Nel luglio 2010, il portavoce del ministero della giustizia Iraniano Jamal Karimirad disse che “la lapidazione è stata abolita dal codice penale da molto tempo, e nella repubblica Islamica, abbiamo abbandonato tale pratica“, aggiungendo che le sentenze delle lapidazioni, se approvate nelle corti di prima istanza, generalmente periferiche, vengono cassate dalle corti dei livelli successivi, nessuna sentenza di questo tipo è stata mai eseguita.E allora di cosa cianciano i media di regime occidentali, quando evocano il fato di Sakineh Mohammadi Ashtiani? O di altre presunte vittime? Destinate alla lapidazione da parte del ‘medievale regime nucleare’ Iraniano?Sakineh Mohammadi Ashtiani verrà lapidata per adulterio con due uomini, urlicchiano i mezzibusti mass-mediatici occidentali (in prima fila, al solito, il solito squallido TG3 della tricolorata banda dei quattro sorosiani: Berlinguer-Mineo-Botteri-Goracci, in servizio permanente effettivo). Anzi no!, urlicchiano le truppe cammellate wikileakizzate del sinistrismo anti-anti, Sakineh Mohammadi Ashtiani verrà lapidata dal truculento regime di Ahmadinejad ‘perché donna!’ Sì, perché in Iran essere donna è un reato punito con la morte…Una battaglia di civiltà? No, la soldataglia dirittoumanitarista a senso unico, la truppaglia bomber-buonista colorata, che con la mimetica verde-arancio-viola, non difende un diritto, ma combatte l’ennesima inqualificabile battaglia su commissione dei centri strategici USraeliani.Da quando l’Iran ha preso decisamente una strada che lo pone in contrasto con le mire di Washington e Tel Aviv, viene fatto oggetto di attacchi a ripetizione di ogni tipo. Da quelli terroristici, attuati da organizzazioni terroristiche come il post-marxista Mujahidin e-Kalq o il PJAK separatista kurdo, che con l’impiego di autobombe hanno causato decine di morti tra i civili, a quelli massmediatici, come il falso omicidio di Neda (il cui amante-pigmalione, uno scrittore residente a Londra finanziato con i fondi del Congresso USA per esportare la democrazia yankee nelle case altrui, sarebbe sfuggito alla brutale polizia iraniana, ritrovandosi sano e salvo a Londra), all’attuale caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani (il cui avvocato Houtan Kian sarebbe sfuggito alla brutale polizia iraniana, ritrovandosi sano e salvo a Londra…), sotto processo con l’accusa di aver assassinato il marito (e non per la spassosa accusa di essere una donna). Ma queste affermazioni non farebbero apparire mostruoso il governo Iraniano, e non istillerebbe istinti da orgasmo di sangue verso l’Iran presso la pacifica erbivora categoria dei pacifinti monodirezionali occidentali, tutta greenpeace-wikileak-obama. Una categoria che si sforza di predicare l’amore verso il prossimo (almeno, verso quello che sia adatta al ruolo di peluche del momento), ma che ogni tanto, non disdegna un bicchierino di sano ed euforizzante alcool propagandistico invecchiato nelle cantine ‘chez Langley’ o ‘chez Soros’. E in fondo, sotto sotto, chi non ha istinti omicidi da soddisfare, aldilà dei noiosi paroloni sulla pace, la comprensione reciproca, gli arcobaleni, gli uccellini cinguettanti (twitter) e soprattutto la non violenza, (rigorosamente vietata agli invasi e ai bombardati, poiché ai sionisti e agli statunitensi, e soltanto a essi, è riconosciuto il disgraziato onere dell’uso della forza. Sia mai per tutti gli altri.)?Se tutto questo can-can su iraniane lapidanti e ragazze afgane mutilate dai truci taliban viene imbastito, è solo per nascondere:1) le brutte legnate che Obama & friends stanno prendendo. Dall’accensione della prima centrale nucleare Iraniana, a Bushehr (Bush-ehr, un nome evocativo!), costruita con l’assistenza russa, a dimostrazione, per vecchi gufi tippini e paccottiglia in mazzette, che il progetto eurasiatico non è proprio morto; a una Mosca meno Medvedizzante e nuovamente Putinizzante, che respinge accordi col zingarofobo Sarkò l’Oreàl, e stringe accordi economico-militari con Abkhazia, Ossezia e Armenia, in modo tale da far capire all’amico Barack e all’altro amico Barak, che non è più aria di tirar calci in posti dove il sole di Washington non batte più almeno dall’agosto di due anni fa.2) le centinaia di migliaia di iracheni, afgani, palestinesi (e qualche honduregno) tritati dal desiderio tutto occidentale, tutto statuniten-sionista, di esportare la democrazia, i diritti umani, la libertà e le riforme di mercato, a qualsiasi botto. E pazienza se qualcuno, qualche milione di persone, ci rimette la casa, la famiglia, la salute o la pelle. Ci dovrà pur essere qualcuno che debba sacrificarsi, penseranno i combattenti dei diritti umani nelle casa altrui, mentre addentano un cheesbuger rigorosamente vegano, nel McDonald più politically correct della città, dove la faccia di Sakineh Mohammadi Ashtiani serve loro a ordinare le ‘freedom fries’ senza troppi sensi di colpa.3) a far dimenticare l’imminente crisi mutual-finanziaria statunitense che sta per riaffaciarsi alla finestra della ridente casetta bianca occupata dall’allegra famigliola biodegradabile di Barack Hussein, figlio di Ann Dunham, agente della CIA, esperta in torture verso i contadini. (Se non ci credete, andate a vedere cosa successe in Indonesia nel 1965, quando, guarda caso, Ann Dunham e figliolo si trasferirono a Jakarta.)
Alessandro Lattanzio, 25/08/2010 -
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