Autore Topic: Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico  (Letto 403 volte)

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Offline Vicus

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Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« il: Agosto 14, 2024, 16:50:55 pm »
Questo articolo del solito Redpillatore trova riscontri nella storia dell'atleta australiana che vi ho raccontato:

Migliaia di giovani donne da tutto il mondo, con corpi atletici e nel pieno della fertilità, si incontrano lontano da casa per pochi giorni con altrettanti maschioni dal fisico scolpito, geneticamente elitari e ingrifati come tori da monta in un luogo delimitato dove tutti girano con pochi vestiti addosso. Che ne può venire fuori? Ovvio: un’orgia continua.

Per gli spettatori da casa, le Olimpiadi sono solo un’intrattenimento a basso costo, una medicina in grado di alleviare la noia delle loro mediocri vite. Già dai tempi dei romani (panem et circenses) questo genere di manifestazioni è sempre stato un ottimo mezzo di distrazione delle masse e Parigi 2024 non ha fatto eccezione: abbiamo perso ormai il conto delle varie strumentalizzazioni politiche e ideologiche, e delle conseguenti polemiche fra diverse fazioni che vanno avanti per giorni.

Ma per coloro che vi partecipano da protagonisti, le Olimpiadi sono ben altro: una tappa fondamentale per la propria carriera, un’opportunità di entrare nella storia dello sport con un successo memorabile e…un’occasione di irripetibile edonismo e dissolutezza. Ore tarde, alcol, musica e promiscuità. Nessuno parla mai di ciò che accade al villaggio olimpico tra questi ragazzi, sia prima che dopo le gare. Ma chi viola la regola tacita secondo la quale “ciò che accade al villaggio olimpico rimane al villaggio olimpico” e decide di spifferare quanto ha visto o sperimentato in prima persona lascia chiaramente intendere che le Olimpiadi sono sempre contemporaneamente due: una di sport e una di baldoria.
Per la prima c’è già la telecronaca in TV, per la seconda invece ci dobbiamo affidare alle testimonianze dei diretti interessati, che sono tutti concordi sull’innumerevole quantità di incontri e feste sessuali che si svolgono all’interno del villaggio olimpico.

“Circa il 70-75% degli atleti olimpici fa sesso nei giorni trascorsi al villaggio” rivela Ryan Lochte, nuotatore americano. “Ehi, a volte fai ciò che devi fare”, spiega.


Ryan Lochte
Per far capire quanto è comune il sesso in quell’ambiente, un anonimo calciatore della squadra inglese, in una vecchia intervista per il Daily Mail, dichiara che “Potevi portarti a letto una ragazza nuova ogni notte, anche più di una se eri fra quegli atleti che dispongono di una camera tutta per loro.” Poi si sofferma a raccontare della serata trascorsa con un suo compagno di squadra e due atlete ucraine, prima portate in un locale fuori dal villaggio e poi fatte entrare di nascosto nella loro camera da letto (é molto facile persuadere i sorveglianti esibendo medaglie d’oro o corrompendoli con dei gadget che vengono regalati agli atleti) per bere qualche bicchiere di Vodka Absolut e Disaronno, prima di dare il via alle danze. Finisce con le due che iniziano a baciarsi e la cosa presto si evolve in una foursome.

Il sesso di gruppo è molto frequente: alle olimpiadi invernali di Vancouver 2010, sei atleti tedeschi, canadesi e austriaci vennero beccati a fare un’orgia in una vasca idromassaggio.


Josh Lakatos
Josh Lakatos, tiratore americano, trasformò le camerate del villaggio olimpico di Sydney 2000 in una casa di appuntamenti. Le sue gare di tiro erano terminate e la sua federazione premeva affinché tornasse a casa. Ma lui comprensibilmente non aveva nessuna voglia. Era già stato 4 anni prima ad Atlanta, sapeva bene cosa accadeva negli ultimi giorni delle competizioni. E ovviamente non voleva perderselo. Così, dopo aver chiesto alle domestiche di voltarsi dall’altra parte, scassinò le serrature di alcune stanze in disuso. Prese una stanza unica per sè e lasciò le altre a disposizione degli atleti di corsa, salto e lancio della squadra americana. “La mattina seguente” raccontò Lakatos “, l’intera squadra di staffetta femminile 4×100 di qualche paese dall’aspetto scandinavo esce da una stanza, seguita da alcuni dei nostri ragazzi. E io pensavo tipo ‘porca puttana, abbiamo guardato queste ragazze correre la notte prima’”. Lakatos aggiunse infine “È andata avanti così per otto giorni mentre un gran numero di olimpionici, maschi e femmine, si recavano a tutte le ore a casa dello sparatore – così tutti la chiamavano- , Casa dello Sparatore”. Alla fine Lakatos realizzò: “Sto gestendo un fottuto bordello nel Villaggio Olimpico! Non ho mai visto tanta depravazione nella mia intera vita.” I partecipanti alle orge facevano giusto una tappa presso una una borsa Oakley stracolma di preservativi ottenuti dalla clinica medica del villaggio.

Già, i preservativi.

Da Seoul 1988 il comitato olimpico (CIO) distribuisce preservativi all’arrivo degli atleti, che tuttavia più volte si sono dimostrati insoddisfatti della quantità. Alle olimpiadi di Sydney del 2000 ad esempio vennero forniti 70000 preservativi, più di dieci preservativi per ogni atleta maschio. Ma finirono prestissimo, tanto che il CIO fu costretto a chiederne d’urgenza altri 20000. Da allora la base si alzò a 100000, ma negli ultimi 20 anni il numero di condom necessari è aumentato ancora a dismisura. A Parigi 2024, per dire, sono stati dispensati 300000 preservativi per uomini, 20000 preservativi per donne e 10000 dighe dentali (per praticare sesso orale in sicurezza). E non è neppure la cifra più alta: a Rio 2016 addirittura 450000 preservativi!

Del resto sappiamo già che negli ultimi 20 anni, anche e soprattutto grazie a internet, per gli uomini attraenti è diventato ridicolmente più facile organizzare incontri sessuali. Con l’avvento delle app di incontri come Tinder o di social come Instagram, per una donna comune ma carina non è più così irrealizzabile il sogno di un’avventura sessuale con il suo artista preferito, e neppure con lo sportivo del momento. Molti atleti scaricano Tinder solo per quelle due settimane di permanenza. Si geolocalizzano al villaggio olimpico, impostando un breve raggio di azione, e setacciano tutti gli uomini o donne interessanti e disponibili nei paraggi. Il primo uso intensivo di Tinder venne fatto ai giochi olimpici invernali di Sochi (Russia) del 2014. Lo snowboarder americano Jamie Anderson lo chiamò “Next level”. Un livello superiore. E pensare che Tinder era ancora agli albori.

Come accadde alle Olimpiadi di Londra, quando il sito andò in sovratensione e alla fine crashò, costringendo i gestori a interrompere il servizio per 24 h.

Gli organizzatori delle Olimpiadi e le federazioni dei singoli Paesi talvolta provano a mettere un argine all’eccessivo degrado. Susen Tiedtke, ex saltatrice tedesca, ride di questi ingenui tentativi. Per lei, la cultura del sesso all’interno del villaggio olimpico è “una componente inevitabile”. Gli atleti trovano sempre un modo per fare certe cose, anche a costo di camminare per km in cerca di un luogo disponibile per appartarsi. Gli atleti greci, ad Atene 2004, venivano spesso beccati a fare roba nei balconi esterni.
Ho visto persone fare sesso all’aperto. Ovunque, sull’erba, tra gli edifici, le persone si buttano a terra sporcandosi.” sono le parole di Hope Solo, portiere della squadra di calcio femminile degli USA.


Hope Solo, gran cavallona
Lei stessa, poco dopo la vittoria della medaglia d’Oro, riuscì a far entrare una celebrità all’interno del villaggio olimpico per farci sesso (non ha voluto rivelarne l’identità, ma durante i festeggiamenti era in un club con Vince Vaughn e Steve Byrne, un comico famoso negli USA, perciò…).

Da notare che sia le donne che gli uomini, per quanto si lascino andare alla promiscuità e quindi si creino per tutti più occasioni di quelle che uno si può aspettare in altri contesti, continuano comunque a selezionare in perfetta coerenza con i loro istinti biologici, ovvero ipergamia per le donne e poligamia per gli uomini.

Gli uomini provano a farsi un po’ tutte, sia atlete che tifose, o comunque donne che provengono dall’esterno (magari trovate in qualche locale o su Tinder), le donne invece mirano agli altri atleti, in particolare a quelli di maggior status (leggi: medagliati) e più difficilmente sprecano tempo con chi non è dell’ambiente (celebrità escluse). A Carrie Sheinberg, sciatrice americana partecipante alle Olimpiadi del 1994 la squadra di bob propose la medaglia d’oro come moneta di scambio per una cosetta di gruppo. “No grazie, Tommy Moe ha una medaglia d’oro, andrò a giocare con la sua”.

Alcune donne fanno anche a gara a chi ottiene più baci, altre a chi si porta a letto il maggior numero di medaglie d’oro, altre cercano di capire quale genere di sportivo ha le migliori performance a letto.
A quanto si riferisce, americani ed est europei sono i più disinibiti sessualmente.


Il nuotatore sudafricano Chad (un nome, una garanzia) Le Clos celebra la sua vittoria olimpica con tre ragazze

Le più disponibili a flirtare sono le atlete di atletica leggera e le nuotatrici. Queste ultime in particolare sono in piscina quasi nude tutto il giorno, e le ragazze fissano gli uomini in costume da bagno, scambiandosi commenti sui loro culi e pacchi.
I nuotatori sono tra i più ambiti (basta guardare come le ragazzine della rete in questi giorni sono andate in visibilio per Thomas Ceccon), vuoi perché hanno il fisico migliore, vuoi perché il nuoto è tra le discipline più seguite. Ma più status di loro forse ce l’hanno i velocisti, che sono quelli con maggiore probabilità di scopare tanto e facile. Alcuni sono così ambiti che per riposare prima di una gara mettono il proprio coach davanti alla porta della camera, per evitare di essere disturbati da qualche ragazza che entra di soppiatto.

Usain Bolt dopo la vittoria del 2012 andò a festeggiare in un locale e, racconta un testimone, “Era come se le donne fossero in calore. Usain stava facendo il DJ alla consolle, e c’erano donne ovunque che si lanciavano contro di lui.”

Uno dei più grandi chiavatori olimpici è stato il giavellottista americano Breaux Greer, un colosso di 188cm per 100kg, con la faccia da vichingo.

Breaux Greer
Alle Olimpiadi del 2000, entravano nella sua camera MINIMO tre donne ogni giorno, spesso a distanza di meno di due ore. Due erano atlete, una saltatrice con l’asta e un’ostacolista, mentre l’altra era una turista scandinava.“Le ragazze sono in mutandine e reggiseni molto succinti, i ragazzi in mutande, quindi vedi subito cosa hanno da offrire.”, ci istruisce Greer “Anche se la loro faccia è un 7, il loro corpo è un 20.”. Per lui, la validazione sessuale era doping: “Ero un uomo felice quando entravo in competizione”, dice. “Se trovi qualcuno che ti piace e a cui piaci, il tuo mondo è completo per un secondo e gareggi bene”. Greer scopò persino in aereo durante il volo di ritorno da Sydney a Los Angeles, portandosi un’atleta nel cesso (lurido) dell’aereo, mentre altri invece se la spassavano tranquillamente fra le file di sedili.


L’estetica la fa sempre da padrone anche in questi contesti, ma merita una menzione Matthew Syed. Syed, oggi giornalista e conduttore televisivo ma con un passato da giocatore di ping pong, a 21 anni partecipò alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, e a proposito di quell’esperienza ricorda: “Ho fatto più sesso in quelle due settimane che in tutto il resto della mia vita fino ad allora”. Il che è facile, quando tutto il sesso che hai fatto nella tua vita è zero, mi sentirei di azzardare.

Le Olimpiadi e il microcosmo che si crea all’interno del villaggio olimpico sono (solo per i protagonisti, ca va sans dire) un ambiente estremamente favorevole perché:

Si tratta di uno dei club più esclusivi al mondo. Solo pochissime fortunate e talentuose persone possono accedervi, con una scrematura che quasi in tutte le discipline è data da un invalicabile scoglio genetico (vale a dire: puoi sforzarti quanto vuoi, se non sei nato con i geni giusti te lo scordi). Il solo fatto di essere lì è una garanzia. Non c’è necessità di indagare oltre.
Durante le due settimane di Olimpiadi tutte le telecamere sono puntate sugli atleti, è il momento di massima fama. Le donne esterne, anche se non hanno particolari interessi sportivi, si eccitano all’idea di entrare in qualche modo a far parte dell’ambiente che è sotto l’attenzione di tutti o dello sportivo del momento, per cui fanno carte false per accedere al villaggio e giustamente gli atleti ne approfittano.
Pressione sociale minima (questo vale per le donne e per gli uomini impegnati). Sei lontano da casa, spesso in un altro continente, nessuno ti giudica perché tutti sono lì per fare le stesse cose tue. E’ improbabile che il tuo futuro marito in Svezia scoprirà mai dell’orgia che hai fatto quella volta a vent’anni in camera con la squadra di pallanuoto australiana a Pechino
Sesso come celebrazione di una vittoria, sesso come consolazione per una sconfitta, sesso per rilassarsi prima di una gara, sesso per sfogare tutta l’energia accumulata.
Julie Foudy ha definito il villaggio olimpico come un “Party di confraternita universitaria con un patrimonio genetico molto carino”.
E’ un’esperienza che capita ogni 4 anni e che per alcuni capiterà una sola volta nella vita. La scarsità è un forte elemento persuasivo. Nella consapevolezza che non ti ricapiterà mai più è normale voler costruire bei ricordi, siano essi di sesso o di feste. Un po’ come l’Erasmus, se non fai certe esperienze ti senti tagliato fuori.
Dopo aver letto queste storie del “mondo di sopra” capite perché trovo ridicola l’immedesimazione che certuni provano nei confronti degli atleti, che rispetto alla gente comune viaggiano su un universo distante e parallelo. Anche se i media e la politica (e anche gli atleti stessi, per una questione di pubblicità personale) incoraggiano strenuamente la pratica di far passare le gare olimpiche come circostanze che riguardano tutti anziché solo i singoli protagonisti, e alcuni beoti da casa arrivano a convincersi che la vittoria di un loro connazionale sia anche una vittoria personale, è chiaro che le cose stanno un po’ diversamente, visto che i gareggianti fanno una vita da sogno e voi l’indomani tornate a lavorare in fabbrica per 1500 euro al mese, continuando a prendere pali su Tinder persino dalle più improponibili cessone.
Per cui la prossima volta che vi viene da scrivere cose tipo “Grazzie Marcello Jacobs, mi rendi orgogliozo di ezzere itallianoh”, beh, sappiate che non vi legge. E’ impegnato con qualche pallavolista norvegese. Tornate a lavorare, poveri.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« Risposta #1 il: Agosto 14, 2024, 17:11:21 pm »
Dimenticavo:

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« Risposta #2 il: Agosto 14, 2024, 17:53:26 pm »
Dov'è la novità?
Per me è roba vecchia.
Come lo sono certe storie dell'ex portiera della nazionale femminile di calcio statunitense, cioè Hope Solo.

https://www.alamy.it/fotos-immagini/hope-solo.html?sortBy=relevant


Citazione
e alcuni beoti da casa arrivano a convincersi che la vittoria di un loro connazionale sia anche una vittoria personale, è chiaro che le cose stanno un po’ diversamente, visto che i gareggianti fanno una vita da sogno e voi l’indomani tornate a lavorare in fabbrica per 1500 euro al mese, continuando a prendere pali su Tinder persino dalle più improponibili cessone.
Per cui la prossima volta che vi viene da scrivere cose tipo “Grazzie Marcello Jacobs, mi rendi orgogliozo di ezzere itallianoh”, beh, sappiate che non vi legge. E’ impegnato con qualche pallavolista norvegese. Tornate a lavorare, poveri.


Sì, vabbè, questi sono i soliti discorsi vecchi come matusalemme, che già ascoltavo da ragazzo nei confronti dei tifosi della Juve, dell'Inter o del Milan...
Tra l'altro il redpillatore ne fa, al solito, una questione italiana, come se in altri paesi fosse diverso...
Ma per piacere, basta con queste cazzate.

Non ci vuole molto a capire che costui non ha mai praticato alcun sport e che è il tipico italiano anti-italiano.
Si tifa per tizio o caio per ben altri motivi.
La questione è più complessa.
Per il resto lo so bene anch'io che devo alzarmi presto la mattina per andare a rompermi i coglioni in cantiere; e non per guadagnare 15.000 euro al mese (magari).


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Per inciso: anche le femmine si identificano nelle loro "eroine", tipo le pallavoliste della nazionale italiana, ma stranamente il redpillatore non ha un cazzo da dire al riguardo.

Offline Vicus

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Re:Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« Risposta #3 il: Agosto 14, 2024, 21:03:36 pm »
Perme non è una novità, ma le proporzioni si stanno ingigantendo
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« Risposta #4 il: Agosto 15, 2024, 06:33:10 am »
Medagliere e ammucchiate:

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Duca

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Re:Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« Risposta #5 il: Agosto 20, 2024, 20:20:38 pm »
Si sa che le olimpiadi non c'entrano un cazzo con lo sport, sono semplicemente un troiaio della peggior specie; però mi chiedo ma gli atleti con tutti i soldi che hanno perché non si portano i goldoni da casa?

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Re:Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« Risposta #6 il: Agosto 20, 2024, 23:09:46 pm »
Si sa che le olimpiadi non c'entrano un cazzo con lo sport, sono semplicemente un troiaio della peggior specie; però mi chiedo ma gli atleti con tutti i soldi che hanno perché non si portano i goldoni da casa?
La fregola (ANCHE delle signorine) è troppa per tanta previdenza.
A una han detto cul*na sui social, sta facendo un melodramma, telefoni rosa, violenzah patriarcaleh... ma vadano a remengo
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« Risposta #7 il: Agosto 21, 2024, 11:13:25 am »
La fregola (ANCHE delle signorine) è troppa per tanta previdenza.
A una han detto cul*na sui social, sta facendo un melodramma, telefoni rosa, violenzah patriarcaleh... ma vadano a remengo
Culona inchiavabile? :lol:

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Re:Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« Risposta #8 il: Agosto 21, 2024, 23:48:19 pm »
Culona inchiavabile? :lol:
In realtà non è niente male, neppure cul*na. A Parigi ha fatto 4,70, buon risulato:

« Ultima modifica: Agosto 23, 2024, 07:20:40 am da Vicus »
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Offline Emanuele83

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Re:Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« Risposta #9 il: Agosto 23, 2024, 00:36:58 am »
mah, son cose che fan vendere i giornali, mi sembra in generale che l^argomento ultimamente stuzzichi piu^interesse mediatico é un giro di affari e nel mondo dissoluto in generale stanno arrivando moti giovani, ragazze sopratutto

Offline Vicus

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Re:Le megacrudezze sessuali del villaggio olimpico
« Risposta #10 il: Agosto 23, 2024, 07:22:50 am »
In realtà alle olimpiadi di decenni fa non c'era il salto nel letto, non era così diffuso almeno
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