La preesistenza delle anime è stata smentita nel 553.
Quindi c'è stata una dimostrazione? Di che genere? Che strumenti empirici e verificabili sono stati usati per giungere a questa dimostrazione inoppugnabile? Sei sicuro sia stata dimostrata in modo definitivo ed accurato? Sono riusciti ad avere delle prove, da una realtà che trascende la materia? Esperimenti sulla trascendenza? Oppure più semplicemente, qualcuno ha
deciso, ha scelto arbitrariamente, che era così? Ciò che può essere affermato senza prova, può essere negato senza prova. E te lo dico da credente.
Nel mio post, io non ho espresso alcuna certezza. Nè sulla preesistenza dell'anima, nè sul libero arbitrio. Sono solo ipotesi. Perchè come essere umano, non posso avere certezze su questi temi e non mi sentirei onesto, se affermassi di sapere tutto sull'intero universo e su cose che solo Dio può conoscere. Di Dio ce n'è uno solo, e NON sono io (per fortuna
). Posso solo quindi scegliere di avere fede. Si può avere una fede incrollabile e posso capirti. Anzi è una cosa lodevole da parte tua. Ma non si può confondere la fede con la serietà di una dimostrazione. Sono due cose molto diverse. Se si confonde la fede, con la logica di una dimostrazione, che ovviamente sarebbe necessaria per una "smentita", si fa una grande confusione.
Il libero arbitrio esiste eccome e il male gratuito non è errore né incoscienza
Va bene. Io non lo posso sapere se esiste o meno. Ma visto che tu invece ne sei certo e ne sai più di me, ti faccio una domanda che mi viene spontanea. Ovviamente sei liberissimo di non rispondere, ma può essere dirimente per affrontare questo tema, che forse è più chiaro dopo un'attività di intuizione introspettiva, piuttosto che dopo una analisi solo razionale, che mi rendo conto che non porta lontano.
Nella tua vita, quando eri magari giovanissimo e quindi non avevi la cultura che hai oggi, ci sarà qualcosa che ritieni di aver sbagliato e di cui sei profondamente pentito, giusto? C'è qualcosa di cui ti vergogni? E' un passaggio con cui fanno i conti tutti prima o poi (almeno inconsciamente) specie le persone che fanno molta introspezione, come sicuramente anche tu sei abituato a fare. Magari potresti ricordare un'offesa che non avresti mai dovuto fare, o un comportamento magari di quando eri bambino, o ragazzino, che è stato profondamente sbagliato, e di cui ti sei accorto solo dopo, quando hai avuto gli strumenti per capirlo.
Ecco, la mia domanda è: quando ripensi a questi episodi, cosa pensi di te stesso? Pensi che eri crudele? Che eri malvagio? Cosa senti dentro di te? Che meriti una punizione? Che ti devi auto-punire per ciò che hai fatto? Perchè il criterio che si usa per il mondo esterno, dovrebbe essere lo stesso per il mondo interno e per sè stessi. Ma di solito, su sè stessi, tutti sono indulgenti, almeno a livello conscio. Poi inconsciamente succede un gran casino, ma quella è un'altra storia.
Proprio quest'anno le preghiere della Via Crucis fatta al Colosseo, parlavano di quanto tendiamo ad essere indulgenti con noi stessi e severi con gli altri. Personalmente però, credo ci sia una spiegazione a questo fenomeno. Ed è il fatto che su te stesso, puoi fare una analisi migliore (sempre in modo onesto però), perchè hai più elementi rispetto a quanti puoi averne sulla mente altrui. Banalmente perchè non puoi entrare nella testa degli altri, mentre nella tua si.
E puoi sentire dentro di te, che anche nel mondo migliore possibile, non avresti mai potuto fare niente di diverso, perchè NON LO SAPEVI, che quello che stavi per fare era sbagliato, non te ne accorgevi, anche perchè la percezione si allena proprio con la crescita e lo sviluppo. Infatti si dice che sbagliando si impara. Non dico che lo si senta immediatamente. Ma io penso che se ripensi ad alcuni episodi, lo puoi percepire forte e chiaro, quel che sto indicando. Ma bisogna mettersi e farlo davvero questo esperimento interiore, per giorni o mesi. Non solo pensarci a livello razionale. Oltretutto, una persona ben allenata a percepire correttamente la realtà intorno a sè, farà meno sbagli. Ne consegue, che il male bisogna anche ALLENARSI a NON compierlo. Quindi NON è solo una scelta istantanea, di un breve attimo, ma il frutto di una intera vita di lavoro su sè stessi. E questo è innegabile. Già questo sposta la colpa dall'istante incriminato, e la frammenta sull'intera esistenza precedente (e non è poco). Di qui, si può proseguire, chiedendosi quando e cosa, produce quel risveglio che porta a cominciare a lavorare su di sè. C'è chi è fortunato e respira cultura spirituale sin dalla nascita. Chi invece non ha questa fortuna, e deve arrivarci con maggiore fatica e fare tutto da solo, con MOLTO più lavoro e dedizione. Ha scelto lui in che ambiente culturale nascere?
Ecco, lo senti come si sgretola il concetto di libero arbitrio? E queste sono solo alcune delle questioni che si possono sollevare.
E' un tema multidisciplinare e trasversale a tantissime aree dello scibile umano. Un tema su cui si sono interrogati tutti i filosofi della storia (in particolare Baruch Spinoza). E' stato molto dibattutto anche da matematici: Simon Laplace è famoso anche per aver trattato ed analizzato il tema del determinismo da un punto di vista logico-matematico, ed anche da fisici come Einstein, anche lui determinista convinto. Inoltre, molti neuroscienziati hanno fatto molti esperimenti su questo tema, alcuni dei quali rivelano che le scelte del cervello, possono essere persino previste, perchè alcune aree del cervello si attivano PRIMA che la persona divenga consapevole di aver fatto una scelta. Cioè lo scienziato, lo poteva vedere PRIMA della persona stessa. Ovviamente è un tema molto trattato anche in psicologia, sociologia, e persino i teologi lo hanno molto analizzato, in modo tutt'altro che banale e semplicistico.
Sono stati scritti molti libri sull'argomento, e ti assicuro che mai nessuno è riuscito a darne una dimostrazione rigorosa e definitiva. C'è chi crede che non esista nessun libero arbitrio, chi crede invece che sia una percezione, e chi crede invece che esista nella mente, una zona "franca", libera dalle influenze fisiche del mondo, una zona isolata, che non è in contatto con nulla, e che quindi per queste ragioni può essere libera (sono ipotesi molto stringenti, e non da poco, senza le quali non ci potrebbe essere libertà). Ma tutti sono generalmente d'accordo, nell'affermare che non ci sia certezza, e che di fatto ognuno sceglie per atto di fede in cosa credere.
Ma è ovvio, che è impossibile dare una dimostrazione. Perchè per saperlo, dovremmo conoscere l'intero universo dall'inizio alla fine, e sapere tutto di ogni cosa. Il libero arbitrio fa parte a tutti gli effetti, della trascendenza. Per questo, può essere solo un atto di fede.
Tutto questo discorso non nega assolutamente Dio, non nega l'esistenza dello spirito.
Anzi Gesù stesso disse: "padre perdonali, perchè non sanno quello che fanno". Forse è stato uno dei primi saggi della storia, a porre questa importante tematica,che ci fa riflettere e pone grandi quesiti sulla nostra esistenza. Secondo me, è uno dei temi, che più di tutti, obbligano ad approfondire la conoscenza di cosa siamo davvero e che mettono in discussione molte cose che ingenuamente diamo per scontate.
Questo non significa che il male vada condonato. Comprenderne le cause, ammettere che ci siano infinite cause, è cosa diversa dal considerarlo positivo ed innocuo. Anzi, comprendere bene le cause del male, invece di negarle, è L'UNICA soluzione per evolvere e migliorare davvero la condizione umana.