiamo? La sua postura e i suoi movimenti? Il suo camminare era minimamente femminile o come quello di un cammello? A questo punto bisogna ipotizzare che in Vaticano, dove le spie, gli intrighi e il gossip non sono mai mancati, i cardinali e personale costituivano una banda di rincoglioniti degni dell’armata Brancaleone.
Ebbene, a dispetto di queste evidenze la leggenda dura da secoli. Ancora oggi viene riesumata dai laicisti e dagli anticattolici sulla scia de “Il Codice da Vinci” e soprattutto da coloro che cospirano per cambiare gli insegnamenti della Chiesa sull’ordinazione delle donne. Alla fine del 2005, ad esempio, il programma televisivo della ABC Primetime Live ha trasmesso un documentario appassionato intitolato “Sulle tracce di Papa Giovanna”. Diversi libri recenti, anche in Italia, hanno trattato l’argomento come una verità o seria possibilità storica.
Fortunatamente, studiosi autorevoli e pluripremiati non si fanno problemi di appartenenza ideologica. Papa Giovanna non è mai esistita.
Per chi vuole saperne di più, consiglio il video intervista al professor A. Paravicini Bagliani: //www.youtube.com/watch?v=OocTJKLSCOY
Alain Boureau: La Papessa Giovanna. Storia di una leggenda medievale, Torino 1991.
Cesare D’Onofrio: Mille anni di leggenda – una donna sul trono di Pietro, Romana Società Editrice, 1978;
Massimo:
Ma in un certo senso la papessa Giovanna è esistita davvero: era Marozia, figlia di Teofilatto dei conti del Tuscolo, in tutto degna figlia di sua madre Teodora, già amante del papa Sergio III che ad un certo punto adocchiò la figlia quindicenne Marozia dalla quale ebbe un figlio, Giovanni, il futuro papa Giovanni XI. A soli diciotto anni Marozia fu nominata senatrice dal papa divenendo la donna più potente e temuta di Roma e forse d'Italia. Iniziò così e proprio nella "Santa" Sede la pornocrazia di Marozia (e ci è scappata pure la rima). Dopo la morte di Sergio III, divenne papa l'amante di Teodora, con il nome di Giovanni X° che indisse una crociata (la prima della serie) contro dei saraceni installati alla foce del Garigliano che ebbe successo. Divenuto poi troppo ingombrante, Marozia riuscì, con l'aiuto di suo marito, Guido marchese di Toscana a deporre e far assassinare Giovanni X°. Poi fece papi due suoi zerbini, Leone VI e Stefano VII con i quali ebbe anche rapporti sessuali. Finchè fece papa addirittura suo figlio, Giovanni XI, un suo docile strumento. Ci pensò il suo figlio Alberico II Duca di Spoleto a risolvere la situazione: cacciò da Roma il nuovo marito di Marozia, Ugo, Re d'Italia, chiuse la madre in un convento e confinò Giovanni XI in Laterano. Come vedi, caro Vicus, in quel periodo sul soglio di San Pietro si scopava e si trombava a più non posso. Una "papessa" sarebbe stato forse il male minore se l'alternativa era un lupanare e un troiaio che avrebbe fatto la felicità di Milo Manara.
Vicus:
Verrebbe da dire che bei tempi... oggi son tutti kulandra e - cosa perfino peggiore - demoliscono la fede a colpi di piccone
Massimo:
--- Citazione da: Vicus - Gennaio 11, 2024, 13:36:36 pm ---Che bei tempi... oggi son tutti kulandra e - cosa perfino peggiore - demoliscono la fede a colpi di piccone
--- Termina citazione ---
Quelli sì che erano bei tempi.....vero, Vicus? :lol: :rolleyes: :D :P
Vicus:
Ho modificato per evitare scontati fraintendimenti :P
In effetti erano davvero bei tempi, a parte qualche prelato corrotto l'Europa era cristiana
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