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Il caso Giordano Bruno spiegato bene

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Vicus:
//www.youtube.com/watch?v=DkMfLdE8C8A

Vicus:
Riassunto:
Oggi passa per "filosofo moderno" ma si dedicava alla magia come un fattucchiere, recupera gli elementi più superstiziosi e arcaici del Rinascimento.
A Ginevra si “converte” al calvinismo, nei Paesi cattolici però si rimetteva il saio secondo le convenienze. Mancanza di coerenza e onestà intellettuale imperdonabili specialmente in un filosofoù. Non fu martire del libero pensiero, ma un trasformista e un avventuriero alla Cagliostro. Nota: i protestanti calvinisti avevano già bruciato sul rogo un pensatore antitrinitario (con buona pace del "libero esame") come Bruno, ma nessuno lo dice mai. I protestanti sono al di sopra di ogni critica.
Non si contano le giravolte per ottenere incarichi e prebende in ogni città dove andava, altro tratto tipico di un avventuriero alla Barry Lyndon. Fu scomunicato e processato anche dai protestanti (altra cosa che non si dice mai).
Secondo uno studio inglese recente praticamente censurato in Italia, Bruno fu informatore dei Servizi inglesi, che all’epoca reprimevano violentemente il cattolicesimo, presso l’ambasciata di Francia di cui era cappellano. L'ambasciata fu chiusa e l'ambasciatore e Bruno richiamati.
Nonostante ciò, fu sbugiardato ad Oxford dove un professore dimostrò che una sua lectio magistralis era un plagio di Marsilio Ficino: un campione del "libero" plagio.
Erano noti la sua volgarità e turpiloquio, anche in contesti formali come le università (si veda anche l'opera "Il Candelaio").
Insomma Bruno lo "scienziato" si scontra sistematicamente e pesantemente anche col mondo accademico e scientifico dell’epoca, cattolico o protestante che fosse.
Poco dignitosa la sua esaltazione di Lutero per opportunità politiche, quando in altre occasioni aveva dimostrato disprezzo per il personaggio, in quanto la religione protestante negava il libero arbitrio.
Al processo si disse subito disposto ad abiurare e favorevole ad andare a Roma da Venezia. Fu un processo scrupoloso durato 7 anni, ebbe ogni possibilità per difendersi e viveva in cella di lusso anche per i criteri odierni (con vino e tutti i confort) ma la procedura s'allunga per la sua continua altalena tra abiura e indecisione.
In sintesi uno squallido personaggio e un avventuriero, rivalutato solo a partire dall'Illuminismo per motivi di propaganda ma il cui contributo al pensiero filosofico fu, ad essere generosi, appena mediocre.

Massimo:

--- Citazione da: Vicus - Maggio 05, 2024, 14:18:51 pm ---Riassunto:
Oggi passa per "filosofo moderno" ma si dedicava alla magia come un fattucchiere, recupera gli elementi più superstiziosi e arcaici del Rinascimento.
A Ginevra si “converte” al calvinismo, nei Paesi cattolici però si rimetteva il saio secondo le convenienze. Mancanza di coerenza e onestà intellettuale imperdonabili specialmente in un filosofoù. Non fu martire del libero pensiero, ma un trasformista e un avventuriero alla Cagliostro. Nota: i protestanti calvinisti avevano già bruciato sul rogo un pensatore antitrinitario (con buona pace del "libero esame") come Bruno, ma nessuno lo dice mai. I protestanti sono al di sopra di ogni critica.
Non si contano le giravolte per ottenere incarichi e prebende in ogni città dove andava, altro tratto tipico di un avventuriero alla Barry Lyndon. Fu scomunicato e processato anche dai protestanti (altra cosa che non si dice mai).
Secondo uno studio inglese recente praticamente censurato in Italia, Bruno fu informatore dei Servizi inglesi, che all’epoca reprimevano violentemente il cattolicesimo, presso l’ambasciata di Francia di cui era cappellano. L'ambasciata fu chiusa e l'ambasciatore e Bruno richiamati.
Nonostante ciò, fu sbugiardato ad Oxford dove un professore dimostrò che una sua lectio magistralis era un plagio di Marsilio Ficino: un campione del "libero" plagio.
Erano noti la sua volgarità e turpiloquio, anche in contesti formali come le università (si veda anche l'opera "Il Candelaio").
Insomma Bruno lo "scienziato" si scontra sistematicamente e pesantemente anche col mondo accademico e scientifico dell’epoca, cattolico o protestante che fosse.
Poco dignitosa la sua esaltazione di Lutero per opportunità politiche, quando in altre occasioni aveva dimostrato disprezzo per il personaggio, in quanto la religione protestante negava il libero arbitrio.
Al processo si disse subito disposto ad abiurare e favorevole ad andare a Roma da Venezia. Fu un processo scrupoloso durato 7 anni, ebbe ogni possibilità per difendersi e viveva in cella di lusso anche per i criteri odierni (con vino e tutti i confort) ma la procedura s'allunga per la sua continua altalena tra abiura e indecisione.
In sintesi uno squallido personaggio e un avventuriero, rivalutato solo a partire dall'Illuminismo per motivi di propaganda ma il cui contributo al pensiero filosofico fu, ad essere generosi, appena mediocre.

--- Termina citazione ---

Se la morte sul rogo non basta ad assegnare alla vittima la dimensione del titano, basta però a far assumere il ruolo di carnefice a chi la infligge, cioè alla Chiesa Cattolica di quel tempo che pur di non spargere letteralmente il sangue (perchè la Chiesa non lo versa) destina le sue vittime al rogo, cioè a morire bruciate vive. Mi chiedo quanti cattolici, te compreso, caro Vicus, pur di non fare una fine del genere sarebbero disposti, non solo a rinnegare la loro fede, ma anche la loro madre. Ringrazia di vivere in uno stato che tutela la libertà di religione e che ti risparmia la fatica di scoprire di che pasta è fatta la tua fede. Per quanto riguarda Giordano Bruno, è vero che era stato in gran parte un intellettuale arruffone e ciarlatano, ma la morte che gli è stata inflitta ne ha fatto un martire del libero pensiero e della modernità. Ma di questo è responsabile solo la Chiesa. Se invece di processarlo e di condannarlo lo avesse ignorato, proclamando anzi che un simile figuro non merita l'attenzione, nemmeno repressiva della Chiesa, nessuno oggi parlerebbe di Giordano Bruno e la sua figura sarebbe stata dimenticata. Eppure la Chiesa dovrebbe saperlo che non bisogna assolutamente creare dei martiri perchè sono un boomerang. E per quanto riguarda la sua disponibilità all'abiura, pensa al gesuita portoghese Cristobal Ferreira che, inviato in Giappone per assumere la guida della comunità cattolica giapponese, una volta arrestato e torturato, abiurò la sua fede cattolica e si convertì allo scintoismo diventandone una figura di spicco e sposò una donna giapponese violando anche il voto di castità. Quale dei personaggi è più riprovevole e criticabile, caro Vicus: Giordano Bruno che non credeva in nulla, forse nemmeno alle sue idee oppure Cristobal Ferreira che era un missionario e un militante della fede cattolica ma che poi, messò alle strette, abiurò ugualmente nonostante la sua fede? 

Vicus:
Come mai nessuno di quelli bruciati sul rogo da calvinisti e protestanti è divenuto martire del libero pensiero? Magari i coevi di Bruno che avevano le stesse idee antitrinitarie? I protestanti non andavano tanto per il sottile con 7 anni di processo, una catasta di legna e via. E nessuno parla dei martiri cattolici che la regina Elisabetta faceva allegramente giustiziare.

--- Citazione ---Mi chiedo quanti cattolici, te compreso, caro Vicus, pur di non fare una fine del genere sarebbero disposti, non solo a rinnegare la loro fede, ma anche la loro madre
--- Termina citazione ---
Chi sei per porre una domanda del genere, andresti sul rogo per difendere Bruno o ti metteresti a baciar pile come una pinzochera? Non possiamo sapere cosa faremmo, però sappiamo che mentre gli atei pensano che esiste solo la vita terrena, i cattolici sanno che il martirio risparmia qualsiasi espiazione, assicurando subito al cristiano più medio il paradiso come ai Santi. Forse questo pensò (per restare al Giappone) S. Paolo Miki dalla croce, o i suoi 25 compagni allo scintillare delle terribili spade dei samurai: https://it.wikipedia.org/wiki/Ventisei_martiri_del_Giappone


"I carnefici li legarono con corde e anelli di ferro, poi li innalzarono contemporaneamente sulle croci, sotto le quali stavano dei samurai armati con affilate lance di bambù. L’ordine di esecuzione fu ritardato per accrescere il terrore del supplizio.

In quel frangente si levò improvvisa la voce di uno dei crocifissi, che iniziò a intonare il Benedictus; poi il tredicenne Antonio cantò il “Lodate, fanciulli, il Signore”, seguito da Luigi e Tommaso. Un francescano cominciò la recita delle litanie a Gesù e Maria, ripetute dalla folla, mentre l’ufficiale responsabile dell’esecuzione iniziava a preoccuparsi per quanto avrebbe dovuto riferire a Hideyoshi riguardo a quell’impressionante testimonianza cristiana. Paolo Miki pregò per il perdono dei carnefici, esortò tutti alla conversione e li invitò a guardare i volti dei crocifissi, che non mostravano timore della morte in ragione della fede in Cristo risorto. Infine arrivò l’ordine. Il francescano Filippo di Gesù fu il primo trafitto con due colpi di lancia, l’ultimo fu padre Pietro Battista, che poco prima aveva amministrato il battesimo a una pagana muta, la quale riacquistò la parola grazie al contatto con la croce.

I fedeli si precipitarono a raccogliere con dei panni il sangue dei martiri, ma fu loro impedito di dar sepoltura ai ventisei, i cui corpi rimasero per settimane sulle croci con molte sentinelle di guardia. Tra gli svariati prodigi che si verificarono sull’altura - dalle apparizioni ai globi di fuoco discesi sulle spoglie dei santi, fino agli uccelli rapaci che non osarono avvicinarsi ai loro corpi - numerosi testimoni videro muoversi, sessantadue giorni dopo la morte, padre Pietro Battista"

Mi pare compensino ampiamente il portoghese. Ma nessun rogo può fare di un ciarlatano opportunista un gigante del libero pensiero: ciarlatano era e ciarlatano è rimasto, "canonizzato" da ciarlatani come lui che ne hanno diffuso la mendace leggenda, come lui era uso cambiare fede a ogni passaggio di frontiera in un imbarazzante carosello che (dimmi che martiri hai e ti dirò chi sei) rende gli uni degni dell'altro.

Nell’anno 1846, a Verona, un seminarista quindicenne legge il racconto di questo supplizio e ne riceve la prima forte spinta alla vita missionaria: è Daniele Comboni, futuro apostolo della “Nigrizia”. Di S. Daniele Comboni è poco nota una vicenda:

"Egli si trovava a Parigi, non ancora vescovo, nel dicembre 1868. A tarda sera del 22 dicembre vennero a cercarlo per un moribondo. Montato in una carrozza chiusa che era venuta a prenderlo, vi trovò tre distinti signori i quali, dopo qualche momento, armi alla mano lo bendarono. Un paio d’ore di giri e rigiri. Fermatisi, entrarono – egli sempre bendato – in una casa, dove percorsero stanze e stanze. Eccolo infine sbendato. Si trovava in un ricco salottino sfarzosamente illuminato. Venne fatto passare in una sala attigua: “Avete un’ora di tempo” gli dissero. […]. Una voce lo scosse: “Padre, sono io l’infermo che abbisogna della vostra opera”. Un ragguardevole signore stava là su una poltrona. “Fra un’ora debbo morire, disse costui, e vorrei che mi preparaste ad una morte cristiana. In breve vi dirò che io sono membro di una società segreta (la massoneria), nella quale fui promosso al 33° grado. Servii la società per 28 anni, quando venni  designato a togliere la vita ad un prelato stimatissimo da tutti al che mi rifiutai assolutamente, pur essendo certo che tale rifiuto sarebbe costato a me la vita. La mia sentenza è pronunciata. Fra un’ora morirò. Mi saranno aperte le due vene della gola. Ho già fatto morire anch’io altri in questo modo, e Dio giustamente mi punisce. Il mio cadavere sarà buttato nella Senna”. […] “Come mai, replicò Comboni, i vostri compagni si sono presi la briga di condurvi il confessore?”. Costui replicò che ebbe un’ottima educazione religiosa da fanciullo, che aveva la moglie piissima e una figlia suora, e che fu accettato dalla setta per la sua alta posizione sociale, pur avendo egli posto l’esplicita condizione di poter ricevere il sacerdote in punto di morte. […]. Mentre il condannato faceva una fervorosa confessione, arrivò il termine dell’ora e tre uomini comparvero d’improvviso alla porta. […]. Inflessibili, senza una parola, vennero, lo legarono, uscirono. Tornarono con qualche traccia di sangue nelle mani e ammonirono il Comboni di non fiatare sull’accaduto, pena la vita, lo dovessero pur raggiungere nel centro dell’Africa. […]. Nuovamente bendato fu fatto risalire in carrozza, per un nuovo lungo cammino. Discesero. Poi silenzio, dopo un po’ si tolse la benda. Era solo in un giardino di aperta campagna, molto lontano da Parigi. Tre giorni dopo dai giornali lesse che alla Morgue di Parigi v’erano dei cadaveri non identificati. Vi andò, riuscì a stento a riconoscere, richiamato da una reliquia che gli aveva dato, il volto deformato della vittima. Ne fissò attentamente il collo e vi scorse due trafitture"

Massimo:
Un ciarlatano che nuore sul rogo smette di essere un ciarlatano: diventa un martire del libero pensiero. Viceversa un gesuita che rinnega la sua fede per poi diventare uno studioso e un sostenitore dello scintoismo smette di essere un gesuita: diventa solo un ciarlatano. Salvo poi coloro che muoiono da cattolici perchè ci credono veramente e sono sempre e sempre stati una minoranza. Anche tanti protestanti o pensatori laici sono stati disposti a morire per la loro fede e le loro idee. L'unica tua obiezione sensata è che le vittime dei protestanti come l'antitrinitario Michele Serveto, condannato al rogo a Ginevra dai calvinisti. non hanno avuto la medesima attenzione storica e mediatica. Ma questo non sposta, caro Vicus, i termini della questione. E a proposito di Serveto, ti informo che anche i cattolici gioirono per la sorte di Michele Serveto, lodando i calvinisti per aver fatto il loro (sporco) lavoro.

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