Un progresso l'abbiamo fatto: Bruno non era il gigante del pensiero che si pretende oggi.
Hai scelto un terreno minato: i Gesuiti sono noti per i loro camuffamenti e trasformismi nei secoli, da quelli "vestiti come dei bonzi" a quelli più recenti, con croce e martello:*
Il caso Matteo Ricci è emblematico: stimato dagli imperatori per la sua perfetta integrazione nella cultura cinese, in Asia conobbe anche un anziano rabbino che gli disse che era perfetto per guidare la sua comunità dopo di lui. Insomma ovunque vadano si adattano "ampiamente" alle usanze (e ai culti?) che incontrano. Per cui lo shintoismo di Ferreira lo spiego più col travestitismo gesuita che con la vigliaccheria.
E' vero che molti dei martiri giapponesi erano gesuiti ma non ci vedo contraddizione, dopotutto Bruno era "domenicano" come lo erano gli utopisti esoterici Ficino e Campanella (eu-genetista ante litteram), ma lo era anche l'irreprensibile S. Tommaso D'Aquino. Il che secondo McLuhan (in una introvabile lettera privata) sembra provare che in vari ordini religiosi si insinuò un pensiero non cattolico accanto a figure di veri Santi.
Per le loro derive eretiche e comuniste i Gesuiti sono stati formalmente ripresi da almeno 2 Papi (Paolo VI e Giovanni Paolo II), mi pare una contaminazione* troppo vasta (Bergoglio incluso) per essere un "traviamento" improvviso e recente.
Quindi non si può affatto escludere che Ferreira fosse esattamente come Bruno, cioè non credesse a nulla o avesse una fede misteriosa, dissimulata con giravolte e travestimenti vari. Come faceva l'"eroico" Bruno, che ogni volta che passava un confine si toglieva il saio domenicano per indossare il tetro costume calvinista o viceversa, secondo convenienza
* Ed invero sin dall'inizio della storia dell'Ordine c'è una propensione a creare "comuni" socialiste (che senza la guida dei gesuiti non duravano, a differenza di altre comunità). Un tema che meriterebbe una ben più ampia digressione