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quoziente familiare
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http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/10/01/12/quoziente_familiare_scheda_321.html
Sostegno al reddito delle famiglie: cos'è il quoziente familiare?
Si torna a parlare del quoziente familiare: a rinvigorire l’idea è stata la Chiesa, che attraverso il presidente della Cei Angelo Bagnasco ha chiesto al governo un intervento in questo senso per supportare le famiglie colpite dalla crisi globale. In realtà, il tema è nell'agenda del governo: il premier Silvio Berlusconi ne aveva parlato sia in campagna elettorale che nei mesi successivi.
Applicazione onerosa - Anche nella scorsa legislatura, e negli anni passati, a più riprese si era parlato di questa misura fiscale che a regime porterebbe risparmi consistenti a circa 11 milioni di famiglie, calcolati in media in 800 euro l'anno (di tasse in meno). Il problema è che la sua applicazione è molto onerosa: secondo alcune stime, il minor gettito fiscale ma solo riferibile all'imposta diretta ammonterebbe a circa 3 miliardi di euro l'anno.
Più reddito netto disponibile per ogni famiglia - C'è da dire che ogni famiglia avrebbe però più reddito netto disponibile e ciò avrebbe ripercussioni positive sui consumi, e quindi anche sul gettito Iva. La crisi internazionale e la situazione dei conti pubblici ha per però congelato una sua rapida applicazione.
Come funziona - Se introdotto, il quoziente familiare consente di dividere il reddito per il numero dei componenti. Attualmente, in Italia, l'imposta sul reddito viene applicata all'insieme degli utili e redditi dei membri della famiglia fiscale (composta dal contribuente stesso, dal coniuge, figli minorenni e persone invalide conviventi). Con il quoziente, le quote vengono rideterminate in relazione al proprio ruolo e ai carichi di famiglia.
Un esempio: in una famiglia con un reddito complessivo di 30 mila euro l'anno dove lavorano due persone, si pagheranno tasse come se ci fossero due redditi di 15 mila euro ciascuno. Secondo uno studio Eurispes, una famiglia con due componenti risparmierebbe dai 200 e i 1.800 euro l'anno mentre una famiglia monoreddito ne risparmierebbe fino a ben 3.000 euro.
Favoriti i redditi alti - Ma secondo alcune ricerche, come una dell'Isfol, a beneficiarne maggiormente sarebbero le famiglie ad alto reddito, monoreddito e con figli, mentre pochi sarebbero i benefici per le famiglie con due redditi simili e quelle monoreddito: per questo sarebbe necessaria l'opzione del sistema di detrazioni e deduzioni fiscali.
Effetti negativi sul lavoro femminile - Gli aspetti negativi del quoziente familiare, riguardano soprattutto il fatto che la sua introduzione produrrebbe effetti disincentivanti sul lavoro femminile, in un Paese che conta già la percentuale più bassa di impiego delle donne in Europa (47%). Infatti, spiegano diverse ricerche, i modelli di quoziente familiare che “premiano” il matrimonio attribuendo un vantaggio fiscale al secondo coniuge (secondo in termini di reddito percepito) finiscono per disincentivare il lavoro di quest’ultimo. In genere al quoziente familiare si contrappongono politiche di incentivo al reddito nudo e crudo come i bonus per l'asilo nido.
Quoziente familiare applicabile solo alle coppie sposate - Il quoziente familiare inoltre potrebbe discriminare chi ha figli fuori dal matrimonio perché andrebbe ad incidere esclusivamente sulla disponibilità economica derivante dal cumulo dei redditi della "famiglia" basata sul matrimonio.
In Francia - In Francia, dove il quoziente familiare è in vigore, si calcola che un lavoratore dipendente con 36,5 mila euro l'anno e con moglie e quattro figli a carico si trova ad essere esonerato dal pagamento delle tasse, mentre in Italia paga 5 mila e 774 euro.
12 gennaio 2010
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