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"Io mi devo difendere".

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Marco21:

--- Citazione da: Vicus - Settembre 25, 2024, 05:28:33 am ---Le persone consapevoli per definizione sono gli artisti, che Pound definiva le antenne del genere umano, perché in grado di prevedere nei dettagli cambiamenti sociali con un secolo di anticipio. Ma se consideriamo i più grandi di tutti i tempi, Pound stesso aveva l'amante, non sarà un comprtamento da scienziato malvagio ma non trasuda bontà; Joyce era un gran p.ttaniere e tradiva la compagna pur avendo 2 figli; Baudelaire oltre alle prostitute era un tossicomane, immortalò la sua esperienza ne I Paradisi artificiali e amava circondarsi di donne che lui stesso definiva diaboliche. Insomma molto consapevoli ma non proprio dei santi

--- Termina citazione ---

Personalmente, le persone che reputo consapevoli, sono i maestri spirituali, antichi e moderni, di tutte le epoche storiche, e di tutte le culture.
Eckhart Tolle, Georges Gurdjieff, Jiddu Krishnamurti, Anthony De Mello, Thích Nhất Hạnh, Omraam Mikhaël Aïvanhov, Peter Ouspensky, e molti altri, che in fondo, hanno insegnato tutti le stesse cose, perchè come diceva il filosofo Eraclito: "unico e solo è il mondo, per coloro che sono svegli". Chi dorme invece, vede le cose con gli occhi dell'ignoranza, ed è quindi addormentato nel suo sogno personale, nella sua visione del mondo errata. Questa visione, porta inevitabilmente ad azioni errate, disoneste e malvagie. In questa categoria ovviamente si possono inserire molte altre figure, come i Santi e i mistici della Chiesa, grandi filosofi del passato, e poi ovviamente il Buddha. Ci si potrebbe anche inserire Gesù, ma essendo il figlio di Dio, e non un uomo "qualunque", credo proprio che non sia corretto inserirlo nella lista, sebbene ovviamente, potrebbe e dovrebbe essere inserito al primo posto.

C'è anche da dire, che forse non esiste la "categoria" dei più consapevoli. Qualcuno disse che in ogni categoria c'è la stessa percentuale di cretini. Penso che possano esserci anche contadini consapevoli, come scienziati o filosofi inconsapevoli. Anche nella categoria dei maestri spirituali c'è del marcio. Brutte voci circolano su Osho ad esempio. Ma per me resta comunque l'ambiente dove cercare saggezza e consapevolezza. Tra l'altro, il termine "consapevolezza", in ambito spirituale, assume effettivamente una connotazione diversa, rispetto a quella scritta sul vocabolario, perchè indica appunto la capacità di vedere in profondità, di andare oltre la nebbia di questa realtà illusoria, e di essere vigili, per osservare i continui auto-inganni della nostra mente materiale, che (appunto) mente continuamente.

Vicus:
Ho conosciuto una buddista (niente male) che era stata "sedotta" da un santone in Rolls Royce, sono casi molto frequenti.
Gurdjieff si illudeva che l'essere umano potesse "fabbricarsi un'anima" con strani esercizi, come movimenti disarticolati.
Krishnamurti era il falso messia di una religione socialisteggiante intrisa di spiritismo, creata dai Servizi per assicurarsi la collaborazione delle classi dirigenti indù (che secondo l'induismo si erano "contaminati" con gli stranieri).
Osho faceva danzare (cito) "fino all'orgasmo" i suoi adepti davanti a cadaveri, con chiaro riferimento al culto di Shiva il Distruttore e di Kali. Culto che non dispiaceva all'inventore della bomba atomica, che si proclamò "il distruttore dei mondi" (frase tratta dai Veda). D'altra parte, la bomba atomica indiana si chiama "sorriso di Buddha".
Sono cose che vanno dette perché in Occidente sono poco note.
Mentre Buddha ammetteva di essere un semplice uomo e che la sua (cito) "filosofia poteva essere soggetta a critica", Gesù è l'unico che, pur nella sua umiltà, si sia proclamato Dio e abbia detto che le Sue parole "non passeranno". "Parlava con autorità, non come i loro scribi" ed era, in quanto Dio, "padrone anche del Sabato".

Poi, certo, esistono punti comuni nelle grandi spiritualità mondiali, specialmente in tema di ascetica: si può sperimentare felicità anche in questo mondo, quando è visto dall'anima che non ha più un io e per questo non trema più ("nella tempesta il rifugio" diceva Buddha). L'Imitazione di Cristo e altri testi spiegano come sfruttare le difficoltà della vita e le proprie stesse debolezze come gradini di evoluzione spirituale

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