La plus belle des ruses du diable est de vous persuader qu’il n’existe pas.
Charles Baudelaire
Il modo migliore per controllare l’opposizione è governarla noi stessi
Lenin
Per distruggere la Chiesa, se fosse umanamente possibile, non c’è nulla di meglio di caos e scismi. Ma le provocazioni di Bergoglio, dalla Pachamama intronata in Vaticano alle benedizioni alle coppie omo, da sole non bastano: è noto il silenzio più o meno complice della Gerarchia da sessant’anni a questa parte, per cui bisogna creare un’"opposizione" che dia un aiutino.
E così, come morsi dalla tarantola sorgono dal nulla sciami di parroci, vescovi e arcivescovi che, rimasti silenziosi fino al giorno prima, partono in quarta ad attaccare frontalmente il Papa e il Concilio.
Stavolta niente dubia né cattolica diplomazia: Papa e Concilio sono eretici, invalidi. Lo ha deciso il parroco, il tale vescovo, senza alcuno studio né dibattito serio. Come in una setta protestante, in un batter di ciglia un singolo vescovo può invalidare un Concilio, un parroco può deporre un Papa. Sembra di tornare ai tempi di Lutero (anche lui intronato in Vaticano): si moltiplicano sette, antipapi e fazioni.
Squadra che vince non si cambia: Bergoglio lancia la palla con la solita provocazione e il prelato di turno la coglie al balzo, per portare a compimento la demolizione di ciò che resta del papato e dell’unità della Chiesa. Meta assicurata: la credibilità di Chiesa e papato è ai minimi storici.
La protestantizzazione della Chiesa, cominciata con dottrina e liturgia, si compie con lo scompaginamento del corpo ecclesiale e la riduzione del papato a semplice titolo locale: ci sono due papi, anzi nessuno perché quello sul Soglio è eretico, non ha il munus che è andato sottoterra col Papa precedente, che regnerebbe dall’aldilà. Poco importa se queste ipotesi implicano l’invalidità dei Sacramenti, in ogni setta protestante che si rispetti sono un mero simbolo senza valore sostanziale, per cui i fieri oppositori non hanno riguardo a svilirli.
I (pochi) cattolici rimasti sono del tutto estranei a questo Teatro dell’Assurdo: il gioco gli è sfuggito di mano, ed è passato in altre mani. Che non sono certo cattoliche, perché si fanno gioco della Chiesa di Cristo. Riducendola a una commedia, in cui a ogni figurante sono assegnate le parti di “progressista” e “conservatore” ma sempre con lo stesso risultato: il caos dottrinale, liturgico ed ecclesiale. Dai loro frutti li riconoscerete.
Appoggiandoci su fonti autorevoli già più volte citate (Paolo VI, Benedetto XVI, Romano Amerio, Marshall McLuhan) possiamo ragionevolmente prevedere che questa commedia degli errori continuerà fino a quando la Chiesa non sarà stata quasi completamente annientata (forse completamente in Europa, dove le chiese sono piene solo di anziani e pinzochere che non fanno figli). Sembra verosimile che il Signore farà crollare il Potere che la insidia un attimo prima che la Chiesa sparisca, oppure sarà quello stesso Potere a farne una sorta di instrumentum regni in un mondo divenuto già ora ingovernabile e privo dei più elementari valori etici e sociali. Come già accadde, più o meno, dopo la seconda guerra mondiale per arginare il comunismo.
Certamente non potremo contare su soluzioni a breve termine, come afferma qualcuno, ad esempio il Conclave: i migliori tra i “papabili” se ne stanno in un assordante silenzio, e c’è da scommettere che da papi avranno le mani legate faranno ancora meno del poco che fece Benedetto XVI.
Quindi non si pensi che tutto finirà con Bergoglio, perché la crisi della Chiesa è iniziata, almeno nella sua forma più evidente, sessant’anni fa e ora non può che accelerare.
Qualcosa di costruttivo e meno scismatico si potrebbe ancora fare, per esempio creare realtà ecclesiali sane. Ma non illudiamoci, haec est hora vestra et potestas tenebrarum: il gregge si è disperso e non si parla neppure la domenica in parrocchia; i pastori, chiusi nella loro torre d’avorio dietro le loro enormi scrivanie, sembrano imitare gli Apostoli il Venerdì Santo
Dopo i giudici e gli avvocati e i guardiani
E la luce delle torce rossa su facce sudate
Dopo il passare di notti ispirate
E le scosse lance e le luci tremanti
Dopo il finire di questa ispirazione
E le torce e le facce e le grida
Il mondo sembrò futile - come una gita domenicale.
T. S. Eliot