Pare sia accertato che Chiara Petrolini, da tutti considerata una "brava ragazza" (come no!) abbia partorito per ben due volte e per due volte ucciso i neonati e ne ha sotterrato i corpicini in un giardino di una villa a Traversetolo, in provincia di Parma. Incastrata, lei ha ammesso, quasi a vantarsene (anzi, togliamo pure quel "quasi") di aver fatto "tutto da sola". Dopodichè se ne è volata a New York a fare la sua bella vacanzina. Oriana Fallaci scriveva non molto tempo fa che "mentre un padre che uccide il figlio quasi sempre si ammazza anche lui, invece una madre che uccide il figlio poi non si uccide affatto: va dal parruchiere". La stronzetta di Traversetolo dal parruchiere non ci è andata ma solo perchè non le piaceva: ha preferito andare a New York. Poi si è fatta fotografare tutta giuliva coi grattacieli della metropoli americana sullo sfondo. Inutilmente nella foto si coglierebbe un segno di turbamento per l'infanticidio commesso; si coglie soltanto il compiacimento per essere riuscita a superare l'ostacolo della gravidanza tramite la soppressione dei mocciosi che potevano impedirle la vita desiderata. "Missione compiuta", avrà pensato. Poche settimane prima a Viareggio, una signora della buona borghesia scippata, insegue un ladro, lo investe e gli ripassa sopra con il suo SUV non una ma quattro volte. Dopodichè ricupera la sua borsetta e lascia l'uomo lì agonizzante a crepare con la speranza e l'aspettativa che muoia davvero, così non può denunciarla. Sembrano episodi distinti e senza alcun collegamento. Invece un denominatore comune c'è ed è evidentissimo: la pretesa alla felicità e al benessere delle protagoniste per "grazia cromosomica" di fronte alla quale pretesa tutti gli ostacoli sia pure nella forma di un neonato o tutte le molestie nella forma di un immigrato extracomunitario che rubandole la borsetta "le ha rovinato la serata brillante con le amiche", devono essere eliminate e senza alcuno scrupolo, nel caso della stronzetta di Traversetolo o ammazzate con ferocia e sadismo nel caso della stronza di Viareggio. Quarant'anni ed oltre di incensamento al genere femminile, di esaltazione dell'autoreferenzialità femminile, l'enfasi alla felicità e al benessere come "diritto inalienabile" per le donne (per gli uomini è solo una "situazione di fatto" che devono sapersi creare da soli, ovviamente) hanno dato questi mirabili frutti. Anni fa una scrittrice femminista Isabella Bossi Fedrigotti ammise che donne prevaricatrici ci sono sempre state nella Storia ma oggi le donne che prevaricano sembra lo facciano "con una cattiveria nuova". Eccoti qui, cara la mia Bossi Fedrigotti la "novità" della cattiveria: sta tutta nella convinzione, peraltro sempre esistente, ma oggi alimentata e foraggiata al massimo grado dal clima di (va)ginolatria imperante in questo Occidente, di meritarsi il meglio della vita e dalla vita per il semplice fatto di trovarsi con un buco in mezzo alle gambe alla nascita. Peraltro, sui social si sprecano lodi per la mirabolante impresa della signora di Viareggio, da molte donne che già vedono in lei un modello ma anche da tanti maschi coglioni che non hanno capito che la donna di Viareggio non ha voluto tanto uccidere il ladro ma il "maschio molesto" che le ha rovinato la serata e che ora non la rovinerà più a nessuna. Non c'è da contarci troppo che la condanna alle due stronze sarà severa. I giudici andranno certo in cerca di "circostanze attenuanti" per dare loro il minimo della condanna e poi scarcerandole appena possibile, come già hanno fatto con quella donna che ha accoltellato e ucciso il fidanzato, scarcerata dopo appena due anni di gabbio con la scusa che "doveva badare al figlio". Quanto a quelle due, la loro unica preoccupazione adesso sarà solo quella di uscirne con il minimo dei danni e prendersi il minimo degli anni e per questo si inventeranno adesso "ravvedimenti", "sofferenze emotive", "dispiaceri vari" da dare in pasto all'opinione pubblica che non chiede di meglio che avere di fronte un falso pentimento per concedere in cambio un perdono altrettanto falso. Quanto a quelle che femmine che esultano pubblicamente o anche nel loro intimo considerando le protagoniste di queste belle imprese come esempi da seguire per poter magari regolare dei conti con gli uomini della loro vita e che per caso capitano qui, mando il seguente messaggio: " NON VENITECI PIU' A ROMPERE I COGLIONI con i cosiddetti "femminicidi": i casi di Traversetolo e di Viareggio stanno lì a dimostrarci che se esiste la violenza maschile, esiste anche la violenza femminile. Che non è migliore di quella maschile. Anzi, è peggiore. Perchè mentre quella maschile non cerca giustificazioni ed è spesso accompagnata da qualche senso di colpa, quella femminile invece sensi di colpa non ne prevede e cerca sempre giustificazioni anche le più demenziali. E, soprattutto, NON CERCATE DI INSTILLARCI SENSI DI COLPA se un uomo ammazza una donna: la responsabilità è individuale, non di genere, mettetevelo bene in testa. Nessuna donna, c'è da giurarci, prova alcun senso di colpa per i fatti di Traversetolo e Viareggio. E, c'è da scommetterci, nemmeno le due stronze protagoniste, anche se lo simuleranno per ottenere uno sconto di pena. Al massimo, qualche donna esprimerà "tristezza" per i due episodi. Questo è quello che si troverà qui a commento dei cosiddetti femminicidi: soltanto "tristezza". Per quanto mi riguarda e riguarda anche chi scrive qui, oramai i conti sono chiusi. E definitivamente".