Autore Topic: L'esercito europoide non è per l'Ucraina: è per NOI  (Letto 206 volte)

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L'esercito europoide non è per l'Ucraina: è per NOI
« il: Marzo 05, 2025, 00:21:58 am »
Nel riportare due illuminanti articoli segnalo (riservandomi di fornire ulteriori dettagli) che una nazione europea non ha neppure aspettato l'esercito UE, ha già reclutato 40000 soldati da impiegare contro la popolazione civile che vota "sbagliato".
Niccolò Machiavelli scrisse che uno Stato esiste se batte la propria moneta e ha un esercito indipendente.
Tornano di moda mercenari, compagnie di ventura, pretoriani e caste militari politicamente influentissime.
Buona lettura e meditazione:


Il vero scopo dell’esercito europeo
 Maurizio Blondet  27 Febbraio 2025
L’Unione Europea Pronta a Mobilitare l’Esercito per Sopprimere le Insurrezioni Popolari: La Verità Scomoda

Negli ultimi mesi, crescono le voci secondo cui l’Unione Europea starebbe preparando un’azione mai vista prima: la creazione di un esercito europeo destinato non solo a difendere i confini, ma anche a fronteggiare le insurrezioni interne. Documenti recentemente trapelati sembrano suggerire che l’UE stia progettando misure estreme per sopprimere qualsiasi forma di protesta popolare che minacci la stabilità delle sue politiche centralizzate.

Sorgono interrogativi inquietanti sul futuro della democrazia in Europa: l’esercito che si sta formando sarà davvero destinato alla sicurezza del continente, o si sta preparando per “controllare” i cittadini, mantenendo l’ordine a tutti i costi, anche a quello della libertà individuale?

Claudio Borghi:

NO ESERCITO EUROPEO

La UE in un momento in cui si sta rivelando ancora più inutile e dannosa tenta l’ennesimo rilancio per sottrarre ancora più sovranità agli Stati. Questa volta puntando ad un bersaglio più pericoloso della moneta unica. Vuole l’ESERCITO EUROPEO.

Ecco dieci motivi per cui questa idea deve essere rifiutata con tutte le nostre forze.

Il vero scopo dell’esercito europeo è quello di sottomettere gli stati membri che volessero disobbedire. Abbiamo già visto con quale violenza la UE può aggredire un singolo stato. L’hanno fatto con la Grecia chiudendo le banche e con l’Italia con lo spread.

Non esiterebbero ad usare la forza se disponessero di un esercito. La cosa è pianificata ed è scritta a chiare lettere nel “Manifesto di Ventotene” di Spinelli. Il fucile dell’esercito europeo sarà puntato alla nostra tempia.

L’Italia perderebbe la sua sovranità militare, un altro pezzo di autonomia regalato a Bruxelles e continuo scivolamento verso l’irrilevanza. Senza moneta e senza esercito non potremo più dirci Nazione. Un esercito europeo servirebbe gli interessi di Germania e Francia, non i nostri.

Chi decide quando e dove combattere? Non certo Roma, ma burocrati non eletti. Non solo: immaginate un esercito europeo in una UE senza il diritto di veto: i nostri ragazzi potrebbero partire per qualche fronte lontano anche se il nostro Parlamento fosse contrario.

I costi sarebbero enormi: L’Italia è sempre contributore netto, quindi si userebbero soldi italiani per difendere confini altrui. Immaginate poi cosa potrebbe succedere con l’ingresso dell’Ucraina nella UE: con l’ingresso di uno stato enorme e poverissimo l’Italia dovrebbe pagare il triplo.

La nostra difesa nazionale, già fragile, verrebbe ulteriormente indebolita. I soldi, gli uomini e i mezzi allocati all’esercito europeo verrebbero sottratti alla difesa territoriale nazionale e alle forze dell’ordine, ci sarà ancora meno controllo del territorio.

Un esercito comune dopo la moneta unica è il secondo passo verso un mostruoso superstato europeo: addio indipendenza. Benvenuta schiavitù. Le tradizioni militari italiane, un patrimonio storico, sarebbero sacrificate. Basta Alpini, basta Folgore, basta Bersaglieri. Solo l’orribile divisa UE con un regolamento di venti pagine sulle misure degli elmetti e degli scarponi. In caso di conflitto, l’Italia diventerebbe un bersaglio senza voce in capitolo.

Non potremmo mai invocare la neutralità e finiremmo trascinati in guerre assurde da pazzi guerrafondai tipo Macron.

L’esercito europeo è contro la nostra Costituzione. L’UE non ha una visione politica unita: come può avere un esercito coerente? Se una moneta senza stato è un abominio, un esercito senza stato è un’oscenità giuridica, politica e sociale.

Dare un esercito e magari armi atomiche a una UE che è e sarà a guida tedesca? E per beffa finale pagato da noi? MA VOI SIETE PAZZI. PAZZI!!! #NOESERCITOUE #STOPEUARMY

https://www.maurizioblondet.it/il-vero-scopo-delllesercito-europeo/

NO all’Esercito Von Pfizer

Roberto Pecchioli  4 Marzo 2025

Anche un orologio rotto segna due volte al giorno l’ora esatta. Come dare torto a Crudelia Demon travestita da contessa Von der Leyen quando afferma che la pace si costruisce sulla forza? E’ il vecchio detto romano si vis pacem, para bellum, se vuoi la pace, prepara la guerra. Ma non ci piace affatto che la nuova parola d’ordine sia riarmo. L’Europa, ovvero il suo simulacro con sede a Bruxelles (succursale della centrale politica di New York e di quella finanziaria di Londra) chiama alle armi, parlando addirittura di formare un esercito unico europeo , dopo oltre settant’anni di disarmo morale oltre che materiale ed aver lasciato agli Stati Uniti il ruolo di unica potenza militare in nome di un pacifismo codardo, punteggiato da fuga dalle responsabilità, indifferenza, bandiere arcobaleno e sermonimoraleggianti. Pessima cosa quando i mercanti imbracciano il fucile.

E sia, lo facciano, a patto che siano le oligarchie ad armarsi, pagare il conto e partire per il fronte. Loro, i figli, i famigli, i leccapiedi e l’armata giornalistica pagata da Bruxelles, da Soros e dall’Usaid. Armatevi e partite, i popoli d’Europa non ci stanno. Lo diciamo con la tristezza del fallimento personale. Chi scrive appartiene a una generazione che sognava un’Europa Nazione unita dall’Atlantico agli Urali, non l’accozzaglia di burocrati e di servi.

Prima ci hanno disarmato nell’anima, facendoci uscire dalla storia: l’Europa- come tale- è un fantasma dal 1945. Adesso riscoprono il linguaggio della guerra. Alle parole prima o poi seguono i fatti. E l’Europa dimezzata – propaggine estrema di una categoria non più geografica chiamata Occidente- ha trovato il nemico, l’orso russo.

Contro di esso Frau Ursula chiede il riarmo, invoca l’ aumento delle spese militari, da escludere dal famigerato vincolo esterno che ci soffoca da Maastricht in poi. Per le spese sociali il denaro manca, per la politica industriale pure, ma per i cannoni i soldi li trovano sempre, parola dei loro padroni banchieri, adusi a finanziare le guerre. Per questo Crudelia 2.0 rispolvera le parole della guerra con la bava alla bocca, in compagnia dello spelacchiato leone brit, del vanesio galletto franc e dei baltici a cui si attaglia la definizione di botoli ringhiosi che Dante affibbiò agli aretini. No, non ci stiamo.

Soprattutto, gridiamo no all’esercito europeo, un no grande come il grattacielo incompiuto sede dell’UE , imitazione della torre di Babele.

Niccolò Machiavelli scrisse che uno Stato esiste se batte la propria moneta e ha un esercito indipendente. Della moneta euro conosciamo il carattere privato, gestita da una banca centrale che risponde a logiche e omandi da cui i governi (e la Commissione UE) sono esclusi. Se mettiamo in mano allacupola di Bruxelles un esercito, saremo disarmati dinanzi al nemico. Interno, non esterno.

Rammentiamo la definizione di Stato di Max Weber: la struttura che ha il monopolio dell’uso della forza. Ne esistono già i presupposti giuridici nei trattati dell’Unione, che ha un abbozzo di strumento militare di pronto intervento nell’ Eurogendfor, il cui compito reale è la repressione del dissenso.

Immaginiamo per un momento l’armata europea. Chi la comanderà ? Quali saranno i suoi compiti? Chi prenderà le decisioni, dalla produzione e dall’acquisto dei materiali sino al dispiegamento di truppe e alle regole d’ingaggio ? Chi gestirà i codici che significano guerra o pace? E che ne sarà dei governi nazionali ? Se uno o più Stati volessero svolgere una politica autonoma, l’esercito europeo dichiarerà loro guerra ? Chi farà parte delle forze  armate dell’Unione? Quasi dovunque è stata abolita la leva, quindi dovremo ricorrere a mercenari, che chiamiamo contractor perché fa più fine. Diventerà normale servirsi di compagnie di ventura, come nei secoli XIV e XV.

Abbiamo odiato la compagnia Wagner al servizio dei russi, ma il suo capo, il defunto Evgenij Prigozhin, era l’Erasmo Gattamelata o il Giovanni dalle Bande Nere del presente, un imprenditore della guerra, come la multinazionale occidentale (quindi buona per definizione) Academi, ex Blackwater.

I popoli europei sono stati educati alla mollezza, alle comodità, a un’esistenza priva di regole, disabituati alla disciplina e al confronto fisico. In più sono in gravissima crisi demografica. Non è difficile immaginare che sarà impossibile formare i ranghi, ricreare una mentalità perduta da generazioni, organizzare una struttura efficiente dopo aver lasciato agli Usa ogni responsabilità per mezzo secolo. Dovremo ricorrere largamente atruppe straniere.

Non ci potrà essere amore per la bandiera europea in cui nessuno crede. I professionisti tengono soprattutto alla paga e, vivaddio, alla pellaccia. I comandanti potrebbero diventare, come i generali del basso impero romano, soggetti politici. In possesso di armi e con soldati che  risponderanno a loro, non a Ursula o a chi per lei, saranno una casta potentissima. L’esercito sarà una grande Legione Straniera al soldo di un’oligarchia estranea ai popoli. Chissà in quale lingua verranno impartiti gli ordini.

La russofobia è alimentata dalle improvvide parole di Kaja Kallas, vice di Ursula e Alto (??) Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Sicurezza. Guerrafondaia scatenata, la signora proveniente dall’ Estonia (1,4 milioni di abitanti) si domanda inquieta come potrà l’Europa sconfiggere la Cina se non ce la fa con la Russia. Chi la controlla le tappi la bocca.

O forse no, affinché l’opinione pubblica comprenda in che mani siamo caduti.

E’ incredibile che le posizioni belliciste più accanite siano oggi rappresentate da donne, Erinni che giocano con il sangue altrui . Oltre alla Kallas, la verde tedesca Annalena Baerbock, la finlandese Sanna Marin, la moldava Maia Sandu, la neocons americana Victoria Nuland, in passato Madeleine Albright. Vengono riposte le bandiere arcobaleno nel momento in cui servirebbe una mobilitazione per la pace in Ucraina e in Medio Oriente, mentre cresce la tensione nella Repubblica Serba di Bosnia. Aumenta il distacco tra le oligarchie, i governi e le opinioni pubbliche.

E’ triste pensare in questi termini: da giovane chi scrive cantava “né vodka né Coca Cola”.

Abbiamo avuto l’una e l’altra: la sottomissione agli Usa con relativa deculturazione, e la dipendenza non dall’arcigno marxismo sovietico, ma dalla sua velenosa deriva occidentale progressista, i cui simboli sono le droghe, l’alcolismo di massa, il deserto morale, l’odio di sé . Ovvero il disarmo generale della civiltà di cui oggi verifichiamo gli effetti anche sul piano militare. Si è detto che l’Europa è un gigante economico ( sempre meno, peraltro), un nano politico e un verme militare. E’ con queste generazioni che l’Europa si riarmerà?

Evidentemente no; saremo in balia di una nuova casta militare di mercenari indifferente ai nostri popoli. Oppure, l’ esercito di Ursula dovrà fare i conti con quote etniche, rosa e LGBT, come i pompieri californiani che dipingevano di arcobaleno le bocche anti incendio, incapaci di spegnere il fuoco che ha divorato Los Angeles. O mercenari efficienti senza patria, o un sistema di quote: tre generali alla Francia, due alla Germania, un paio di colonnelli al Belgio, uno al Portogallo, un sergente a Malta e al Lussemburgo, dopo aver verificato che sia stato arruolata una percentuale di non bianchi, di “non binari” omo e transessuali. Quanto agli armamenti, li produrremo noi o li compreremo dal Big Fellow americano ? Le politiche dell’Unione unite alle paturnie green fanno crollare l’industria automobilistica: l’ ultimo caso è un contrappasso, la chiusura degli stabilimenti Audi di Bruxelles. Forse al posto delle autovetture fabbricheranno carri armati.

Da qualunque punto di vista si valuti, l’esercito europeo è una follia. Una tragedia lasciarlo nelle grinfie di una classe dirigente di imbarazzante mediocrità. Specie se lo scopo è trascinare tutti nel buco nero di una guerra catastrofica. Sarebbe, dopo le due del Novecento, la terza guerra civile europea. L’ultima, probabilmente.

Sono veramente geniali, eh? Più di 500 miliardi per il riarmo europeo per un esercito di almeno 300.000 effettivi ma mi raccomando il procurement europeo secondo burocrazia e i limiti alle emissioni dell’agenda green Se non fosse grottesco sarebbe da sbellicarsi.

Sai che risate quando viene fuori che non ci sono i soldi perché le clausole di salvaguardia sul debito, la procedura per deficit eccessivo, l’autorizzazione dell’ufficio bilancio UE, ecc. ecc. ecc.?


Guido Crosetto: anche la Costituzione dice no

Noto che ormai chiunque, anche al bar, parla di difesa. Spesso senza conoscere a fondo i temi di cui si parla.

A titolo informativo la Difesa, nei trattati europei, è competenza delle singole nazioni.

Una “difesa europea” può esistere solo come somma delle difese nazionali. Con modalità simili a quelle NATO.

Come la NATO non ha un suo Esercito, una sua Marina, una sua Aeronautica ma si basa sui contributi nazionali che operano insieme e vengono coordinati dalla NATO, lo stesso sarebbe per l’Europa.

Veniamo poi ai “contingenti europei” che vorrebbero mandare il Presidente di una nazione comunitaria e quello di una nazione extracomunitaria. I contingenti non si inviano come si invia un fax e per poter fare un comunicato stampa. Soprattutto quelli delle altre nazioni.

Se si parla a nome dell’Europa bisognerebbe avere la creanza di confrontarsi con le altre nazioni e ciò non è accaduto per gli aspetti militari della questione. Che mi risulta essere principalmente militare.

Quindi commentare una cosa di cui nessuno sa nulla se non due Presidenti stranieri e che, per quando riguarda l’Italia, come ogni impegno internazionale, dovrebbe avere dei passaggi parlamentari, molteplici e complessi, per autorizzare e finanziare, non mi sembra un modo utile su cui impegnare il dibattito politico interno.

Passaggi parlamentari che peraltro sarebbero successivi ad aver verificato con scrupolo ed attenzione tuti gli aspetti tecnico-logistici-operativi-capacitivi e le conseguenti necessità di risorse finanziarie. Un piccolo contributo per indirizzare meglio il dibattito.

PS Da due anni ho chiesto più volte un impegno parlamentare bipartisan per rivedere la legge che regola l’invio delle missioni internazionali e i suoi meccanismi. Da altrettanti anni, sono una voce che declama nel deserto. Nel frattempo, però, leggo dichiarazioni fatte solo per riempire le agenzie di persone che vogliono spiegarmi che si può fare tutto e subito. Purtroppo, anche volendolo, non si può fare.

Perché ci sono una Costituzione e un sistema legislativo che non consentono vie alternative e più veloci. Tema su cui provo a chiedere per l’ennesima volta un intervento bipartisan che sarebbe importantissimo per assicurare all’Italia una Difesa più pronta ad affrontare i tempi difficili nei quali viviamo.

Bocciato in Senato! Grazie a Borghi e al kulandro

Ora vediamo come, con quali trucchi, laUE ce lo imporrà

https://www.maurizioblondet.it/il-vero-scopo-delllesercito-europeo/
« Ultima modifica: Marzo 05, 2025, 00:36:34 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.