La legislazione italiana* sulla IVG è un'accrocchio tecnico-giuridico puntellato da uno spregiudicato scientismo che resiste nel tempo
L'idea che il feto umano prima dei 90 giorni sia un insignificante ammasso di cellule di cui ci si può liberare senza particolari patemi (e colpe) per poi dal 91° in avanti diventare un'entità insopprimibile ha più a che fare con lo sciamanesimo che con la scienza biologica
Come sappiamo l'ostacolo (superato a piè pari) era...in effetti ancora lo sarebbe, la definizione giuridica del feto umano
La connotazione “disumana” (in senso etimologico) del feto 0/90 lo sottrae alla tutela costituzionale della sopravvivenza garantita ai “soggetti”
Imbarcarsi in una lunga, estenuante, irrisolvibile discussione etica (come accaduto ad esempio per il tema eutanasia) sarebbe stato un azzardo politico
Andava trovata una soluzione rapida, una scorciatoia, un escamotage che riempisse il vuoto normativo post-referendario
E la “scienza” prontamente è arrivata in soccorso
Ma siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi...come si dice, da li in avanti è stato un profluvio di “no grazie, non fa per me”
Un esercito di irriducibili, ignoranti, egoisti, retrivi, superstiziosi, incivili, cinici, ottusi, confusi, opportunisti astensionisti della soppressione fetale
Le hanno provate tutte per ricondurli alla “ragione”
Niente
Non se ne esce
Ci vorrebbe il green-pass: no tagli-no mangi
*credo anche le legislazioni di altri paesi, che però non conosco