I principio è così, ma ci sono per esempio scienziati che hanno fatto molto male. Che magari dopo aver progettato l'at0mic4 hanno detto con caratteristica megalomania "io sono il distruttore dei mondi".
Non parliamo di filosofi che cambiavano opinione a seconda di quale parte del confine si trovavano.Questa frase spalanca un mondo di domande. Il mondo di oggi tende a soffocare queste qualità nello specialismo e nell'immaturità. In termini più espliciti, è perfettamente possibile controllare una persona intelligente impedendole di maturare (la maturità è semplicemente saper gestire le emozioni) e incanalando le sue abilità in mansioni estremamente specializzate. Ci sarebbe da dire molto di più.
Ma anche senza fornire dettagli il mondo è pieno di "geni" criminali, leggi anche generali guerrafondai, scienziati da premio Nobel che sfornano armi o droghe sempre peggiori, artisti di talento che deliberatamente pervertono la gente con le loro opere.
E' altrettanto certo che
1. La nostra epoca demonizza l'intelligenza associandola al male
2. La stupidità non è una scusante né garanzia di bontà (anzi)
Lo storico dell'economia Carlo Cipolla ha scritto che lo stupido è colui che procura un danno all'altro senza vantaggio per sé (come farebbe il bandito), ma addirittura recando un danno a se stesso
Proprio per questo avevo scritto che per intelligenza NON intendo le abilità specifiche, ma il livello complessivo di consapevolezza. Spesso si tende a definire intelligente una persona solo per una sua abilità specifica. Ci sono molte persone che sono delle "teste parziali", ovvero persone che sono brave solo in uno specifico e ristretto campo, mentre poi in altri campi sono del tutto incapaci. Penso quindi sia un errore confondere intelligenza ed abilità. O perlomeno è tutta una questione di negoziazione del significato che attribuiamo alle parole.
A questo punto, se preferisci, potrei dirti che la qualità che sto mettendo in relazione alla bontà, non è l'intelligenza, ma la consapevolezza. Quello che molte persone chiamano intelligenza, io tendo a chiamarlo semplicemente abilità. Perchè il termine intelligenza, preferisco invece riservarlo per definire qualcosa che in realtà si avvicina più al concetto appunto di consapevolezza.
Riformulo quindi: quel che penso è che la consapevolezza di una persona, sia direttamente proporzionale alla sua bontà. E viceversa, le persone (donne, nello specifico) più inconsapevoli che ho conosciuto, erano anche le più cattive. Solo che "inconsapevoli", sembra quasi una giustificazione, per questo "stupide", mi sembrava più consono. Sebbene su quanto siano giustificabili, e sulla colpevolezza reale per ciò che le persone sono e capiscono, nessuno può avere certezze. Solo Dio può sapere e vedere tutto.
Apro una parentesi: spesso si danno colpe agli scienziati, che invece non hanno. Se esiste la sedia elettrica, non è colpa di chi ha inventato i generatori elettrici. Non dico che non ci sia mai una responsabilità anche degli scienziati. Ma più spesso, vengono attribuite agli scienziati delle responsabilità che invece appartengono alla politica, ai governi, o al sistema economico, di cui gli scienziati stessi sono vittime, come tutti noi. Certo in alcuni casi potrebbero rifiutarsi di portare avanti determinate ricerche, ma molti alla fine accettano perchè sono ben pagati. I soldi piacciono a tutti, purtroppo. Ed alla fine, i governi qualcuno lo trovano sempre. Insomma, tutto si tiene. Le responsabilità sono molto più complesse.
Tornando al tema dell'intelligenza (o consapevolezza), a volte sembra anche a me che non ci sia una grande correlazione con la bontà. Ma in alcuni casi invece ho visto una correlazione molto netta.
Il problema è che la vera intelligenza non è misurabile. Molte donne stupide sembrano intelligenti solo perchè sanno comunicare bene (che è una abilità specifica), ma in realtà poi ci si accorge che sono delle cretine come tutte le altre. Viceversa a volte persone intelligenti, possono avere carenza proprio nella comunicazione, ed apparire meno dotate. Per questo è doppiamente difficile trarne una legge generale, perchè siamo ingannati dall'apparenza.
Come spesso accade, quando non si può essere certi nè di una ipotesi, nè di quella opposta, forse la cosa più saggia è seguire il proverbio latino "in medio stat virtus", e quindi concludere che forse potrebbe essere vero in parte, e ci potrebbe essere una correlazione parziale, tra consapevolezza e bontà. Nel senso che la consapevolezza tende ad incoraggiare la bontà nelle persone, anche se non sempre. Sebbene io penso che questo dubbio, nasca solo dal fatto che è difficile non essere ingannati dall'apparenza e quindi si rischia di chiamare intelligenti persone che non lo sono affatto, oltre poi al fatto che si tende, come dicevo, ad associare erroneamente l'intelligenza, ad alcune abilità specifiche (che magari la persona potrebbe aver imparato con grandissima fatica e con moltissimo impegno e non perchè fosse un genio). Secondo me, se fossimo in grado di misurare la consapevolezza (che per me è la vera intelligenza), riusciremmo ad essere certi che è proporzionale alla bontà e non avremmo dubbi. I dubbi e la confusione, nascono dagli inganni e dalla difficoltà a misurare.
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