Quando mi capita di ascoltare queste posizioni scientifico-filosofiche, che oggi in modalità rozza e manipolativa vengono definite “tradizionaliste”, mi torna in mente il concetto di “minoranza preminente” che appresi per la prima volta da RdV
Categoria che richiama per convesso quella di “maggioranza silenziosa”
A dispetto di quanto si vuole falsamente rappresentare queste ontologie standardizzate tra maschile e femminile in relazione tra essi, trovano adesione nella quasi totalità dei soggetti razionali e pensanti
Per loro disgrazia però queste categorizzazioni non sono più funzionali al progetto “progressivo” che [potenti] élite in sinergia tra loro (politiche, finanziarie, produttive, culturali, informative...) hanno in serbo per essi nel contemporaneo
In modalità eterodiretta
Gli strumenti li conosciamo e non mi dilungo
Che fare quindi?
Per quel che mi riguarda auspico una “disobbedienza” [singolare] nel breve e forme di “rivolta” [collettiva] nel medio/lungo periodo
Quando questo tema sarà maturo e reso visibile nei suoi contorni attualmente indefiniti
In società che immagino piombate in forme di crisi sociale gravi ed irreversibili
Che già si intravvedono
Ma solo a chi ha occhi buoni e strumenti adeguati