Premesso che con questo non intendo celebrare Giovanni Angelo Cianti e le sue analisi, alcune condivisibili, alcune da verificare in profondita', altre strampalate prive di fondamento che risentono ampiamente di basi ideali gnostiche riporto un estratto del suo libro di cui al titolo della discussione:
"(con riferimento alla famiglia nella Roma imperiale) Per qualche tempo rimasero in vita gli antichi valori, addirittura fino a seguire la sorte del marito, se il Senato lo condannava, col suicidio, ma ben presto la società imperiale venne infettata da una ideologia che ben conosciamo, il femminismo che portò non solo la dissoluzione della familias ma contribuì in modo determinante al crollo dell’impero. La domina imperiale di qualsiasi ceto sociale fosse rifiutò di avere figli, si appropriò dei ruoli maschili, di sport virili e si diede al libertinaggio fino a procurarsi la tessera di prostituta per frequentare i lupanari. La deriva dei comportamenti era arrivata a un punto tale che per salvare l’equilibrio sociale si rese l’adulterio giuridicamente un reato. Ben presto però anche questa legge cadde in disuso."