Gli ultimi casi a Moncalieri:
li hanno trovati nelle loro case soli, malati e spaventati
mentre i parenti, che sono stati denunciati, si godevano
le vacanze
GIUSEPPE LEGATO, ANDREA ROSSI
TORINO
Chissà se la signora Beatrice P. 76 anni, residente in una stradina periferica di borgo Mercato, a Moncalieri, avrebbe mai immaginato di trovarsi con due figlie alle quali di lei importa obiettivamente poco. I vigili urbani l’hanno trovata qualche giorno fa nella sua casa trasformata in prigione: calda, sporca, buia. Nessuna compagnia, nessun aiuto. Solitudine e disperazione. Le due figlie si erano «dimenticate» di lei: una era al mare, in Puglia, l’altra a Torino, ma al comandante Ugo Esposito che la chiamava per chiederle di andare al comando e riprendersi l’anziana madre con la massima urgenza, ha risposto «che non era disponibile». «Mi ha detto che non aveva più niente da spartire con quella donna», racconta Esposito. «Ho dovuto ordinarle di venire subito, ma niente. Si è mossa soltanto quando ha capito che sarebbe stata denunciata alla Procura».
La signora Beatrice è in buona compagnia, purtroppo. Anche nell’estate dell’esodo in tono minore - a Torino, secondo le associazioni dei consumatori, ad agosto erano in ferie non più di 200 mila persone - i casi di anziani abbandonati a se stessi dai parenti non si contano. E non sempre bastano le reti organizzate dai comuni per arginare gli abbandoni di massa. A Torino, almeno quest’anno, hanno tirato un sospiro di sollievo. Tante richieste - almeno 30-40 telefonate al giorno al Servizio aiuto anziani - ma nessun caso davvero critico. «La prevenzione ha funzionato», spiegano. «Molte famiglie hanno chiamato prima di partire chiedendo informazioni sui servizi di assistenza». È successo così anche in molti comuni della cintura.
Eppure di casi che sfuggono alle maglie delle reti socio-assistenziali ce ne sono. Sempre a Moncalieri, in borgo San Pietro, a due passi da piazza Bengasi, una donna di 67 anni è stata trovata semi-incosciente nel suo alloggio trasformato in una baracca. La figlia ha spiegato ai civich che non la vedeva da tre anni e che non sarebbe potuta rientrare perché lontana da Torino. Meno male che c’erano altre tre sorelle rimaste in città. La polizia sta inviando in questi giorni alla Procura le relazioni su questo caso e su quello della signora Beatrice P., ma gli over 70 rimasti imprigionati nei loro alloggi a Moncalieri non sono finiti. Ce ne sono altri quattro. La municipale li ha scoperti tra luglio e agosto.
Nei verbali dei sopralluoghi c’è tutta la disperazione di vite lasciate alla deriva: case in condizioni disperate, persone in evidente stato confusionale. Drammi estivi figli della disperazione. Li trovano così: soli e spaventati. Molti non hanno più parenti e sono sconosciuti alla banca dati dei «casi sociali», che a Moncalieri sono gestiti dal Cissa (consorzio socio-assistenziale che ingloba anche Trofarello e La Loggia).
In alcuni casi, per entrare dentro gli alloggi sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Gli anziani che li abitavano non si fidavano nemmeno di aprire alla municipale. A Moncalieri sono già centinaia i casi di anziani soli seguiti dai servizi sociali: «Il problema – spiega la presidente del Cissa Milena Allocco – è che viviamo in una società in cui non ci si conosce più nemmeno tra vicini di casa. E invece noi riusciamo a scoprire queste situazioni quasi sempre grazie alle segnalazioni dei vicini».
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/305792/Forse per puro caso La Stampa ha evidenziato la storia di due donne anziane ed abbandonate dalle figlie femmine.
Togliendo 42 anni, tanti sono passati dal 1968, le due signore anziane all'epoca avevano 34 e 25 anni, forse erano di quelle che parcetipavano ai collettivi femminili, che volecveno l'emancipazione della donna, le loro figlie sì che sono emancipate, sono emancipate anche dalla famiglia di origine, ritenendo ormai il compito di cura dei genitori anziani a carico della cominita'.
Ieri sera ho visto il film "gran Torino" dove il figlio maggiore e la nuora invitavano il protagonista a ricoverarsi in un "ospizio".... forse e' questo il destino di chi insegna ai figli che non esiste nessuna responsabilita', che bisogna vivere per se stessi, mettere il proprio tornaconto prima di ogni altra cosa... finire i propri giorni in un ospizio abbandonati dai figli, oppure seguiti e curati da estranei pagati dalla comunita'.... con la paura di aprire la porta anche solo ai vigili urbani.
Se non moriamo giovani verremo anziani anche noi... e anche le femministe!!!!