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Tramonto occidentale: bestiario sulla (ex) civiltà dell'apparenza

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Vicus:
Ma Vlad era un tiranno, non pretendeva di essere una sorridente famiglia di Wimbledon che usava il barbecue d'ordinanza per arrostire domestiche. Inoltre è ricordato proprio per essere un caso raro, mentre in UK (chissà perché lì) non è l'unica famiglia "benvoluta dalla comunità" a far sparire dozzine di domestici e baby sitter.
Poi in Italia ci sono gli infermieri satanisti che mettono il curaro nelle flebo (da non confondere col filone delle infermiere matte tipo Sonya C.), altra specialità tutta moderna

Vicus:

--- Citazione ---ma il dissanguamento intenzionale era legato alla pratica alchemica di Erzsebet e alla magia nera,
--- Termina citazione ---
Appunto, ma non viviamo in un'epoca laica e illuminata?
Inoltre sono tutti casi dell'Europa dell'Est, già famosa per abusi sulla popolazione, di cui erano responsabili personaggi di potere e non erano fatti così comuni.
Ma in Europa Occidentale non si registravano casi del genere, sicuramente non nel numero che c'è oggi e non da parte di tiranni perversi, ma di cittadini comuni, integrati nella società e "benvoluti da tutti".
Inoltre partiamo dall'idea sbagliata che a commettere queste atrocità non siano mai alti funzionari, politici, mag. o appartenenti alle FFOO mentre in certi ambienti è la regola, vedi l'isola di Epstein riservata a tutti i politici dell'arco costituzionale, o a certi ristoranti amici di presidenti e politici vari che non vendevano pizze ma esseri umani per pratiche innominabili.
Per cui sorge ancora la domanda: come mai in un'epoca laika e demokratica la classe dirigente è così malvagia, e ha credenze da far impallidire gli aztechi, non solo uno o due ma praticamente tutti sono invischiati in cose simili

Frank:
Vicus, ho citato semplicemente alcuni casi, poi che riguardino tizie (e tizi) dell'Europa dell'est non ha importanza, perché la natura umana è la stessa ovunque, in ogni tempo e in ogni luogo.

Certe atrocità fanno parte della storia della specie umana e, ripeto, in passato era pure peggio di oggi.

Frank:
Questa è sempre roba scritta vent'anni fa dai pionieri della QM.



--- Citazione ---La storia della razza umana è la guerra. Tranne che per brevi e precari intermezzi non c'è mai stata la pace nel mondo; e la lotta omicida era universale e senza fine ben prima che la storia cominciasse.


Il giudizio di Wiston Churchill sulla nostra specie potrebbe essere liquidato come quello di un uomo che ha combattuto la guerra più terribile della storia e ha assistito all'inizio di una guerra fredda che avrebbe potuto portare alla fine dell'umanità. Ma, malauguratamente, esso ha retto alla prova del tempo. Se la guerra fredda è ormai un ricordo e i conflitti armati fra nazioni sono rari, continua a non esserci pace sul nostro pianeta. Anche prima dell'infausto 2001, che ha visto gli spaventosi attacchi agli Stati Uniti e la guerra in Afghanistan che ne è derivata, l'Elenco dei conflitti nel mondo catalogava sessantotto aree di violenza sistematica, da Albania e Algeria a Zambia e Zimbawe.
Anche l'osservazione di Churchill sulla preistoria ha trovato conferma. Un tempo si pensava che i moderni cacciatori-raccoglitori, che ci offrono un'immagine di quale era la vita nelle società preistoriche, combattessero solo battaglie cerimoniali, fermandosi al primo caduto.
Ora sappiamo che si uccidono l'un l'altro in una proporzione che fa apparire le nostre guerre mondiali quasi incruente. E le testimonianze dell'archeologia non sono più allegre. Sepolti nel terreno e nascosti in grotte, giacciono i muti testimoni di una preistoria sanguinosa risalente a centinaia di migliaia di anni fa: scheletri con segni di scotennamento e di colpi d'ascia o in cui sono ancora incastrate punte di frecce; armi come tomahawk e mazze inutili per la caccia, ma fatte apposta per uccidere altri uomini; fortificazioni di difesa come palizzate di pali appuntiti; e in molti continenti, pitture che mostrano uomini che attaccano altri uomini o ne vengono attaccati con frecce, lance o boomerang.
Per decenni gli "antropologi di pace" hanno negato che siano mai esistiti gruppi umani dediti al cannibalismo, ma le prove in contrario non hanno fatto che accumularsi e tra di esse ce n'è una incontrovertibile. In un sito del Sudovest statunitense, vecchio di 850 anni, gli archeologi hanno trovato ossa umane tagliate a pezzi come quelle degli animali che servivano da cibo, e inoltre tracce di mioglobina umana (una proteina dei muscoli) in frammenti di stoviglie e (prova schiacciante) in un escremento umano fossilizzato.

Anche gli appartenenti alla specie Homo antecessor, parenti dell'antenato comune ai Neanderthal e agli uomini moderni, si scagliavano l'uno contro l'altro e si massacravano, il che indica che violenza e cannibalismo risalgono ad almeno 800.000 anni fa.
Ma la guerra non è che uno dei modi in cui gli esseri umani si uccidono tra loro. In gran parte del mondo essa si stempera in violenze su scala minore, come scontri interetnici o fra bande rivali, faide e assassinii. Anche qui, malgrado innegabili passi avanti, non abbiamo nulla che assomigli alla pace.
Benché nelle società occidentali la percentuale di omicidi sia fra un decimo e un centesimo di quella che era dieci secoli fa, nel ventesimo secolo sono stati assassinati, nei soli Stati Uniti, un milione di persone e ogni americano ha l'1,5 per cento di possibilità di venire ucciso.
La riduzione della violenza su grande e piccola scala è uno dei nostri massimi assilli morali. Dovremmo usare ogni strumento culturale a nostra disposizione per capire che cosa, nella mente e nell'assetto sociale, ci porta a ferire e uccidere così tanto. Il problema, però, è che lo sforzo di comprendere come stanno le cose è stato fuorviato da quello di proclamare per legge la risposta "corretta".
Nel caso della violenza, la risposta corretta è che essa non ha nulla a che vedere con la natura umana, ma è una patologia la cui fonte è in elementi maligni esterni a noi.
E' un comportamento che ci viene insegnato dalla cultura, o una malattia contagiosa endemica in certi ambienti. Tale ipotesi è divenuta il dogma centrale di una fede laica, ripetutamente professato in pubbliche dichiarazioni come una preghiera quotidiana o un giuramento di fedeltà. Si ricordino la risoluzione proposta dall'Unesco da Ashley Montagu, secondo cui la biologia avalla "l'etica della fratellanza universale", e gli antropologi convinti che "non-violenza e pace sono state probabilmente la norma per la maggior parte della preistoria". Negli anni Ottanta molte organizzazioni operanti nel campo delle scienze sociali sottoscrissero il Seville Statement on Violence (1990), che definiva "scientificamente scorretto" affermare che gli esseri umani hanno un "cervello violento" o hanno subìto una selezione a favore della violenza. "La guerra non è un istinto, ma un'invenzione" scrisse Ortega y Gasset, fedele alla sua convinzione che l'uomo non ha natura, ma solo storia. Una recente Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne sentenziava che "la violenza è parte di un processo storico, non è naturale o frutto di determinismo biologico". E, negli Stati Uniti, una pubblicità del 1999 del National Collaborative on Violence Prevention dichiarava che "la violenza è un comportamento appreso".
--- Termina citazione ---

Frank:

--- Citazione ---Nata nel 1892 a Montella, in provincia di Avellino, Leonarda Cianciulli (nota come "la saponificatrice di Correggio") ebbe un'infanzia difficile e quando si sposò restò incinta dodici volte, ma otto figli morirono.
La Cianciulli disse che i piccoli perirono in seguito al malocchio lanciatole dalla madre il giorno del suo matrimonio. A seguito del terremoto abbattutosi, nel 1939, in Irpinia, si trasferì con la famiglia in Emilia, a Correggio. In breve, dopo essersi separata dal marito (formalmente ma non legalmente) diede vita ad un fiorente commercio di abiti usati; inoltre era piuttosto nota come fattucchiera e aveva molti clienti, in particolare donne, intenzionate a conoscere il loro futuro, sia dal punto di vista sentimentale che da quello professionale. In sogno ebbe la "visione" della Madonna la quale la "invitò" ad uccidere una vittima per ogni figlio: in questo modo i ragazzi si sarebbero salvati dalla maledizione che pendeva su di loro.
Le vittime furono individuate in tre delle sue "clienti": Faustina Setti, Francesca Soavi e Virginia Cacioppo.
A tutte diceva di aver trovato, in altre città, un potenziale marito o un lavoro.
Le vittime vendevano i loro beni lasciandone la gestione per procura a Leonarda ma immediatamente dopo sparivano. In genere i corpi venivano sezionati, le parti più grandi fatte bollire con soda caustica e quindi buttati nel pozzo nero. Il sangue, mischiato a zucchero, margarina, farina e cioccolato, serviva per realizzare torte e pasticcini che erano offerti alle amiche.
Secondo numerosi testimoni i dolci erano di notevole qualità! Altre parti erano utilizzate per produrre sapone. Quando venne arrestata, in seguito all'indagine avviata dopo la denuncia della parente di una delle donne scomparse, la Cianciulli si dimostrò quasi sempre consapevole dei propri crimini e non pentita di aver tolto la vita a tre innocenti.
Fu però scandalizzata dalle accuse che la indicavano come un'assassina mossa dal solo interesse.
Disse che gli omicidi si erano resi necessari per salvare i figli.
Il tribunale la ritenne inferma di mente e la condannò al carcere e all'OPG dove morì, il 15 ottobre 1970, all'età di 78
--- Termina citazione ---



--- Citazione ---Nata nel 1875 in un piccolo villaggio di pescatori della Francia settentrionale, Jeanne Weber se ne andò da casa diretta a Parigi all'età di 14 anni, facendo umili lavori fino al matrimonio nel 1893.
Suo marito era un alcolizzato e nel 1905, dopo la morte recente di due dei loro tre figli, anche Jeanne cominciò a bere molto e si trasferì in un misero caseggiato popolare di Parigi con il marito e il figlio di sette anni. Il 2 marzo 1905 la Weber stava facendo la baby sitter per sua cognata quando una delle due figlie della donna, la piccola Georgette di 18 mesi, improvvisamente "si ammalò" e morì.
Alcuni strani lividi sul collo furono ignorati dai medici che la visitarono e Jeanne fu di nuovo chiamata l'11 marzo. Suzanne di 2 anni non sopravvisse alla sua visita ma il dottore attribuì la causa della seconda morte a inspiegabili "convulsioni". Il 25 marzo la Weber stava occupandosi dei bambini del fratello quando una nipote, Germaine di 7 anni fu colta da un improvviso attacco di "soffocamento", con la comparsa di segni rossi sulla gola. La bambina sopravvisse all'episodio ma fu meno fortunata il giorno dopo quando tornò zia Jeanne. La difterite fu indicata come causa della sua morte e di quella del figlio della Weber, Marcel, appena quattro giorni dopo. Ancora una volta i segni evidenti di strangolamento furono ignorati.
Il 5 aprile 1905 la Weber invitò a pranzo due sue cognate, restando a casa con il nipote Maurice di 10 anni mentre le altre donne uscivano a fare spese. Tornarono prima del previsto e trovarono Maurice rantolante sul letto, con la gola chiazzata dai lividi e Jeanne in piedi accanto a lui con un'espressione da folle sul viso.
Formalmente imputata, il processo alla Weber cominciò il 29 gennaio 1906, con la dichiarazione da parte della pubblica accusa di otto omicidi (tra cui quelli dei tre bambini della Weber e di altri due bambini - Lucie Aleandre e Marcel Poyatos - deceduti mentre erano affidati a lei).
La Weber fu accusata di aver ucciso il figlio a marzo per allontanare i sospetti, ma i giurati respingevano la terribile ipotesi di fronte a una madre addolorata, e la Weber fu prosciolta il 6 febbraio.
Quattordici mesi dopo, il 7 aprile 1907, un medico di Villedieu fu chiamato a casa di un contadino di nome Bavouzet. Egli fu accolto da una baby sitter, una certa Madame Moulinet, che lo condusse al lettino dove Auguste Bavouzet di nove anni giaceva morto, con la gola piena di lividi.
Causa della morte:"convulsioni". Ma il dottore cambiò la sua diagnosi il 4 maggio quando si scoprì che Madame Moulinet era Jeanne Weber. Trattenuta in carcere per essere processata, la Weber fu liberata in dicembre dopo che una seconda autopsia attribuì la morte del ragazzo alla febbre tifoidea.
La Weber sparì rapidamente, per ricomparire poi come inserviente all'ospedale dei bambini di Faucombault, e spostarsi poi da lì in un istituto per l'infanzia abbandonata di Orgeville, gestito da amici che cercavano di "compensare i torti che la giustizia aveva inflitto a una donna innocente".
Prestando servizio come Marie Lemoine, la Weber lavorava da meno di una settimana quando fu sorpresa nell'istituto a strangolare un bambino.
Imbarazzati dalla loro stessa ingenuità i proprietari la licenziarono in fretta e l'"incidente" fu tenuto nascosto.
Tornata a Parigi, la Weber fu arrestata per vagabondaggio e rinchiusa per qualche tempo nel manicomio di Nantere, ma i dottori la dichiararono sana di mente e la fecero uscire.
Jeanne si diede alla prostituzione, prendendosi nel frattempo un amante con il quale l'8 maggio andò a vivere in una pensione di Commercy.
Poco tempo dopo Jeanne fu scoperta mentre strangolava il figlio dell'albergatore, Marcel Poirot di 10 anni, con un fazzoletto insanguinato. Il padre della vittima dovette colpirla a pugni in faccia per ben tre volte con tutta la sua forza, prima che si decidesse a lasciare la presa del corpo senza vita.
Fermata in attesa di processo per nuove accuse di omicidio, la Weber fu giudicata inferma di mente il 25 ottobre 1908, e internata in un manicomio di Mareville.
Ritenuta responsabile di almeno dieci omicidi, "L'Ogresse de la Goutte d'Or" sopravvisse due anni in cattività, prima di strangolare se stessa nel 1910.
--- Termina citazione ---

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