Bhe mi fa piacere. Anch'io non sono mai stata maltrattata e anzi molto rispettata...... però evidentemente questo non incide più di tanto sui concetti che poi ci facciamo da adulti sull'educazione (con o senza studi pedagogici) infatti nonostante tutto io e te non la pensiamo allo stesso modo. Io obiettivamente sulle punizioni fisiche leggere non vedo violenza verso l'integrità del fanciullo nè sulla base delle mie considerazioni soggettive nè stando alle considerazioni obiettive dei miei fratelli.
No no no, in realtà è assolutamente indifferente. La coazione a ripetere di Alice Miller è più una teoria che una verità. I bambini che subiscono maltrattamenti hanno le stesse probabilità di perpetuarle che hanno quelli che non ne subiscono e viceversa chi non ne subisce ha le stesse probabilità di perpetuarle di chi ne subisce. La stampa riporta che "secondo le ricerche hanno maggiori probabilità di sviluppare comportamenti antisociali" perchè non riporta tutta la ricerca eistente per ovvie ragioni di sistema. Infatti si tende a censurare gli studi che dimostrano che non vi è correlazione rilevante, si ha un silenzio stampa ed è difficile trovarne su Internet a meno che non si abbiano fonti precise all'università riguardo a siti collegati agli istituti americani di psicopedagogia.
Ciao
Rosa
Ho dato una rapida occhiata al sito che mi hai gentilmente indicato (American Psycological Association, molto ricco di dati e studi, a quanto vedo).
Mi sembra pero' di capire che il ruolo della correzione fisica sui futuri comportamenti sia in realta' molto controverso anche tra gli psicologi americani, con posizioni diametralmente opposte.
Ho trovato uno studio piuttosto ampio di Elizabeth Georshoff (Columbia University) che, pur con tutte le doverose cautele del caso(nulla e' certo in ogni campo del sapere, tanto meno negli studi sulla mente) sembra indicare una serie di precise conseguenze negative del "corporal punishment" (che l'autrice identifica con pratiche come spank e slap, differenziandolo da forme piu' gravi di maltrattamenti-phisical abuse, phisical injury).
l'autrice tratta 11 conseguenze di corporal punishment(spank e slap); di particolare interesse il capitolo "adult abuse of own child or spouse" sulle conseguenze in eta' adulte di tali trattamenti sui bambini: "A tendency toward intergenerational transmission of aggression in close relationships is evident in a strong tendency for parents who were corporally punished to continue the practice with their own children(Fry et all.,'93,Holden et all.,'97 , ecc.).
Similary, experience with both average(e.g., spanking) and extreme (e.g., kicking, biting, burning and beating up) forms of corporal punishment by parents are associated with increases in an individual's likeliwood of acting violently with an adult romantic partner(Ceasar,'88,Swinford et all., 2000, ecc.)".(p.542)
Ho trovato anche interessante una comparazione sulle conseguenze negli 11 settori analizzati tra bambini sottoposti a schiaffi e sculacciate(punizioni date in forma moderata) e un gruppo di controllo che non aveva subito tale trattamento:"Ten of the 11 meta-analyses indicate parental corporal punishment in associated with the following undesiderable behavior and experiences: decrease moral internalization, increased child aggression, increased child delinquent and antisocial behavior, decreased quality of relationships between parent and child, decreased child mental health, increased risk of being a victim of psycal abuse, increased adult aggression, increased adult criminal and antisocial behavior, decreased adult mental health, and INCREASED RISK OF ABUSING OWN CHILD OR SPOUSE".(p.544)
Mi e' parso uno studio molto prudente nel trarre conclusioni, abbastanza ampio(41 pagine) ed attento ad interrogarsi anche su possibili altre cause concomitanti: tuttavia le conclusioni mi paiono chiare.
Naturalmente, per centinaia di studi che suffragano questa posizione, ce ne sono altre centinaia che la contestano. Cosi' e' in ogni campo degli studi sulla mente.
Non pensi, Rosa, che cosi' come nel passato(mi riferisco agli anni '60 e '70) si sia dato estremo rilievo all'influenza dell'ambiente sulla personalita'(talvolta con un'enfasi mossa piu' da motivazioni socio-politiche che scientifiche) dimenticando quasi le innate differenze temperamentali, oggi si tenda a ridurre tutto alla genetica e si voglia negare qualsiasi ruolo all'ambiente?
e cio' ha avuto uno straordinario sviluppo a partire dalla svolta neoliberista di trenta anni fa, con la sua esaltazione acritica di un certo modello di societa'?
Tutto discende da malfunzionamenti individuali a livello genetico o di neurotrasmettitori cerebrali e nulla e' l'influenza dell'ambiente, dell'esperienza su di noi?
mi ha molto colpito la tua affermazione (sempre in questa discussione) che anche psicoanalisti contestino la coazione a ripetere (ne hai parlato a proposito delle dimissioni della Miller dalla Societa' di Psicoanalisi): non ricordo di aver mai letto questa posizione ma naturalmente la psicoanalisi e' molto vasta ed io ho letto ben poco:L'argomento mi incuriosisce molto: sapresti indicarmi quali autori ed in quali testi assumono questa posizione?Mi interesserebbe molto leggere qualcosa al riguardo. Grazie.
ciao