http://www.cloroalclero.com/?p=3888Maschilisti: larve della comunicazione, strumenti della reazione
Posted by Cloro in Italia, Media, cultura on 04 5th, 2010 | 49 responses
Massimo Fini un po’ di tempo fa pubblico’sul sole24 ore un articolo meritevole di una sonora scorreggia, la quale fu piu’ o meno il mio commento. Dopodichè, probabilmente a corto di idee, lo ripubblicò sul “fatto quotidiano” che essendo uno degli organi della “dissidenza” in Italia suscitò parecchie polemiche alle quali il Fini rispose, finalmente, con un nuovo diverso articolo “in risposta” che diceva (in sostanza) che le donne sono “sciocchine” perchè non avevano capito che lui in quello scritto le esaltava, ma anche no, perchè proponeva l’icona della “donna caramella” che “si dovrebbe ricoprire” per suscitare il desiderio maschile di “scartocciarla”.
Non entro nel merito dei sommi contenuti di questo articolo, cui risponde in maniera egregia ed esaustiva “Fika Sicula” e mi limito a dire che se Fini ci trova “permalose e carenti di autoironia” davvero non ha la percezione di quanto sia patetica la sua figura di sessantenne attempato alle prese con un’identità sessuale frustrata e insoddisfatta, che blocca nelle lettrici ogni forma cruda di sarcasmo solo perchè resta avvinghiato in gola dal sentimento di pena per l’uomo Fini, che deve aver sofferto molto, I suppose.
Non è un problema: l’”intellettuale” dissidente e maschilista è una figura purtroppo frequente. Il vero “fenomeno” è l’eco dei maschi italiani che porta a recrudescere nella massa occulti sentimenti sessisti, “finalmente” sdoganati dal “libertario” di turno che conferisce universalmente libertà d’espressione alla maschilità piu’ frustrata e compressa,colpendo positivamente la balordaggine di certuni che nella vita non sono stati capaci di instaurare con una donna una comunicazione decente e se la prendono con la categoria astratta ma tanto comoda, delle “donne” in generale.
Il sesso, naturalmente, è il centro della loro speculazione: le donne li tengono per le palle con la “gleba”, con la “bocca pelosa”, che negano e centellinano, come le briciole del cammino di Hansel e Gretel verso casa della strega, per mantenere il controllo sulle loro sempre bisognose vite. Mentre invece, come Fini perspicacemente nota “a loro (donne) piace far l’amore piu’ che a noi”. Ma guarda un po’ che stronzone… Rinunciano a una cosa che a loro piace tanto, pur di continuare a tener sotto controllo i maschi, a ricattarli cosi “si mettono la scopa in culo e ramazzano la stanza”.
Poi , secondo i seguaci, ammiratori, fautori di Fini, “le donne” praticano la filosofia del “chiagni e fotti”: se da un lato hanno acquistato nella società “molto potere” , dall’altro continuano a rivendicare la delicatezza della maternità (già e poi vogliono l’aborto, le asasine) e la loro minore forza fisica per “chiedere diritti”, ottenendone troppi di “ingiusti” (tipo il piu’ frequente affidamento dei bambini) e sempre giocando al “bastone e carota” con la passera, affinchè gli uomini possano sempre ricordare la loro condizione di “servi della gleba” e “sottomettersi” a cotante ingiuste “galline”.
Leggendo Donchisciotte, vediamo che il vero patologico fenomeno non è “il Fini” (che diciamocelo, a leggerlo su ’ste robe fa ridere, soprattutto considerando che quando scrive d’altro appare scrittore molto piu’ serio) ma i suoi ammiratori, che poi sono “gli italiani” in astratto…. quelli che votano e che guardano la televisione, insomma. Vediamone qualcuno:
Sacrosante parole, Fini, sacrosante parole. Il risultato? molti italiani vanno all’estero (sud-america,est europeo ecc.) dove si innamorano di un tipo di donna gentile, amorosa e femminile, definitivamente scomparsa in Italia dove la donna si è convertita al femminismo amerikano e alla moda della “donna in carriera”. Che si tengano la “carriera” e la finiscano di rompere i nostri preziosi attributi…
Eccolo qui il tipo che dice che è proprio la mancanza di “potere contrattuale” che fa le donne molto piu’ docili e dolci e femminili.
Se insomma non hanno da mangiare e cultura per dire in parole le loro stupide rivendicazioni, quando la scelta è tra una vita di prostituzione e povertà e l’accondiscendenza a un povero pirla che ha “bisogno d’affetto” e di sesso senza tante storie (e lamentele), vedi che diventano “le compagne ideali” e sono cazzi delle donne occidentali se “gli italiani” emigrano nei paesi dell’est o in sudamerica per trovare moglie e loro rimangono sole. Perchè lì sì che le ragazze imparano come fare la moglie.
Poi abbiamo anche posizioni…ehm..un po’ piu’ “estremiste”, di colui che, accidenti, non è misogino, anzi, sarebbe ben disposto ad apprezzare le qualità femminili ,se le donne gliene dessero l’opportunità, ma sono loro, le malefiche, che “rompono i coglioni”. Leggiamo:
non e’ che io sono misogino,cazzo! sono LORO che sono donne! purtroppo dai commenti delle donne sembra propio che la verita’ faccia male. l’articolo non e’ altro che un complimento continuato sulla superiorita’ della femmina sul maschio e tutte a romprere i coglioni (un’altra cosa in cui sono inarrivabili!)
Voi direte: ma sì è un ragazzino. No. E’ un uomo fatto che dopo una vita vissuta intensamente e in cui, ci tiene a precisarlo, non ha mai pagato per scopare, è arrivato a tale profonda conclusione: che un robot foromunito, una replicante del tutto uguale visivamente a una donna vera, sarebbe preferibile anche se non sapesse cucinare:
io ho 37 anni ma ne ho gia’ avuto abbastanza per 10 vite (premetto che scopo regolarmente e senza pagare) solo che ho trovato la felicita’ e la tranquillita’ da quando ho capito che semplicemente la cosa migliore da fare e’ mandarle affanculo non appena eiaculato. DOMANDA A TUTTI GLI UOMINI. -MA SE CI FOSSE UN ROBOT FEMMINA CHE CUCINASSE SI FACESSE SCOPARE E SE NE STESSE ZITTA CHI PREFERIRESTE? - A -ROBOT - B- DONNA (GLI SI PUO’ TOGLIERE ANCHE IL SAPER CUCINARE) UN SALUTO PS W LA SHARIA
Si noti la conclusione, una frasetta che denota un certo risentimento per una cultura che occidentalmente è considerata un po’ barbarica…della serie “eh, loro sì che hanno capito come impostare i rapporti uomo-donna. Con tutto che sono fanatici di Allah ecc.. bisogna capire che gli islamici per certi versi sono piu’ avanti di noi..”.
Se dovessi banalizzare in una rapida sintesi le illazioni maschiliste comparse tra i commenti di donchisciotte, potrei sintetizzare con: ma se qui da noi le donne hanno di tutto e di piu’, cosa rompono i coglioni? Hanno libertà (vivaddio), hanno autonomia, i giudici danno loro spesso ragione, fanno carriera politica facendo pompini, parlano, studiano, pensano. Cazzo vogliono di piu’? cos’hanno da rimproverarci in pubblico e, soprattutto, in privato, dove non sanno piu’ fare le buone mogli? E alè, seguono generalizzazioni sessiste frammiste al delirio da uomini-beta e frustrazioni personali : il tutto sintetizzato in un “mix” ideologico discriminatorio che vorrebbe essere una “summa” di verità (le donne non sanno piu’ fare le donne e allora i maschi si femminilizzano e altre minchiate di ’sto tipo)
Sono intervenuta anch’io, molto moderatamente, obiettando che generalizzare è sempre un errore ed è la fonte di ogni discriminazione. Mi è stato risposto che “questo individualismo non porta da nessuna parte” e che “mi fa schifo essere donna” e che “vorrei essere un uomo”. Pure psicologi, ’sti maschilisti.
Loro rivendicano le loro frustrazioni con l’altro sesso come un “male d’epoca”. I loro fallimenti familiari e comunicativi con le partner sono causa ed effetto di una compagine sociale malata. Un po’ come l’antisemitismo per i sionisti fa da filigrana ad ogni bruttura della nostra epoca, giustificandola, così la tolleranza verso l’”egoismo” e la “voglia di fare gli uomini” delle donne fa da filigrana a questo mondo brutto che decreta i loro fallimenti (e anche le loro reazioni alle volte…ehm…un po’ sproporzionate).
Non la vedono come un’incapacità loro di rapportarsi e comunicare alla pari con esseri umani “come loro”, ma come un “destino epocale” dell’occidente. Mica ci tirano l’acido in faccia, qui. Nè ci impongono i velo in testa quando si esce di casa. Le bastonate, qualcuno sì, ma si sa si tratta di fenomeni sporadici.
Sporadici quanto? E’ di stamattina la notizia che è stato il marito, sembra, l’assassino di Beatrice, la donna trovata a Como con la gola squarciata. I mariti che ammazzano mogli e a volte figli sono all’ordine del giorno nelle cronache italiane.
Inoltre per un un numero x di donne che divorziano perchè non ne possono piu’ di mariti infantili, egoisti, lamentosi e sessualmente scarsi c’è sempre un numero x+1 di donne che rimangono col compagno e passano le giornate ad aspettare le botte.
Esiste in Italia, in questo momento storico, un centro di potere che è “destrorso”, che vorrebbe riportare l’ordine patriarcale nella società perchè sarebbe piu’ controllabile: questo centro di potere che ha affidato le “pari opportunità” a una come la Carfagna, sostiene e cerca elettorato presso i padri separati che denunziano “vili persecuzioni” dalle loro ex mogli e trovano ascolto, rifugio e sostegno presso organizzazioni il cui finanziamento ha origine governativa, mentre i centri antiviolenza e i rifugi protetti per le donne languono sempre di piu’ per mancanza di fondi.
Questo governo sembra voler accogliere e cavalcare l’insoddisfazione maschilista: una legge sacrosanta come la 194 che tutela la salute della donna nonostante non la sottragga AFFATTO alle sue responsabilità, subisce ogni giorno attacchi dagli uomini politici e dai preti. Chi obietta viene tacciato di “femminismo” come fosse un insulto, quasi un sinonimo di “assassino”. Chi parla contro questa brutta piega presa dalla società, se è donna, è una che “chiagne e fotte”.
La verità su come ci vorrebbero la si intravede leggendo interventi come questo perchè i maschilisti laici, pur avendo molti punti in comune con una chiesa che rivorrebbe le donne rinchiuse, sottomesse e ignoranti, a differenza dei preti non hanno neppure il pudore (e la prudenza) dell’omertà. Loro, il loro credo lo sbandierano, “ce l’hanno duro” come i leghisti e perdio, per questo vogliono essere massimamente rispettati. In loro il leghismo razzista prende la forma dell’ “invidia del pene” dell’uomo di colore. Che, volendo parlare di sesso fine a se stesso (di cui spesso i maschilisti ci rimproverano di non essere capaci, perchè “siamo un po’ zoccole” e se “la diamo” o c’è amore o c’è la ricerca di un bieco tornaconto), non è proprio comparabile con quello dell’italiano medio bianco, maschilista o meno che sia.
Lo scandalo non è che ci sia gente che la pensa così. E’ che certe “idee” qualcuno le prenda sul serio e dia loro divulgazione e “voce di massa”.
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Vi invito soprattutto a leggere i commenti...c'è una vecchia conoscenza
Già poi il nome dell'autrice dice tutto...