Grazie Cassiodoro. Mi pare ribadito il principio secondo cui gli accordi non possono derogare a mantenimento e affido stabiliti dal giudice e neppure validamente disporne prima della sentenza di separazione/divorzio.
Di certo c'è solo che sempre più gente ricorre a simili scritture private, nell'illusione di derogare alla vessatoria giustizia familiare, i cui principi cardine sono:
1. Il divorzio (della donna) è un diritto
2. Non deve essere ostacolato da nessuna limitazione di carattere economico e neppure familiare (affido)
3. Si rende quidi indispensabile un appannaggio, per garantire addirittura "lo stesso tenore di vita" (giurisprudenza tuttora prevalente) anche se il consorte va ad abitare sotto un ponte.
Qualcuno, appurato che si riduce a schiavo lavorando solo per l'ex, si licenzia. In Francia sono andati avanti: le dimissioni non annullano l'obbligo di mantenimento, tradotto l'ex marito va in galera per una sorta di "abuso di licenziamento".
Questo gioco è sempre più conosciuto al punto che oggi, fateci caso, si sposano solo gli ingenui