E' stata liberata oggi. Come al solito, quando si tratta di femmine, per di più giovani e bellocce, sia la macchina dei soccorsi, sia quella diplomatica statale sia anche quella giudiziaria ha dei recuperi di efficienza stratosferici. Questa era pure la figlia di un alto manager della JP Morgan e quindi figuriamoci se poteva essere lasciata in una fetida cella di un carcere duro iraniano a lungo. Sapremo, mi auguro a breve, il prezzo, sicuramente elevato che è stato già pagato dal governo italiano per la sua prontissima scarcerazione. Ma non ho alcuna bramosia di saperlo, dato che non è difficile immaginarlo. Come minimo, l'ingegnere iraniano non sarà estradato negli USA. Probabilmente gli daranno i domiciliari nell'ambasciata iraniana a Roma. Dopodichè se la svignerà alla chetichella sotto il naso delle nostre forze dell'ordine con tanto di dichiarazioni imbarazzate dei politici nostrani e di quelle indignate del Dipartimento di Stato americano sulla inaffidabilità degli italiani e delle loro forze di polizia. Film già visto, peraltro. La nostra Meloni è andata apposta da Trump per ottenere il suo permesso. Ovviamente, ottenuto. In fondo la Parigi dell'obbedienza del governo italiano ai "desiderata" USA e il suo impegno di mettersi a cuccia di fronte agli interessi americani d'ora in poi, val bene la Messa della scarcerazione di un ingegnere iraniano della cui prigionia gli yankee non hanno alcun bisogno per la loro sicurezza, garantita da ben altro. Quanto alla Vispa Cecilia, adesso, a prezzo di neppure tre settimane di gabbio, ha l'avvenire assicurato: le varie Tv se la contenderanno a peso d'oro, ascoltando in religioso silenzio i suoi "resoconti" (anche se non so cosa ci sia da dire o da raccontare quando si è chiusi in una celletta ad osservare le mosche) accogliendo inoltre come oro colato le sue critiche e accuse di sessismo al regime iraniano (nonostante abbia ricevuto tutto sommato un trattamento di favore). Sicuramente più di un partito la candiderà al Parlamento Europeo e la nostra Cecilia diventerà una star. Verrà interpellata su ogni questione, anche su quelle sulle quali non capisce una beata mazza e qualsiasi stronzata che in futuro pronuncerà in merito verrà gratificata con l'aggettivo di "originale" o "coraggiosa". Nessuno di certo noterà che un governo di destra e quindi "patriarcale" per definizione l'ha liberata dal "patriarcale" regime iraniano che però non le ha torto un capello. Ma quello che dà fastidio di più non è uno stipendio inutile in più da pagare e che sarà pagato per lei, oltre al prezzo della sua liberazione. Il fastidio maggiore sarà doverci sorbire le sue "analisi" e "valutazioni". E questo a reti praticamente unificate, con tanto di tripudio e agiografia espressa da tutte le testate giornalistiche invitate ad essere rappresentate.
Già il padre ha fatto sapere di "essere orgoglioso di lei". Per essere stata al gabbio in questi giorni. Mi auguro che ad esserlo sia solo lui. Ma non ci conto affatto. Come Filippo Turetta è perfetto per essere sacrificato, Cecilia Sala è perfetta per essere santificata. "Santa subito" proclamerà il nostro mainstream e il desiderio verrà istantaneamente esaudito.