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Violenza scolastica

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Rosa-92:
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2009

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L'AQUILA - Nell'ora di educazione fisica rubano il borsello al professore. Protagoniste dell'episodio quattro studentesse minorenni di un Istituto scolastico di Giulianova. Le quattro sono state individuate dai carabinieri della compagnia di Giulianova (Teramo) che avevano raccolto la denuncia del professore di ginnastica, il cui borsello contenente 700 euro e oggetti personali era stato rubato all'interno di un impianto sportivo utilizzato dalla scuola per le lezioni ginniche. Parte della refurtiva è stata anche recuperata.

Fonte: www.leggonline.it - 18/12/2009
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APRILIA - Ieri in una scuola media di Aprilia un'insegnante è stata aggredita da un'alunna sotto gli occhi di compagni e professori perché sorpresa a fumare. La professoressa è stata soccorsa presso la clinica Città di Aprilia: per lei cinque giorni di prognosi.

Fonte: www.roma.repubblica.it - 16/12/2009
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Rapporto Censis del 4 dicembre 2009 - Circa un genitore su due non crede nella funzione sociale e culturale della scuola, decretando inutile l'influenza del sistema scolastico sulla formazione dei figli. Nell'ultimo anno il 47,7% dei genitori non ha incontrato mai o quasi mai gli insegnanti dei propri figli.
La preoccupante rassegnazione delle famiglie è contrassegnata da un altro dato: il 59,7% dei genitori con figli in età scolare ritiene il bullismo sicuramente un fenomeno in crescita e il 52% che la scuola non sia in grado di avere le capacità per proteggere i ragazzi. I genitori non sembrano però scaricare la colpa ai docenti: il 59,7% ha affermato che gli insegnanti non hanno praticamente alcuno strumento per arrestare gli episodi di bullismo. La colpa di tanta aggressività e mancanza di rispetto per il prossimo e per le regole sarebbe così figlia di una società che invia evidentemente troppi messaggi di superficialità.
Ma la convinzione che i valori trasmessi dalla scuola sono sempre meno recepiti dagli alunni non è solo dei papà e delle mamme. Anche la maggior parte dei docenti sono convinti che motivare l'apprendimento degli studenti è un'impresa davvero ardua, soprattutto a seguito del sempre minore appeal della figura dell'insegnante.
La parola scetticismo regna anche tra gli stessi studenti: il 92,6% dei giovani in uscita dalla scuola secondaria di II grado ritiene che oggi il lavoro sia oggi sottopagato. E circa l'80% dei giovani di età compresa tra 15 e 18 anni si chiede che senso abbia stare a scuola o frequentare corsi di formazione professionale.

Fonte: www.censis.it
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BRINDISI. La scuola elementare Rodari è stata teatro di un episodio alquanto spiacevole: un'insegnante è stata ripetutamente aggredita verbalmente, minacciata e insultata, di fronte ai suoi alunni, da una mamma che, facendo irruzione in aula, ha impedito lo svolgimento delle normali attività per un'ora intera, tanto che la docente è stata costretta a chiamare le forze dell'ordine. Il giorno successivo, la donna ha nuovamente aggredito l'insegnante, insultandola davanti ai bambini e al personale scolastico. Un episodio che non avrebbe alla base motivazioni gravi e che ha ovviamente turbato tutto il corpo docente e il personale del plesso.

Fonte: www.pugliatv.com - 04/12/2009
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NAPOLI - Cinque studenti ed una loro insegnante sono stati portati stamattina in ospedale per lo scoppio di un petardo all'interno dell'istituto d'arte Munari di Acerra. Non hanno riportato ferite, ma solo uno stato di stordimento, per cui sono stati dimessi nel giro di qualche ora. I responsabili del gesto, due 15enni, sono stati identificati dalla polizia e si sono giustificati dicendo che si trattava solo di uno scherzo.

Fonte: www.ilmattino.it - 02/12/2009
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SAVONA - Con l'accusa di avere rubato soldi dal portafogli di un insegnante, tre ragazzini dell'Ipsia di Savona dovranno rispondere di «furto con destrezza». I tre, una volta scoperti dalla polizia, hanno confessato e i loro genitori hanno risarcito il danno. Ai tre ragazzi sono state riconosciute le attenuanti di «avere cagionato un danno patrimoniale di lieve entità» e di «avere riparato interamente il danno mediante risarcimento».

Fonte: www.ilsecoloxix.ilsole24ore.com - 01/12/2009
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TREVISO - Un ragazzo albanese di 17 anni, studente in una scuola superiore di Treviso, è stato formalmente ammonito dall'equipaggio di una volante della polizia, chiamata da una professoressa. L'insegnante aveva scoperto che l'allievo aveva falsificato alcune firme sul registro. Un atto per il quale il preside aveva deciso la sospensione del giovane per tre giorni. Quando il ragazzo l'ha saputo, ha minacciato l'insegnante che per tutelarsi ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine.

Fonte: www.unionesarda.ilsole24ore.com - 01/12/2009
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SORBOLO - Spiacevole episodio nei giorni scorsi davanti alle scuole elementari di via Fratelli Bandiera, appena dopo che era suonata la campanella per la fine delle lezioni. Una nonna, giunta davanti alle scuole elementari per riprendere e accompagnare a casa la nipote, ha insultato e schiaffeggiato la maestra della bambina. La maestra non ha denunciato l'episodio ai Carabinieri, ma si è limitata ad informare la preside dell'accaduto.

Il gruppo «Maestre e maestri autoconvocati di Parma e provincia» lancia un appello agli insegnanti: costituirsi parte civile, se la vicenda di Sorbolo dovesse sfociare in un processo, auspicando inoltre che le forze dell'ordine provvedano agli atti conseguenziali.

A tutti gli effetti di legge, ogni docente, quando è nell'esercizio delle funzioni non è un semplice incaricato di pubblico servizio, bensì un pubblico ufficiale: un soggetto con poteri autoritativi e certificativi dell'Autorità dello Stato. La violenza, la resistenza e la minaccia ad un pubblico ufficiale è punita dagli art. 336 e 337 del Codice Penale, è punita con la reclusione da 6 mesi a 5 anni. Sono reati procedibili d'ufficio, e non a querela di parte. L'art 341 bis del Codice penale sanziona con una pena fino a 3 anni chi oltraggia un pubblico ufficiale in servizio.
Fonte: www.gazzettadiparma.it - 28/11/2009
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VITTORIA - Un'insegnante di Vittoria è stata aggredita ieri mattina nei pressi della propria scuola. La donna sarebbe stata raggiunta da un pugno sferrato da un genitore che non aveva gradito le lagnanze della docente circa il comportamento della figlia. La donna è stata soccorsa e medicata in ospedale: per lei, la prognosi è di 20 giorni.

Fonte: www.ilgiornalediragusa.it - 21/11/2009
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BRIANZA - I fatti del febbraio 2007 in un istituto della Brianza: l'insegnante d'italiano è ripresa col cellulare da uno studente.
Questa la scena: la prof di spalle, i compagni di classe che fanno finta di dormire, in sottofondo commenti ironici. Il ragazzo tornato a casa riversa il tutto su pc e pubblica il mini-video su internet. La docente lo scopre, studente viene sospeso per 15 giorni e il tribunale condanna i genitori a pagare 20.000 euro per le "immagini lesive del decoro e della reputazione dell'insegnante".

Fonte: www.tecnicadellascuola.it - 16/11/2009
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CATALNISSETTA - "Ci annoiavamo". Con questa disarmante motivazione due ragazzini di 10 e 11 anni si sono giustificati ai carabinieri. Domenica pomeriggio, infatti, hanno forzato la porta della scuola di San Cataldo, mettendo a soqquadro le aule. I militari li hanno bloccati mentre lanciavano oggetti e sedie contro le finestre e riconsegnati alle famiglie.

Fonte: www.repubblica.it - 16/11/2009
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TORINO - Erano da poco trascorse le 10 quando nel corridoio centrale al piano terra dell'istituto di corso Caio Plinio in zona Lingotto, sono entrati sei giovani: 5 ragazzi e una ragazza. Manifestando un certo divertimento, tra lo sconcerto di alcuni studenti presenti in quel momento lungo il corridoio, hanno svuotato un estintore, riempiendo di schiuma pavimenti e muri. Attirato dal baccano, il vicepreside si precipitava nel corridoio e intimava ai sei di andarsene, ma uno di loro gli ha sferrato un pugno in fronte. Il vicepreside ha barcollato e si è accasciato dolorante. Mentre i sei se ne andavano i professori lo hanno soccorso e chiamato il 118. L'uomo è stato trasportato in ambulanza alle Molinette dove è stato medicato e dimesso. Incredulità per l'accaduto tra i docenti e tra gli studenti del "Rosa Luxemburg". Quei ragazzi non li avevamo mai visti a scuola e neppure fuori dall'istituto. Perché siano venuti qui - hanno detto gli studenti ­ è un mistero.

Fonte: www.cronacaqui.it - 11/11/2009
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NAPOLI - Una mamma aggredisce in classe un'insegnante della Scuola Media Moscati 'colpevole' di aver adottato un provvedimento disciplinare nei confronti del figlio.

Fonte: www.adnkronos.com - 11/11/2009
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SFERACAVALLO - Due ragazzini del quartiere Zen si trovavano nel perimetro della scuola elementare "Tenente Colonnello Onorato" con in mano un giravite ed un mazzarello. Alla vista dei poliziotti i due hanno cercato di scappare ma sono stati raggiunti e denunciati.

Fonte: www.livesicilia.it - 08/11/2009
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CATANZARO - Quattro ragazzi di sedici anni sono stati denunciati dai carabinieri a Falerna per danneggiamento ed atti di vandalismo nella scuola media. I quattro, tutti ex studenti della stessa scuola, hanno raccontato di aver compiuto il gesto senza un motivo preciso e perchè erano annoiati e per divertisi un po' sono entrati nell'Istituto dove hanno gettato a terra documenti e banchi e imbrattato le pareti delle aule con scritte contro il dirigente scolastico e gli insegnanti.

Fonte: www.ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com - 04/11/2009
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NAPOLI - Spedizione "punitiva" al Liceo Classico Umberto I in piazza Amendola. Il raid è avvenuto nell'atrio dell'istituto, durante l'orario di scuola, mentre erano in corso i colloqui tra docenti e genitori. Incuranti di tutto e spavaldi al punto da buttare a terra chiunque cercasse di fermarli, una ventina di ragazzi, tra i 18 e i 20 anni, ieri mattina ha fatto irruzione nel liceo. Il loro obiettivo erano alcuni degli studenti: hanno cercato di guadagnare le scale per salire ai piani dove si svolgono le lezioni, ma uno dei bidelli, che è addetto alla portineria, ha tentato di fermarli ed è stato aggredito. Prima gli hanno stretto le mani alla gola, spingendolo verso un muro, poi lo hanno sollevato di peso e, dopo averlo gettato per terra nell'atrio sono scappati via, senza riuscire a mettere a segno la loro missione punitiva. Momenti di vero panico soprattutto per i genitori e gli insegnanti, poiché quasi tutti i ragazzi erano ancora ai piani superiori, nelle loro classi a fare lezione.

Fonte: www.ilmattino.it - 21/10/2009
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ZEN - Era passato da poco mezzogiorno quando la professoressa di lettere è entrata nell'aula di terza media per cominciare la lezione e ha invitato i ragazzi a prendere posto. Uno degli alunni a questo punto ha afferrato una sedia e l'ha scagliata contro la docente, che è riuscita parzialmente a schivarla, ma è stata colpita al piede sinistro ed è rimasta ferita. La donna è stata soccorsa dal preside che poi ha telefonato al 112. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno allertato il 118. L'insegnante è stata trasportata al pronto soccorso dell'ospedale Villa Sofia dove le hanno diagnosticato un trauma contusivo al piede sinistro con prognosi di 10 giorni. Il tredicenne, data l'età, non è imputabile.

Fonte: www.palermo.repubblica.it - 20/10/2009
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PAGANI - Erano le 8.45 circa, quando i genitori di un bambino dell'ultimo anno della materna pretendevano di accompagnarlo fino in classe, in spregio al regolamento che, per motivi di sicurezza, prevede che i discenti vengano lasciati nell'atrio per essere condotti in aula dall'insegnante. Qualche momento di tensione da parte dei genitori prima che consegnassero il piccolo alla maestra. Dopo hanno cominciato a inveire contro un'altra maestra e l'hanno picchiata: il papá dello scolaro le ha tirato un pugno in pieno viso e la moglie l'ha graffiata. Immediato il ricorso ai Carabinieri ad opera della preside. I genitori sono stati denunciati per violenza e minacce a pubblico ufficiale oltre che per interruzione di pubblico servizio.

Fonte: www.positanonews.it - 30/09/2009
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SAN SEVERO - Alcune maestre della scuola elementare San Francesco, plesso di via De Palma, durante la consegna delle pagelle, sono state picchiate dai genitori di alcuni alunni bocciati.

Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it - 26/06/2009
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MILANO - Aperta un'inchiesta nei confronti di due liceali di 15 anni, uno dei quali l'anno scorso aveva creato su Facebook un gruppo di discussione su cui erano apparsi apprezzamenti pesanti sul professore di inglese. Il docente ha denunciato due degli alunni che lo avevano diffamato, nonostante fossero stati sospesi, ma a Procura dei Minori, nella richiesta di archiviazione del caso firmata dal pm, lo rimprovera perché «invece di ricercare un chiarimento con gli studenti» e di dialogare con loro ha deciso di sporgere querela, preferendo la strada della punizione e perdendo la preziosa occasione di mettere in pratica l'educazione, e cioè il suo mestiere, verso se stesso e verso gli studenti».

Fonte: www.milano.corriere.it - 11/06/2009
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BARI - «Ammazziamo la professoressa». Lo hanno scritto su Facebook in un gruppo dedicato alla docente di lingua straniera otto ragazzi e ragazze fra i 15 e i 17 anni che sono stati sospesi con l'obbligo di frequenza dai corridoi dell'istituto in modo che non perdano neanche un'ora di lezione ed imparino dal loro errore.

Fonte: www.larepubblica.it - 03/06/2009
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CESENA - Un docente di matematica e fisica del Liceo Scientifico "Righi" è stato sospeso dalle proprie funzioni e dallo stipendio per due mesi. La motivazione è l'avere condotto un'indagine nelle proprie classi per rilevare che percentuale di studenti sceglierebbe la materia alternativa qualora l'istituto la programmasse. Nel questionario ciascuno doveva indicare quale insegnamento avrebbe scelto fra Religione cattolica, Storia delle religioni e Diritti umani. I risultati sono stati:

      11,3% Religione Cattolica
      23,9% Storia delle religioni
      64,8% Diritti umani

Il Collegio Docenti aveva quindi deliberato la necessità di programmare la materia alternativa, offrendo così agli studenti questo tipo di attività formativa. Ma gli insegnanti di religione del liceo hanno lamentato all'Ufficio Scolastico Regionale che quel questionario offendeva i colleghi di Religione. E' scattata così la sanzione e l'ispettrice dell'Ufficio scolastico Regionale ha persino diffidato il docente dal fare conoscere agli alunni i risultati dell'indagine.

Fonte: www.uaar.it/news - 30/05/2009
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AMALFI - Non gli piace il giudizio sull'interrogazione e le sferra un colpo al viso alla sua professoressa. Protagonista un ragazzo di Ravello che subito dopo il gesto si è mostrato pentito e preoccupato. La donna ha riportato conseguenze al setto nasale ed stata trasferita al pronto soccorso di Castiglione per le cure del caso.

Fonte: www.ilfogliocostadamalfi.it - 20/05/2009
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BOLOGNA - Ha aspettato che arrivasse a scuola l'insegnante del figlio, è sceso dall'auto e l'ha picchiato con una chiave inglese. E' accaduto ieri mattina in una scuola media della città. Ma l'aggressione di ieri è solo l'ultimo tassello di una storia ben più articolata.

Tutto nasce dal comportamento non proprio da alunno modello del figlio dell'indagato. Si tratta di un ragazzino di 11 anni descritto dagli insegnanti come strafottente e disattento durante le lezioni tanto da creare disturbo a tutti. Per questo viene ripreso quasi tutti i giorni, ma lui non cambia atteggiamento. La preside lo ammonisce: «Se non righi dritto non vai in gita». Lui continua come se nulla fosse e così i compagni vanno in gita senza il ragazzino. Quando il padre viene a saperlo, non rimprovera il figlio, anzi, chiama l'avvocato e denuncia la preside che, all'inizio dell'anno, finisce sotto inchiesta.

Due mesi fa. Il turbolento alunno colpisce una compagna di classe, dopo una lite scoppiata per motivi banali. Viene chiamata l'ambulanza, la ragazzina subisce i postumi della botta per i giorni a seguire. Dopo un incontro fra i genitori, si decide di non sporgere denuncia.

Un mese fa. La professoressa di tecnica sta facendo lezione e il discolo disturba. Si alza dal posto, passeggia per la classe, non ubbidisce. La prof lo manda fuori dall'aula, lo mette seduto su una sedia in corridoio, tenendo la porta aperta per controllarlo. Appena il padre viene informato, scatta una nuova denuncia e anche la prof finisce sotto inchiesta.

Martedì. Arriva a scuola il supplente di italiano, un giovane al suo primo giorno di supplenza in quella scuola. Nessuno lo mette in guardia dal ragazzino terribile che si ritroverà in classe. Comincia la lezione e il piccoletto entra in azione. Il supplente reagisce duramente: "Guarda che io non sono una femminuccia, non rompere i c...". Parole sprecate. Allora lo piglia per un orecchio e lo mette al suo posto. A quel punto il ragazzino si calma e se ne sta buono buono fino al termine delle lezioni. A casa racconta tutto al padre.

Ieri. Il genitore porta il figlio a scuola in macchina e attende l'arrivo del supplente. Quando il giovane insegnante arriva, scende dall'auto e l'affronta nel cortile della scuola. In mano ha una spranga. Cala l'oggetto metallico ripetutamente sul supplente, che tenta disperatamente di proteggersi con le braccia. Diverse persone assistono alla scena, fra insegnanti e alunni. Arriva anche la vicepreside. Il bidello chiama il 118 e i carabinieri. All'arrivo dell'ambulanza e della gazzella dei militari, il genitore si è già allontanato dalla scuola. L'insegnante viene portato all'ospedale e medicato. Poi viene portato in caserma per sporgere regolare denuncia.

Oggi. Nei guai non c'è solo il padre, ma lo stesso professore perché il giorno precedente avrebbe punito in modo violento il ragazzino. Secondo la dirigente scolastica, il professore è stato barbaramente picchiato ma egli stesso non si era comportato affatto bene in quanto aveva perso la pazienza con il ragazzino, ed ha avviato un procedimento disciplinare: «In classe c'è già un'altra insegnante. Al supplente farò un'ammonizione scritta e manderò la documentazione del caso all'Ufficio scolastico provinciale».

Il padre del ragazzino indisciplinato ha riferito al suo avvocato che i fatti non si sono svolti come sono stati raccontati. Lui e il figlio, che non andava a scuola, passavano di lì per caso, il ragazzino ha riconosciuto il professore e lui avrebbe accostato solo per chiarire l'accaduto. Nega di avere utilizzato spranghe o chiavi inglesi nella colluttazione. Inoltre accusa la scuola, e in particolare la dirigente, di avere discriminato e mobbizzato l'alunno.

Fonte: www.ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com - 23 e 24 aprile 2009
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BRESCIA - Il padre di un'allieva di quinta dell'Itc Camillo Golgi colpisce sul volto un insegnante durante una discussione del consiglio per un compito in classe valido solo come simulazione della prova dell'esame di maturità. I medici del pronto soccorso della Poliambulanza l'hanno giudicato guaribile in sei giorni. Nella denuncia sporta dai carabinieri si legge che un'alunna lo avrebbe minacciato davanti a tutta la classe: "Mando mio papà che ti spacca la faccia". Cosa puntualmente verificatasi qualche giorno dopo durante il consiglio di classe del quale fa parte il genitore.

Fonte: www.quibrescia.it - 09/04/2009
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VIAREGGIO - Il fatto era accaduto nel 2004 all'Istituto Professionale Marconi. Una studentessa del primo anno, nella prima pagella, aveva riportato due gravi insufficienze in disegno e l'insegnante aveva convocato i suoi genitori per un colloquio. I genitori avrebbero avuto da ridire sui voti e si sarebbero scagliati contro l'insegnante provocandole una contusione ad una mano refertata con venti giorni di prognosi.
Alla prima udienza la parte lesa si è costituita parte civile, chiedendo un risarcimento dei danni materiali e morali per trentamila euro. La difesa ha presentato una serie di certificati medici fatti alla studentessa dai quali si evince uno "stato di ansia" della ragazza dovuto al non buon rapporto con la sua insegnante, e la copia della pagella dove l'unica insufficienza sarebbe quella della sua materia.

Fonte: www.viareggino.com - 09/04/2009
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TERNI - Un insegnante di 33 anni è stato aggredito a bastonate nel cortile dell'istituto professionale Casagrande da una persona con il volto coperto che poi si è dileguata. Dopo l'aggressione il docente è rientrato nella scuola dove è stato soccorso da una collaboratrice scolastica che ha immediatamente avvisato il preside, la polizia e il 118. Ora è ricoverato all'ospedale di Terni.

Fonte: www.adnkronos.com - 03/04/2009
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MILANO - Gli insegnanti ammettono le responsabilità della classe docente: "Molti di noi hanno predicato parole d'ordine sessantottine, di ribellione ad ogni autorità, in tanti hanno fatto dell'insegnamento una sistematica opera di demolizione della disciplina e dei valori su cui si regge una società ordinata, e adesso tutti ne stanno pagando il prezzo".
Se non fosse perché senza stipendio non si campa lascerebbero subito la scuola. Vivono in un clima di disprezzo e intimidazione. Aggressioni a scuola ma anche per strada e sotto casa. Non mancano persino episodi di figli d'insegnanti picchiati da chi voleva vendicarsi d'un brutto voto o di un rimprovero. Scritte sui muri, vandalismi alle abitazioni e alle auto, telefonate notturne...
Gli insegnanti, grazie alla cultura del dialogo, vanno in tilt. In alcune scuole milanesi si è pensato addirittura di allestire un servizio di sostegno per "professori abusati". All'istituto Ferraris Pacinotti una psicologa dell'Asl assiste gli insegnanti vittime della perfidia degli studenti. Ma dal lettino dello psicologo alla barella del pronto soccorso il tragitto è breve.

Fonte: www.ilpadano.com - 28/03/2009
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BAGNOLI IRPINO - In una scuola superiore il papà di un alunno particolarmente esagitato sì è scagliato contro un professore. Dopo averlo aggredito verbalmente e fisicamente è stato allontanato dagli altri insegnanti. A quel punto, con la sua macchina, ha chiuso l'unica strada utile per uscire dal parcheggio, per impedire all'insegnate di allontanarsi dalla scuola con il chiaro intento di reiterare la propria aggressione. Quindi è ritornato dentro alla scuola ma, non trovando l'insegnante, si è scagliato sul materiale della scuola, distruggendo suppellettili, monitor e fotocopiatrici.
I motivi che avrebbero portato il genitore all'aggressione sarebbero riconducibili ad un comportamento poco competente dell'insegnante nel gestire un diverbio tra un alunno e il proprio figliolo che nell'occasione avrebbe abbandonato la lezione e sarebbe ritornato a casa piangendo. I Carabinieri lo hanno denunciato in stato di libertà per "violenza privata" e "danneggiamento aggravato", mentre proseguono gli accertamenti per verificare la posizione del professore.

Fonte: www.irpiniaoggi.it - 23/03/2009
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ROMA - Un bimbo di 9 anni ha colpito la sua maestra al torace mandandola all'ospedale. L'episodio è avvenuto durante la ricreazione nella scuola Renzo Pezzani, nel quartiere di Centocelle. La maestra è stata soccorsa immediatamente dal 118 e portata in codice verde in ospedale, con difficoltà respiratorie e una forte contusione al petto. Dopo pochi minuti, come si apprende da fonti sanitarie, si è ripresa, ma sarebbe ancora sotto choc. Il bambino violento già in passato aveva dato in escandescenze.

Il bambino si stava scagliando contro una sua compagna di scuola finita per terra dopo averle rovesciato un banco sulla testa. La donna è intervenuta per difendere la bambina, facendo da scudo, e lui l'ha colpita con una raffica di pugni allo sterno.

L'avvocato della donna chiede un'inchiesta interna: il problema è della scuola che deve tutelare l'incolumità degli alunni, degli insegnanti e del bambino stesso che, naturalmente, non ha colpa.

«Tutelare il bambino e gli operatori scolastici che ogni giorno con competenza e passione lavorano per assicurare l'integrazione di ogni bambino». Così il direttore scolastico della scuola commenta l'episodio. «La situazione dell'alunno è conosciuta e affrontata sistematicamente dai servizi territoriali sin dalla scuola dell'infanzia. Invitiamo i giornalisti a mettere in atto forme di rispetto per l'alunno e per gli operatori scolastici che ogni giorno con competenza e passione lavorano per assicurare l'integrazione di ogni bambino».

Fonte: www.corriere.it - 23/03/2009
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REGGIO EMILIA - Uno sputo e un cazzotto in pieno viso al professore. Risultato? Nessuna denuncia. «Questa si chiama delinquenza» è il commento del primo dirigente dell'Anticrimine, che ha raccontato la storia: era l'ora di ricreazione, l'altro giorno, all'Alberto Simonini, una scuola pagata coi soldi della Provincia che rilascia diplomi professionali per elettricisti e idraulici dopo corsi teorico-pratici. Dai banchi di una classe mancano in quattro: uno era stato sospeso, gli altri tre, minorenni fra i 16 e i 17 anni, avevano bigiato le lezioni. Sono amici, formano una "cricca", sono della stessa origine. I quattro tornano ugualmente presso l'istituto, a mo' di sfida per fare ricreazione assieme agli altri compagni. Uno di loro va alla macchinetta automatica delle vivande, prende le monete, le mette nella fessura, ma il distributore s'inceppa. I tentativi di farsi ridare i soldi non vanno a buon fine e così decide di buttarlo a terra. Il fracasso e le risate della combriccola non passano inascoltate: i professori vanno a vedere cosa sta succedendo, parte la telefonata al 113 e una volante si porta sul posto. Il responsabile ammette tutto. In quegli istanti, però, avviene il fatto più grave: uno dei minorenni si accende una sigaretta dentro l'istituto e prontamente viene ripreso da un professore che lo invita a spegnerla. Di tutta risposta il ragazzo sputa in faccia al docente e gli dà un pugno in faccia. E' stato segnalato alla Procura dei Minori di Bologna, ma nessuna denuncia, il professore non vuole farla. Parliamo tanto di bullismo e violenza a scuola, ma poi accadono atti come questi. Essere un educatore significa anche dare un indirizzo di vita e quella della violenza impunita non può essere una strada accettabile.

Fonte: www.ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com - 22/03/2009
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CASTELLAMARE - Una ragazzina (bocciata) di seconda media alla scuola D'Acquisto, qualche giorno fa ha raccontato alla madre di essere stata apostrofata dal professore di Educazione artistica con frasi dall'esplicito contenuto sessuale, di essere stata anche palpeggiata, e che l'insegnante avrebbe rivolto le sue attenzioni anche ad una compagna di classe. Per questa ragione ieri mattina la madre è andata a parlare con il docente. Dopo il colloquio, in presenza della stessa ragazzina, l'insegnante credeva di avere risolto il problema: aveva dimostrato alla madre che la ragazzina è una bugiarda chiamando in causa la classe e l'altra ragazzina che sarebbe stata molestata. Uscite dalla scuola, mamma e figlia si sono incontrate con il padre, informandolo dell'accaduto, il quale si è precipitato a scuola e ha picchiato con calci e pugni il professore davanti ai colleghi e ai bidelli che sono intervenuti fino all'arrivo della polizia. «La storia delle molestie - ha dichiarato la preside - è stata completamente inventata, la compagna che secondo l'alunna sarebbe stata anch'essa molestata ha negato tutto». Il prof è stato curato all'ospedale con prognosi di 6 giorni.

Fonte: www.espresso.repubblica.it - 17/03/2009
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ENNA - A Barrafranca, nell'ennese, un insegnante di lettere della scuola media Verga, nel corso dell'incontro con i genitori, aveva dichiarato alla madre che la figlia non rendeva al meglio. Per questo motivo ha avuto la sgradita sorpresa di trovarsi, sotto casa, il padre della ragazzina che lo ha preso a pugni, schiaffi e calci, con madre e figlia ad assistere all'aggressione, e minacciato di fargli saltare in aria la macchina. L'insegnante, dopo essere stato medicato dalla guardia medica, si è recato alla stazione dei Carabinieri per denunciare l'episodio.

Fonte: www.asca.it - 05/03/2009
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PALERMO - Tre ragazzini di 14, 11 e 10 anni, dopo avere messo insieme diverse cartacce e arredi hanno dato fuoco alla scuola materna Esseneto. L'asilo resterà chiuso alcuni mesi per i lavori di ristrutturazione.

Fonte: www.adnkronos.com - 02/03/2009
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ROMA - E' reato rimproverare uno studente anche se si presenta in aula con una catena di ferro. Una maestra aveva chiamato "bestia" un ragazzino entrato in classe armato di catena. La maestra spaventata aveva anche invitato il ragazzo ad andare da uno psicologo. Alla querela dei genitori è seguita la condanna, sia in primo che in secondo grado, ad una multa di 1500 euro e al risarcimento dei danni morali, confermata dalla Corte di Cassazione che ha stabilito, con la sentenza 9288, che non c'è giustificazione che tenga di fronte alle provocazioni degli allievi.

Fonte: www.ecodibergamo.it - 2 marzo 2009
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MONTEGRANARO - Un alunno intemperante l'altro giorno ha preso a calci la sua maestra che è finita al Pronto Soccorso con diverse lesioni. Dietro a questo fatto c'è la storia di un bambino, extracomunitario (ma che conta?) e di una famiglia che vive una vita non facile. Non è la prima volta che questo alunno un po' troppo vivace crea problemi all'interno della scuola e della classe, rendendosi protagonista di episodi discutibili e con atteggiamenti difficili da gestire.

Fonte: www.ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com - 26/02/2009
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MASSA CARRARA - Giovedì scorso, uno studente di 13 anni, per una divergenza con una insegnante, ha rotto il vetro di una finestra dell'aula e poi, con un paio di forbici, ha minacciato alunni, professori e bidelli, urlando «Vi sgozzo tutti».
I genitori dei compagni di classe del ragazzo hanno inviato una lettera al provveditorato e al preside, spiegando che non manderanno più i figli a scuola fino a quando quel ragazzo, autore degli episodi di violenza che si ripetono da ormai due anni, non verrà allontanato dall'istituto.

Fonte: www.ilmessaggero.it - 21/02/2009
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REGGIO EMILIA - In una classe dell'istituto Filippo Re, gli alunni hanno ricoperto di colla trasparente la sedia della cattedra appena prima dell'arrivo della professoressa. Una volta terminata la lezione, la professoressa si è ritrovata completamente attaccata alla sedia di fronte alle risate di scherno degli alunni. In seguito alla pesante bravata, gli insegnanti hanno deciso di convocare un consiglio di classe con la presenza dei genitori. Nel corso del confronto, i professori hanno illustrato l'episodio e altri atteggiamenti un po' troppo vivaci da parte degli alunni. I genitori anziché prendere atto del comportamento indisciplinato dei figli, hanno preso le loro difese: «Voi professori non avete abbastanza polso per poter badare ai nostri figli e vi comportate in questo modo perché avete paura che i ragazzi vi taglino le gomme della macchina».

Fonte: www.gazzettadireggio.gelocal.it - 21/02/2009
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BOLZANO - Voleva vendicarsi della professoressa di educazione artistica, che l'anno scorso non aveva preso le sue difese dopo un'accesa lite con un compagno, e allora ha deciso di mettergli uno spinello di hashish e marijuana nella tisana. L'insegnante l'ha bevuta e non si è accorta di nulla. Ha scoperto tutto il giorno dopo, grazie alle confidenze di alcuni alunni: ha sporto denuncia ai carabinieri e, allarmata, ha fatto le analisi del caso all'ospedale. Il ragazzo, un tunisino pluri-ripetente di 16 anni, è stato sospeso 10 giorni, segnalato alla Procura dei minori e denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti, violenza privata ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Fonte: www.altoadige.it - 19/02/2009
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VENEZIA - Un alunno di 13 anni ha pugnalato a Chioggia il suo professore di musica in classe durante la lezione, Conficcandogli un coltello da cucina nella schiena. L'insegnante è ricoverato in ospedale, mentre lo studente è stato denunciato dalla polizia. Oggi si riuniranno il consiglio di classe e di istituto per decidere i provvedimenti disciplinari da prendere a carico del ragazzo, che nei casi più gravi possono arrivare alla sospensione per tutto l'anno con l'esclusione dall'esame finale, dato che il ragazzo frequenta la terza media.

Fonte: www.corriere.it - 17/02/2009
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FIRENZE - Uno studente ha preso a pugni e calci un suo quasi coetaneo (15 anni) figlio di una sua insegnante in un istituto superiore della provincia e sottolineando che le botte erano un messaggio per sua madre.
Il ragazzo è stato sospeso da scuola per un mese, durante il quale svolgerà attività socialmente utili, come l'impegno in una comunità di assistenza agli anziani o in un'associazione di volontariato, seguito dai professori. «Questo tipo di sanzione - ha detto il dirigente dell'istituto - piuttosto che una punizione vuol essere uno strumento di recupero e reinserimento. Questo alunno non è un delinquente ma solo solo un ragazzo vivace che entra in ritardo a scuola e risponde male ai professori, imitando i modelli della peggiore tv. Purtroppo i ragazzi così sono sempre di più».

Fonte: www.corriere.it - 14/02/2009
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MILANO - Succede all'istituto comprensivo Trilussa, a Quarto Oggiaro, quartiere di case popolari dove scuole e forze dell'ordine tentano di far rispettare le regole. All'ora di pranzo, a mensa, una bambina prende una brocca colma d'acqua e la versa volontariamente per terra. L'insegnante le chiede di smettere ma l'alunna continua deridendola e così la prof si avvicina, la prende per il braccio e la obbliga a smettere. Poi, una volta tornati in classe, altro rimprovero e una rispostaccia alla quale l'insegnante risponde con un leggero schiaffo. La ragazzina - seguita dai servizi sociali - esce da scuola e racconta tutto all'educatore del Comune che la incontra diverse volte ogni settimana, e che la deve accompagnare a casa. Quando la madre viene a sapere dell'accaduto avvisa la nonna e insieme vanno a scuola a cercare la prof. La aspettano nel cortile, la aggrediscono verbalmente, poi con pugni e calci. La docente è costretta a rifugiarsi nel bagno della segreteria. Ma le due donne forzano la porta e la colpiscono ancora finché altri docenti non intervengono. Agli agenti della polizia madre e nonna, 29 e 50 anni, si giustificano dicendo che la ragazzina avrebbe ricevuto uno schiaffo.

Fonte: www.espresso.repubblica.it - 22/01/2009
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FERRARA - Un 12enne e un 13enne di Mezzogoro di Codigoro si sono introdotti di notte nella scuola elementare del paese e hanno imbrattato i muri con bombolette spray e coperto i pavimenti di detersivi e schiuma di estintori. Uscendo, però, avevano dimenticato qualche oggetto personale e così i carabinieri li hanno rintracciati. Le famiglie si sono offerte di risarcire i danni che ammontano a circa 5000 euro.

Fonte: www.instablog.org - 04/01/2009
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Rosa-92:
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2010
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MILANO - Sei studenti di una scuola media a Pieve Emanuele nella tarda serata di ieri si sono introdotti nell'edificio e hanno distrutto gli infissi e scaricato tutta la schiuma degli estintori, provocando danni per più di 5 mila euro alla scuola. I carabinieri li hanno colti sul fatto e dopo averli portati in caserma li hanno affidati ai genitori.

Fonte: www.milanotoday.it - 22/03/2010
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BESANA - Scuola media statale Aldo Moro. Una ragazzina insulta la professoressa con un linguaggio diretto e colorito e si becca una nota che poi a casa prontamente riferisce ai genitori. L'indomani mamma e papà si recando a scuola per "fare i conti" con la professoressa che ha osato punire la loro bambina: durante il normale svolgimento delle lezioni i coniugi entrano nella prima classe che trovano, una prima, alla ricerca della docente e della figlia e, pur ritrovandosi nella classe sbagliata, non esitato a sbraitare contro il professore in classe in quel momento. Usciti in corridoio, mamma e papà continuano la loro vibrante ricerca fino al faccia a faccia con la professoressa incriminata. La scuola allerta le forze dell'ordine che, subito sul posto, provvedono ad allontanare la coppia esagitata da scuola. I due non sono nuovi a episodi del genere: la scorsa estate, all'avvenuta bocciatura di una delle figlie, non avevano mancato di far arrivare, a modo loro, il loro disappunto a preside e professori. Al momento non risultano denunce dell'increscioso episodio da parte della scuola.

Fonte: www.retescuole.net - 22/03/2010
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MESTRE - Ieri mattina in una scuola elementare alla periferia di Mestre, un ragazzino di 10 anni ha preso una sedia e l'ha lanciata violentemente contro la maestra. L'insegnante è stata portata in ospedale, prognosi di 15 giorni. Appena l'insegnante colpita sarà guarita è previsto un incontro di tutta la classe con lo psicologo per cercare di riflettere su questo episodio.

Fonte: www.notiziarioitaliano.it - 17/03/2010
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TORINO - Giovedì scorso, durante un colloquio con i genitori di un allievo, il dirigente vicario della scuola elementare «Sibilla Aleramo» di via Lemie 48 è stato aggredito a calci e pugni dal padre del bambino.

«Con la dirigente, in qualità di vicario - racconta il docente aggredito - stavo ricevendo i genitori di un alunno e cercavo pacatamente di affrontare i problemi che venivano esposti».
Varaldo, che in quel momento era pubblico ufficiale, non vuole sbilanciarsi, ma è noto che la famiglia aveva richiesto il colloquio per una serie di problemi emersi all'interno della classe. Ad un certo punto del colloquio, quando Lorenzo Varaldo ha suggerito al padre di non coinvolgere il bambino in polemiche o discussioni che avrebbero peggiorato le relazioni all'interno della classe, nel grande ufficio della dirigente è scoppiato il caos.

«Sono stato aggredito dal padre dell'alunno che mi ha colpito più volte con pugni e calci al volto, allo stomaco, alle braccia e alle gambe» - spiega il docente che ha riportato tra l'altro un evidente ematoma sotto un occhio - «Il peggio è stato evitato per pura fortuna e perché mi sono riparato senza reagire all'aggressione. Con la dirigente che tentava di creare una via di fuga da quella furia inaudita...».

Ma il genitore, fuori di sé, abbandonato Varaldo, ha cercato di dirigersi verso la classe del figlio per completare l'opera, aggredendo anche la maestra. Per fortuna, il custode della scuola l'ha bloccato e nel frattempo è partita una telefonata alle forze dell'ordine.

Fonte: www.lastampa.it - 17/03/2010
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MACERATA - La madre di uno studente ha picchiato la vicepreside dell'istituto dove il ragazzo studiava, afferrandola per il collo e facendole sbattere la testa più volte contro il pavimento. L'artefice dell'episodio si è infuriata contro la docente perchè questa aveva chiamato i carabinieri per fare uscire il figlio dal bagno, dove si era chiuso dopo aver preso una nota disciplinare. La donna si è rivoltata anche contro i carabinieri che erano intervenuti. A quel punto è stata arrestata per lesioni personali gravi, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L'avvocato della signora arrestata ha spiegato che "il tutto sarebbe stato scatenato dal rifiuto della docente di spiegare il motivo della nota data al ragazzo".

Fonte: www.ansa.it - 06/03/2010
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NAPOLI - Una assistente di laboratorio di un istituto scolastico di Portici rimprovera due ragazzi che disturbano durante la lezione di informatica e per questo i due, entrambi 15enni, prendono a sassate la sua auto provocando danni al parabrezza e alla carrozzeria.

Fonte: www.agi.it - 07/03/2010
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OSIMO (Ancona) - E' accaduto alle "Kruger" dell'istituto comprensivo "Bruno da Osimo" dove una professoressa di educazione fisica è stata aggredita questa mattina, a scuola, da un alunno extracomunitario di 16 anni al quale la docente, mercoledì scorso, aveva messo una nota sul registro dopo essere stata derisa per l'ennesima volta ed insultata di fronte a tutti.
Questa mattina il ragazzo ha saputo che la nota, insieme ad altre precedentemente prese, si era trasformata nell'ennesima sospensione. Dopo aver chiesto di andare in bagno, in realtà è andato a cercare la prof per poi picchiarla. Fortunatamente un altro docente è andato in difesa dell'insegnante che però ha avuto un attacco di tachicardia ed un collasso al punto tale che è dovuto intervenire il 118. Il giovane aveva infatti cercato di dare un pugno in faccia alla professoressa senza per fortuna riuscirci. Successivamente l'ha minacciata dicendole che doveva ringraziare di non avere nulla in mano altrimenti l'avrebbe uccisa.
Gli agenti del commissariato di Osimo hanno verbalizzato l'accaduto e la professoressa, i cui medici le hanno dato tre giorni di prognosi, si è riservata di fare querela.

Fonte: www.anconainforma.it - 05/03/10
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FABRIANO (Ancona) - La polizia ha identificato i membri di una baby gang di 17 giovanissimi (13 maschi e 4 femmine) che l'8 febbraio scorso ha fatto irruzione nella scuola media Gentile-Fermì, danneggiando porte e scivoli per disabili e prendendo a sassate un'insegnante e due bidelle che avevano tentato di intervenire. Dopo ciò gli aggressori hanno danneggiato anche l'automobile di una delle due bidelle. Nel giro di un mese, gli investigatori del Commissariato di polizia fabrianese hanno identificato tutti i ragazzi che hanno partecipato all'azione punitiva e li hanno interrogati alla presenza dei loro genitori. Solo tre hanno almeno 14 anni e - in quanto imputabili - sono stati denunciati: si tratta di una ragazza di 15 anni e di due giovani di 16. Alcuni sono allievi della scuola. Il motivo che li avrebbe spinti a compiere tale atto sarebbe il desiderio di vendetta in seguito ad un provvedimento disciplinare preso nei loro confronti a scuola. Alcuni sono anche noti alla polizia per precedenti atti di vandalismo nel centro storico del comune, mentre altri per un'aggressione ad un ragazzo indiano.

Fonte: www.leggonline.it - 04/03/2010
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PARMA - Patteggiamento, con pena sospesa, per Sackey Elvis Duah. Il fatto risale al 2007. Alle 8 del 17 febbraio, poco dopo la prima campanella, la professoressa scorre l'appello. Tutti presenti, manca solo Duah. Sul suo banco però c'è il suo zaino. La professoressa, comunque, lo segna 'assente'. Pochi minuti ed ecco Elvis sulla porta, in mano ha un panino e un bricchetto di té: "Ma come, non ha visto la mia borsa?". L'insegnante non sente ragione e conferma l'assenza: "Ho precisi doveri, devo rispettarli Duah". Il giovane però non ci sta e inizia a inveire contro l'insegnante. La docente lo esorta a seguirlo dal vicepreside, il quale a sua volta convocherà i genitori di Duah. Sembra tutto finito, la docente torna in classe. E invece no. Verso le 9 Elvis piomba in aula e inizia a urlare. La prof gli dà una nota e lui le dà spintonata, lei cade e si fa male, ne avrà per quindici giorni. Duah è furibondo, tre compagni provano a bloccarlo mentre lui prende la cattedra e la sfascia. Quindi intervengono tre professori che portano lo studente in un'altra aula. E qui, Elvis, se la prende con la porta sfasciando pure quella. Il finale è la polizia che arriva con una pattuglia a prelevare Sackey Elvis Duah.

Fonte: www.parma.repubblica.it - 23/02/2010
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ORBASSANO - Una storia di un anno fa, emersa solo ora. Terza media della scuola statale di viale Rimembranza. A fine gennaio 2009 un gruppetto di ragazzini filmano e fotografano una loro compagna di classe che finisce su Internet. La vittima poco dopo quell'episodio se n'è andata da quella scuola. I ragazzini vengono individuati e confessano. Professori e dirigente scolastica decidono la sanzione: un giorno di sospensione con l'obbligo di frequenza a scuola. Punzione assolutamente blanda. Quella brutta storia poteva concludersi così. Invece no. Secondo la madre e il padre di uno dei cinque ragazzi, quella punizione aveva ingenerato nel figlio un profondo stato di depressione. Così, a protezione del loro pargolo, a novembre si rivolgono ad un legale per denunciare gli insegnanti: abuso dei mezzi di correzione. Incredibile. La vicenda finisce sul tavolo del procuratore di Pinerolo che a metà gennaio chiede l'archiviazione del procedimento a carico dei prof. Poi il fascicolo passa al gip Alberto Giannone che la settimana scorsa non solo ha accolto la richiesta del pm ma incriminato per calunnia i due solerti genitori che si sono schierati dalla parte del figlio reo confesso di quell'episodio. E che ora, con ottima probabilità, finiranno in tribunale a difendersi da una pesante contestazione.

Fonte: www.ecodelchisone.it - 17/02/2010
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RAVENNA - "Mamma, corri, l'insegnante mi tratta male". Una scintilla su una miccia già accesa, tanto più se all'appello è seguito anche un fiume di lacrime. E così la mamma, accompagnata dal padre, si precipita a scuola e minaccia l'insegnante con un coltello.
E' accaduto ieri mattina alla scuola media Ricci Muratori, in piazza Ugo La Malfa. La piccola, di nazionalità albanese ma da anni residente in Italia, non manda giù il rimprovero dell'insegnante e chiama a casa. Piangendo. I genitori della ragazzina si precipitano a scuola, minacciando "a mano armata" l'insegnante davanti ai compagni di classe, atterriti dalla scena.

Fonte: www.romagnanoi.it - 11/02/2010
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POTENZA - Bullismo all'Ipsia di Potenza. La scuola è divisa in due: al chimico è il paradiso, sono per lo più ragazze, mentre al meccanico è l'inferno. I ragazzi siano troppo irrequieti. «Cappottone» in gergo tra i ragazzi significa un cappotto in testa e giù botte al malcapitato per ottenere soldi, merende e cellulari. Le minacce non risparmia nemmeno i docenti. Ad una professoressa è stato promesso che uccideranno il suo cane. Un ragazzo in classe ha impugnanto una pistola e sono così scattate le indagini. La polizia ha perquisito le abitazioni dei ragazzi e nello zaino di uno ha trovato l'arma e dei colpi a salve. Una pistola di fabbricazione tedesca risalente agli anni 40 che potrebbe uccidere anche se il calibro particolare renderebbe difficile trovare proiettili adeguati. Ma tanto bastava a incutere paura e fare quell'«inferno di meccanica» un po' più inferno.

Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it - 10/02/2010
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PAVIA. I protagonisti sono alcuni alunni di una terza. La vicenda sarebbe iniziata per l'uso del cellulare di alcuni studenti. Il prof ha detto di smettere. Gli alunni non lo hanno ascoltato e lui avrebbe minacciato una nota. Un ragazzo avrebbe continuato a usare il cellulare e l'insegnante si sarebbe avvicinato. A questo punto l'alunno sarebbe uscito di corsa dalla classe. L'insegnante lo ha seguito nel cortile dove il ragazzo sarebbe scivolato sul ghiaccio. Il professore si sarebbe avvicinato per capire se si era fatto male, ma un secondo studente si sarebbe scagliato contro il docente prendendolo a pugni. I due sono stati divisi ma sia il professore che il ragazzo caduto sono stati soccorsi dal 118.

Fonte: www.laprovinciapavese.gelocal.it - 10/02/2010
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COSENZA - Finire su una linea hard in Internet perché severa è quel che è capitato ad una professoressa di matematica che, assediata improvvisamente da telefonate di focosi giovanotti sul suo cellulare, ha scoperto che qualcuno aveva pubblicato il suo nome e il suo numero sul web. A giocarle il brutto tiro cinque studenti che per vedicarsi dei brutti voti avevano deciso di disonorarla in rete.

Fonte: www.blitzquotidiano.it - 09/02/2010
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POTENZA - Minacce e penumatici tagliati all'auto della professoressa, botte ai compagni di classe. La polizia sta ricostruendo diversi espisodi di cui sarebbero stati protagonisti due bulletti. Uno dei due avrebbe portato a scuola anche una pistola a gommini. Nel mirino dei due i compagni di classe ai quali rubavano soldi e cellulari.

Fonte: www.agi.it - 09/02/2010
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OSTIA - Il video inizia così. «Salute», grida il bulletto pronto con il casco in testa a farsi filmare da una compagna di classe. «Sei pronta?», chiede il ragazzino con aria spavalda, «sì, vai» lo incita l'altra ridendo. Sicuro del suo elmetto si lancia quindi contro il muro dell'aula mentre alcuni compagni si preparano a imitarlo. Il tutto avviene in un'aula di un istituto del litorale: l'ennesima bravata filmata e pubblicata su «YouTube» si chiama, neanche a farlo apposta, «scemi a Ostia» e, da quando è stato postato lo hanno già visitato ben duecento internauti. Come questo ce ne sono molti altri di filmati, girati sempre in contesti scolastici tra il Lido e l'entroterra. «Power pezza!!! Roberto Carlos a scuola» è stato cliccato da oltre quattrocento persone: siamo in un liceo di Ostia, tra l'altro uno dei più qualificati. La classe è piena di ragazzini che per lo spettacolo hanno spostato banchi e sedie. Protagonisti del video sono due alunni che si divertono a tirare colpi fortissimi contro il muro con un pallone da calcio. «Questo va su YouTube eh», dice al goleador della situazione un ragazzino. E giù risate. I commenti divertiti di altri coetanei, riportati sul sito, la dicono lunga sulla popolarità che filmati di questo tipo regalano ai bulli. Di bravate se ne inventano di tutti i tipi: dalla vittima di turno scarrozzata a tutta velocità su un carrello della spesa all'ingresso di una scuola di Casal Palocco ai due poverini costretti a ripetere una sequenza di movimenti sincronizzati davanti ai videofonini di un gruppo di ragazzine durante l'ora di educazione fisica. In un altro video, «scemi», due ragazzini seduti all'ultimo banco si divertono con movenze tipiche di un gorilla a prendersi gioco del professore con smorfie varie mentre questo, ignaro, spiega la lezione. I cellulari riprendono tutto: a scuola non si spengono mai.

Fonte: www.iltempo.ilsole24ore.com 07/02/2010
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SAN MARCO IN LAMIS - Mentre dentro si discuteva di bulli e vandali, fuori c'era chi progettava l'ennesimo assalto. I piccoli attentatori si erano nascosti all'interno dell'edificio scolastico e aspettavano che i docenti del Consiglio di istituto (tenutosi nel pomeriggio convocato proprio per discutere i precedenti episodi di vandalismo perpetrati ai danni della scuola, la settimana scorsa allagata per ben due volte a distanza di due giorni) uscissero per agire. E così l'altra sera intorno alle 21 hanno dato fuoco alla scuola media "Francesca De Carolis". Ben nove i punti in cui è stato appiccato il fuoco, danneggiando arredi e suppellettili, mentre tutti gli ambienti sono stati invasi dal denso fumo sprigionatosi. Sul posto sono accorsi subito i volontari della protezione civile locale, ma anche insegnanti ed amministratori, e tutti si sono adoperati con gli estintori nel tentare di sedare l'incendio spento solo dai Vigili del Fuoco intervenuti subito dopo. Nelle ore immediatamente successive sono stati fermati e sottoposti a perquisizione personale e domiciliare due ragazzini di 13 e 17 anni, già segnalati dai carabinieri per dei precedenti episodi di vandalismo. I due ragazzini hanno ammesso il fatto, motivandolo con l'intento di far saltare il compito in classe previsto per il giorno dopo. Il più grande è stato denunciato con l'accusa di incendio doloso e interruzione di pubblico servizio, mentre il più piccolo non è imputabile perché minore di 14 anni.

Fonte: www.ildiariomontanaro.it - 30/01/2010
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MILANO - Sono le 14.30 quando le bidelle del liceo artistico di Brera, sbigottite, vedono uscire da scuola un'insegnante inseguita da decine di studenti. La docente si rifugia in un bar e chiama la polizia. Gli agenti che arrivano poco dopo si trovano a dovere gestire una situazione complessa. Gli studenti, arrabbiati e divertiti, dicono che la prof «spesso prende decisioni bizzarre». L'insegnante ha sequestrato i telefonini a due ragazzi e non vuole restituirli. Sono entrambi 15enni: al ragazzo il telefonino è stato tolto perché «ascoltava musica durante la lezione». Alla compagna il telefonino era stato tolto martedì e ora sbandiera il diario su cui la mamma ne chiede per iscritto la restituzione. «E' inaccettabile che gli studenti usino i telefonini a lezione — spiega l'insegnante al tavolino del bar — non sono disposta a scendere a compromessi né a tollerare un simile malcostume». I poliziotti la mettono in guardia sul rischio di essere denunciata per appropriazione indebita. Alle quattro del pomeriggio le decine di studenti mollano l'assedio e l'insegnante viene accompagnata dalla polizia nella scuola dove accetta di riconsegnare allo studente il telefonino sequestrato tre ore prima, che tiene in un cassetto. Poi comincia la trattativa per convincere la professoressa a ridare il cellulare anche all'altra ragazza: l'oggetto sequestrato si trova a casa dell'insegnante e la polizia decide di accompagnare con la volante lei e la studentessa per recuperarlo. Quando l'auto lascia il liceo sono passate le 18. Sull'episodio la preside Carla Arienti dovrà prendere una decisione non facile: mentre a punire i due quindicenni per aver usato il telefonino in aula sarà il consiglio di classe, spetta invece a lei stabilire le sanzioni nei confronti della professoressa che in base al decreto Brunetta rischia dal richiamo scritto alla sospensione dal lavoro fino a 10 giorni.

Fonte: www.milano.repubblica.it - 21/01/2010
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NAPOLI - Una studentessa 16enne, poco diligente, scrive su Facebook due righe di dileggio sulla sua vittima preferita, la prof di religione. E la scuola, l'istituto Mazzini, si comporta proprio come i ragazzi sperano: il consiglio di classe punisce l'allieva con un giorno di sospensione, richiesta di scuse e un 5 in condotta (ovvero: bocciatura) condonabile in un 6 a patto che per 15 giorni la ragazza si dedichi alle pulizie della scuola, dopo le lezioni, un gesto accettato in tutto il mondo anche da note celebrità colte in fallo per gesti inconsulti, ma che per i genitori della ragazza è una vera e propria onta. Così una vicenda che poteva essere seria, un pretesto per parlare in classe dei confini del web, finisce con un padre che viene quasi alle mani col preside, la polizia a scuola, e la platea che se la ride.

Fonte: www.napoli.repubblica.it - 14/01/2010
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AVELLINO - Raid di teppisti all'istituto De Sanctis di Villanova. I vandali hanno svuotato due estintori in sei aule, due sale professori e nei corridoi. I carabinieri della stazione di Zungoli hanno eseguito i rilievi e avviato le indagini per cercare di identificare gli autori del raid, probabilmente studenti che al termine delle lezioni anziche' andare a casa sono rimasti all'interno della scuola per compiere gli atti di vandalismo. E' questo il terzo episodio teppistico che si verifica nell'Avellinese. Precedentemente erano stati devastati gli istituti De Sanctis di Teora e Rachelina Ambrosini di Venticano.

Fonte: www.adnkronos.it - 11/01/2010
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2010 - DA APRILE A GIUGNO
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Finale Ligure - Alunno indisciplinato all'istituto Aicardi Ghiglieri di piazza Deledda, appena 12enne, ha colpito la supplente con un pugno in pieno volto costringendola a ricorrere alle cure mediche presso il Santa Corona di Pietra Ligure. E' successo il 26 marzo scorso. Data l'età, l'alunno sarà immune da conseguenze penali.

Fonte: http://www.ivg.it - 08/04/2010
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ROMA - Gli alunni di una prima e di una seconda, si sono rifiutati di «soffiare» il nome del loro compagno «bulletto» che aveva fatto uno scherzo pesante a un'insegnante del liceo «Enrico Mattei» di Cerveteri, schiacciandole una mano tra banco e cattedra dopo aver ricevuto un rimprovero. E ora, durante i due giorni di sospensione con obbligo di frequenza, dovranno sottoporsi a una specie di «pena rieducativa»: l'ascolto di una lezione su bullismo, violenza ed omertà da parte di un avvocato penalista, autore di un libro - «I ragazzi di via Bravetta» - che racconta i problemi del disagio giovanile nella periferia romana.

La lezione, il cui romanzo - la storia di un giovane albanese ammazzato al residence Bravetta dopo un apprezzamento indirizzato a un’italiana – è ispirato a storie vere raccontate nei fascicoli giudiziari, avverrà nell’ufficio della preside. «I ragazzi devono rendersi conto di quel che succede - spiega accorata la dirigente scolastica - quando si sceglie di non segnalare un comportamento sbagliato».

Fonte: http://roma.corriere.it/ - 06 maggio 2010
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NAPOLI - Prima ha lanciato un portapenne contro un compagno disabile poi si è scagliato contro la maestra che lo aveva richiamato ad un comportamento più corretto e aveva cercato di mettere pace tra lui e l'altro bambino. Ma, Salvatore, 10 anni, alunno di quinta elementare, anzichè darsi una calmata, se l'è presa anche con l'insegnante. Ha scalciato come un cavallo impazzito per liberarsi dalla presa della donna, Maria Marcello, 48 anni, che aveva cercato di trattenerlo per un braccio, per evitare che aggredisse il compagno. Ma la peggio l'ha avuta proprio lei: un calcio l'ha colpita al fianco sinistro, facendola svenire in pochi secondi.
Una collega della docente ha compreso immediatamente quanto la situazione fosse grave: senza attendere l'arrivo dell'ambulanza, con altre maestre ha caricato la donna in auto e l'ha portata in ospedale. Una corsa col batticuore fino all'ospedale evangelico «Villa Betania». La maestra è stata portata in sala operatoria e qui i chirurghi hanno dovuto asportarle la milza, spappolata dai calcioni del bambino.

Fonte: www.ilgiornale.it - 08/05/2010
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OSTIA - Un semplice rimprovero da parte di una professoressa nei confronti di un'alunna, della scuola media Guttuso di Ostia, sul litorale romano, ha scatenato l'ira della madre che, probabilmente avvisata al cellulare dalla figlia, ha atteso la docente all'uscita da scuola e l'ha aggredita.

L'arrivo dei carabinieri di Ostia, chiamati dalla scuola, ha ulteriormente infiammato gli animi: la mamma, 40 anni, aiutata da un'altra figlia, di 20 anni, ha insultato, minacciato e strattonato i militari rifiutando di placarsi. In caserma, dove le due donne sono state portate dopo l'arresto, sono poi giunti altri due familiari: un altro figlio di 18 anni e un fratello, 38enne, della madre dell'alunna rimproverata.

I due pretendendo spiegazioni sul fermo delle parenti, hanno cominciato ad urlare e insultare i carabinieri. Ai vari inviti alla calma i due hanno risposto, anche loro, opponendo resistenza e violenza nei confronti dei militari. Alla fine tutti e quattro, residenti dalle parti di piazza Gasparri, sono stati arrestati. All'origine del rimprovero della professoressa pare ci sia stato un comportamento offensivo da parte dell'alunna nei confronti di una compagna di classe.


Fonte: http://www.leggo.it - 20/05/2010
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PRATO - 27 maggio 2010 - Lo ha aspettato nel parcheggio di fronte alla scuola: un agguato in piena regola. Poi lo ha affrontato a muso duro e gli ha dato un pugno in volto. Non è la descrizione di una lite fra due bulli, ma quello che è successo martedì pomeriggio fra un professore di educazione artistica della scuola media Sem Benelli di San Giusto e il genitore di uno studente. Un'aggressione, un gesto molto grave al di là delle conseguenze fisiche per il docente, comunque non trascurabili: al pronto soccorso gli hanno refertato otto giorni di prognosi per il cazzotto ricevuto in faccia.

Il fatto risale a martedì pomeriggio: uno studente, italiano, descritto come un ragazzo vivace ma non particolarmente problematico né con una situazione familiare particolarmente difficile, avrebbe riferito al padre di un rimprovero subìto in classe da parte del professore. Un uomo descritto dai colleghi come persona mite e molto amato dai suoi studenti. E d'altra parte è un insegnante di educazione artistica, una di quelle materie più apprezzate e meno «fastidiose», quindi anche più difficilmente fonte di contrasto tra la classe e la cattedra. Eppure questo rimprovero, evidentemente considerato ingiusto o esagerato dall'alunno, ha scatenato qualcosa nella testa del padre, che ha aspettato l'insegnante e lo ha colpito. Il professore è poi rientrato nella scuola: una custode lo ha visto con il labbro tumefatto. «Sarà caduto», ha pensato, prima di rivolgersi all'uomo, che invece ha raccontato l'incredibile vicissitudine.

Sul posto è così arrivata un'ambulanza; il professore ha ricevuto le cure del caso, poi ha raccontato ai carabinieri intervenuti a scuola cosa fosse successo. Ma non ha voluto denunciare l'aggressore: potrà tuttavia farlo entro i prossimi 90 giorni.

E il pensiero torna indietro di tre anni, all’aprile 2007, quando il preside Ivo Regoli fu colpito da un genitore nel suo ufficio alle scuole Lippi di via Corridoni, ma anche a pochi giorni fa, a Seano, quando a essere accusata di punizioni eccessive fu invece una maestra.

Fonte: http://lanazione.ilsole24ore.com - 27/05/2010

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Warlordmaniac:
Tutto molto interessante.

Rosa-92:
Una decina di anni fa qualcuno cominciava a notare che il problema della violenza infantile e adolescenziale è la logica e inevitabile conseguenza dell'educazione nonviolenta.

Ovviamente chi chiedeva un ritorno alla disciplina è stato ignorato per ragioni di politica scolastica di stampo femminista sull'esempio svedese. Le lobby femministe di tutta Europa si sono sempre impegnate per tenere allo scuro i propri cittadini sul fatto che la violenza giovanile nei loro Paesi è sempre andata aumentando in seguito alle leggi bambiniste, mentendo, dichiarando sempre il contrario, cioè che la violenza è diminuita e che le loro leggi funzionano bene.

Riporto un articolo di quasi 10 anni fa: si parlava di preoccupante maleducazione, quasi al limite del teppismo. Oggi.......... teppismo e bullismo sono il risultato dell'avere ignorato quel grido di allarme. 


http://www.repubblica.it/online/scuola_universita/condotta/pirani/pirani.html

Dilagano gli episodi di maleducazione, se non di teppismo, nella scuola italiana. Occorre un ritorno alla disciplina.

Un problema da tempo presente nella scuola: la grave mancanza di disciplina tra gli studenti.
In un articolo del 21 gennaio 2001 Mario Pirani su Repubblica propone di tornare al vecchio 7 in condotta che in altri tempi poteva comportare l'insufficienza automatica in tutte le materie. Si denucia il disastroso mutamento verificatosi in tempi abbastanza recenti: studenti che vanno e vengono senza rispetto per gli orari, apatia e violenza con danneggiamenti a banchi, sedie, armadi, autogestioni proclamate per anticipare anche di trenta giorni le vacanze, impazzare dei cellulari, rifiuto di qualsiasi idea basata su studio e sacrificio. Più aumenta la disponibilità nei confronti degli studenti, più aumenta il loro disinteresse. L'articolo continua segnalando il fatto che un minimo di disciplina è saltata. Si moltiplicano con frequenza e ubiquità fenomeni di teppismo sessuale infantile con bambini che mostrano in pubblico il piccolo pene, mimano sulle bambine, in genere turbate e spaventate, un atto di violenza, accompagnato da insulti volgari e oscenità, apprese probabilmente dai fratelli più grandi, da adulti incoscienti, da spettacoli televisivi. Ma non è solo grave il fatto in sé, quanto la rinuncia a contrastarlo: le maestre fingono spesso di non vedere, con il pretesto di "non voler dare importanza alla cosa"; se poi lo segnalano alle famiglie, queste solidarizzano con il figlio e lo scusano, polemizzando con l'insegnante.
Quali sono le cause di questa deriva? Contrariamente a quanto postulato dalle filosofie buoniste ed egualitarie alla Rousseau a base di buoni selvaggi e amenità simili, l'essere umano non è affatto buono, perchè dotato naturalmente di forti istinti egoistici. E' la repressione compiuta dall'educazione ad associare agli istinti modalità di manifestazione socialmente accettabile. L'educazione è comunque una violenza perchè è con la minaccia di una punizione che il naturale egoismo viene sublimato in rispetto delle regole. D'altronde lo stesso Freud parlando dell'educazione repressiva ne esaltava la necessità in quanto è grazie ad essa che si può ottenere quella sublimazione degli istinti alla base di ogni civiltà.
Il filosofo Herbert Marcuse nella sua opera intitolata "L'uomo a una dimensione" del 1964 riprendendo il discorso freudiano concludeva argutamente dicendo che la società moderna rinuncia alla repressione degli istinti propio per evitare il rafforzamento del carattere degli individui che una vera educazione permette. Si è voluto il permissivismo non per amore dei ragazzi ma piuttosto per trasformarli in schiavi scemi di tutte le mode consumistiche in quanto incapaci di rinuncie e spirito di sacrificio. Deboli e cattivi come sono diventati i giovani di oggi non possono neppure costituire delle comunità alternative alla società in cui viviamo. Come ci si è potuti arrivere? La punta di lancia di questo piano nefasto che Marcuse chiamava "dittatura permissiva", sono stati i vari filosofi e sedicenti scienziati dell'educazione come il dottor Spock il quale affermava, al pari di Rousseau, la sostanziale bontà dell'essere umano e quindi la necessità per una corretta educazione, dell'assenza di modelli autoritari e punizioni. Questo per far sì che la "bontà naturale" rimanesse e generasse persone più pacifiche. Naturalmente l'esimio dottore non documentò mai con il normale metodo statistico impiegato nella scienza l'esattezza delle proprie teorie. Si limitò a citare dei casi prescelti da lui per convincere gli ignari lettori e al resto bastò la moda culturale del dopoguerra e del sessantotto.
Tutto ciò che sapeva di antifascismo e antiautoritarismo era automaticamente buono e giusto. E i frutti si vedono oggi. Solo che i rimedi non sono applicabili perchè sarebbe necessario rinunciare alla cultura permissiva che è il vero fondamento del consenso di massa alla dittatura capitalista. Per questo che non cambierà nulla. Avremo anzi scuole sempre più buoniste e inutili in cui insegnati demotivati dovranno promuovere tutti per evitare di ritrovarsi legioni di teppisti che si accumulano come ripetenti nelle prime classi. Si tratta di un deja vu negli USA. Per liberarsi della teppa si promuove tutti e non è strano imbattersi in diplomati incapaci di leggere e scrivere e non in grado neppure di indicare su una carta geografica la località di residenza. Mentre i figli dei ricchi studiano in costose e severe scuole private.
Quale rimedio per la scuola? Tornare alla selezione, per lo meno nelle scuole secondarie. E in tutte puntare al rafforzamento del carattere e della forza dell'individuo. Quando la nobiltà inglese voleva educare i propri figli ad essere amministratori e difensori di un impero li inviava in scuole ove la disciplina era imposta con punizioni corporali e l'addestramento sportivo temprava oltre al corpo anche la mente. L'educazione fisica, gli sport, le arti marziali, le gite nella natura sono tutti metodi ottimi per il rafforzamento e la formazione della personalità.


Professori, tornate al 7 in condotta (di Mario Pirani, 21 gennaio 2001)

Il pretestuoso scandalo per le battute estemporanee del ministro Veronesi sugli spinelli a scuola non meritava certo il rilievo che ha avuto. Assai più drammatica e con ben altri profili è la realtà che si respira nelle
aule, a cominciare dalle elementari e dalle medie. A condizione che si voglia guardarla in faccia.
Se ne è avuto uno squarcio nelle "lettere" a Corrado Augias dove spiccava nei giorni scorsi quella di un insegnante di scuola media di Vibo Valentia, il professor Domenico Contartese, il quale, dopo 21 anni di attività proficua, confessava la propria disperazione e solitaria impotenza per il disastroso mutamento verificatosi in tempi abbastanza recenti: studenti che vanno e vengono senza rispetto per gli orari, apatia e
violenza con danneggiamenti a banchi, sedie, armadi, autogestioni proclamate per anticipare anche di trenta giorni le vacanze, impazzare dei cellulari, rifiuto di qualsiasi idea basata su studio e sacrificio. Il caso di Vibo Valentia non è isolato ma generalizzabile, anche se non ad ogni scuola.
Ad Augias, dopo la pubblicazione di quella lettera, ne sono giunte moltissime altre, quasi tutte dello stesso tenore. Scrive, ad esempio, da Pescara il professor Carlo Madeo, 21 anni d'insegnamento: "Negli ultimi anni
non riesco a capire cosa sia successo. Più aumenta la disponibilità nei confronti degli studenti, più aumenta il loro disinteresse".
E ANCORA: "Essi vedono le ore dedicate allo studio come una inutile perdita di tempo. Il fatto è che la scuola è studio, sacrificio, fatica, e vanno premiati i ragazzi che vogliono studiare, mentre la riforma persegue
l'automatismo del titolo di studio a tutti i costi. I ragazzi avvertono che alla fine qualunque titolo non è poi spendibile per il lavoro e manifestano la loro rabbia contro la scuola. Non ho mai avuto nel passato dei teppisti come alunni ma ogni anno che passa sono gli alunni teppisti che aumentano".
La concordanza di queste missive mi ha spinto a documentarmi meglio. Ho telefonato in mezza Italia ad insegnanti con cui ero entrato in contatto ai tempi del famigerato "concorsone" e ad amici con figli piccoli o
adolescenti. Mi sono trovato di fronte ad un quadro impressionante che riferisco così come l'ho raccolto, ben consapevole che non si tratta di un'analisi convalidata da statistiche complessive, che gli esempi riportati
possono essere bilanciati da altrettanti opposti e positivi. Nell'assieme ho tratto l'impressione che la situazione sia peggiore nelle elementari e nelle medie che nei licei, dove sembra permanga, almeno in alcuni istituti, una qualche autorevolezza di non pochi insegnanti e un minimo di filtro meritocratico. Il disastro dilaga prima, se i casi che mi sono stati raccontati e che riguardano scuole elementari di Firenze, Roma e Vicenza, riflettono (e perché dovrebbe essere altrimenti?) una situazione generalizzata. Un minimo di disciplina è saltata. Si moltiplicano con frequenza e ubiquità (mi sono stati riportati anche da altre città) fenomeni di teppismo sessuale infantile con bambini che mostrano in pubblico il piccolo pene, mimano sulle bambine, in genere turbate e spaventate, un atto di violenza, accompagnato da insulti volgari e oscenità, apprese probabilmente dai fratelli più grandi, da adulti incoscienti, da spettacoli televisivi, cinematografici od altro la società mass-mediatica offra ai loro occhi. Non si tratta naturalmente di comportamenti fatti propri dalla maggioranza degli scolari ma ne basta qualcuno per classe per sconvolgere
tutti.
Ma non è solo grave il fatto in sé, quanto la rinuncia a contrastarlo: le maestre fingono spesso di non vedere, con il pretesto di "non voler dare importanza alla cosa"; se poi lo segnalano alle famiglie, queste
solidarizzano con il figlio e lo scusano, polemizzando con l'insegnante; il capo d'istituto in genere, come anche per episodi d'indisciplina o di aggressione con corpi contundenti, rigetta la responsabilità sul docente, invitandolo a trasformarsi in psicoterapeuta. Tra l'altro l'insegnante, quando qualche discepolo si fa male, viene inquisito e risponde penalmente ed economicamente, se è provata una sua qualche negligenza (come fa, d'altra parte, a sorvegliare costantemente tutti? non gli resta, quindi, che l'adozione di polizze assicurative ad hoc, in aumento esponenziale). "I cosiddetti moduli della riforma hanno, fra l'altro, moltiplicato le attività e i progetti didattici di ogni genere con conseguente aumento del numero dei
maestri, che oscillano da tre a sette, per classe. I bambini non hanno così più una o due figure di riferimento né sufficienti tempi ludico-educativi di formazione. Si trovano di fronte a un continuo carosello cui cercano di adattarsi tumultuosamente o di rifiutare, sfidando la scuola e generando forme di aggressività": così mi dice una intelligente maestra fiorentina con un lungo curriculum.
Mi trattengo dal riferire un ulteriore e desolante florilegio di episodi negativi che riguardano le scuole medie. Essi confermano come anche a questo livello la soglia di tollerabilità di ogni tipo d'indisciplina si sia pericolosamente alzata. Gli insegnanti o hanno una eccezionale personalità e prestigio individuale o sono schiacciati tra la colpevole complicità delle famiglie col ribellismo dei figli, anche il più becero (come il voluto insozzamento sistematico dei bagni) e il rifiuto dei capi d'istituto, recentemente battezzati "managers dell'azienda scolastica", di assumere provvedimenti che ledano l'immagine di "successo imprenditoriale" che sono chiamati ad ottenere. Una immagine che si appoggia alla retorica dei "progetti", delle attività integrative, dei "nuovi saperi" volatili e trasversali, della tecnologia in sé e della contemporaneità "come cavallo di Troia per la progressiva cancellazione del latino, del greco, della storia passata, della filosofia, della storia dell'arte, della geografia, della storia della letteratura" (da un documento critico in elaborazione, trasmessomi da un gruppo di volenterosi docenti).
Sarebbe facile a questo punto abbandonarsi alle spiegazioni sociologiche sul degrado generale della società, sul permissivismo imperante, sul venir meno della famiglia come nucleo gerarchico-pedagogico e così via. Non che queste cose non influiscano anche sul costume scolastico. Preferisco, però, tentare un discorso molto più riduttivo, peculiare, concreto che possa indurre a una discussione sulla conduzione specifica della scuola. Bisognerebbe partire dal riconoscimento che la scuola italiana mostra taluni aspetti di anchilosi conservatrice e di eccessivo distacco dalla modernità (ma la scuola non può essere mai totalmente contemporanea), eppur tuttavia è ancora detentrice di un grande patrimonio culturale e di un corpo insegnanti mediamente all'altezza, ancorché frustrato e maltrattato. E', comunque, lungi dall'essere così bisognosa di modelli che la "rinnovino" all'americana (non stiamo parlando delle università). Per contro è in questa direzione che la lobby didattica, con la sua corte di esperti, ispiratrice delle riforme, si è mossa in un'ansia di rinnovamento di "mercato", specularmente e paradossalmente corrispondente al ciarpame ideologico di provenienza - il sessantottismo egualitario, antimarxista ed antistoricista, frullato col combinato disposto del sindacalese catto-cigiellino di quell'epoca, "nobilitato" talvolta da pessimi corsi universitari di pedagogia e psicologia d'accatto.

Si è così messo malamente in piedi un impianto che vede la scuola come una azienda fornitrice di servizi, con gli studenti come "clienti" che, in quanto tali, "hanno sempre ragione" e i cui diritti immediati, le richieste e le pretese vanno privilegiati. In questo contesto l'intero capitolo disciplinare è stato completamente destrutturato e, quel poco che ne resta, del tutto inapplicato. Il famoso 7 in condotta, che non veniva quasi mai comminato, ma che aveva una grande funzione deterrente dell'indisciplina grave perché implicava il rinvio in tutte le materie, è stato abolito. Non solo: è stata esplicitamente interdetta per legge ogni connessione tra giudizio di merito e giudizio sul comportamento, che resta così del tutto
virtuale. La sospensione, che formalmente esiste ancora sulla carta, è praticamente inapplicabile: deve esser decisa da un organo collegiale, contro di essa è ammesso ricorso davanti a un organsimo di cui fanno parte
anche rappresentanti di studenti e genitori e, come terza istanza, di fronte al Provveditore. Infine "può sempre essere convertita in attività in favore della comunità scolastica" (dallo Statuto degli studenti, approvato per legge nel '98, sulla scia tardiva dello Statuto dei lavoratori). Non solo: in nome della "trasparenza" l'insegnante non può più nemmeno rifilare, poniamo, un 4 su un compito che giudica pessimo ma deve motivarlo, suddividerlo in sottovoti (tot per la forma, tot per la grammatica, tot per i concetti, ecc.). I genitori possono sindacarlo, pretendere le argomentazioni del voto, ricorrere al Tar contro valutazioni negative, bocciature e quant'altro. Tutto è sindacabile (una insegnante mi ha informato che, avendo descritto sulla scheda quadrimestrale di valutazione, i gravi problemi relazionali di un suo scolaro, era stata diffidata legalmente dall'avvocato, incaricato dalla famiglia!).
Sia ben chiaro che denunciando questo stato di cose non coltivo alcuna nostalgia per una scuola autoritaria, in cui lo studente sia privato della sua libertà di espressione e di tutti quei diritti che la democrazia, anche nella scuola, gli assicura, compresi quelli di rappresentanza e di esplicita discussione degli orientamenti educativi. Ma la democrazia è, anzitutto, un sistema di regole. Altrimenti predispone cittadini che si reputano svincolati da ogni norma etica e da ogni vincolo legale. In questo quadro la scuola non può esser vista come una azienda ma come una istituzione pubblica con cui la collettività assicura la continuità culturale tra le generazioni ed educa alla libertà nella responsabilità. Per concludere: queste critiche
sono soprattutto rivolte alla sinistra, per le pecche delle sue riforme. Con la destra, allo stato degli atti, non vi è discorso praticabile: da un lato si profila una spinta al clericalismo privato, a spese dello Stato,
dall'altro si staglia sui muri il manifesto di Berlusconi, che aspira a ridurre la scuola, con le sue "tre I (Inglese, Internet, Impresa)", ad un puro supporto aziendale.

Zoltan2:

--- Citazione da: Rosa-92 - Settembre 20, 2010, 00:06:51 am ---
Quale rimedio per la scuola? Tornare alla selezione, per lo meno nelle scuole secondarie. E in tutte puntare al rafforzamento del carattere e della forza dell'individuo. Quando la nobiltà inglese voleva educare i propri figli ad essere amministratori e difensori di un impero li inviava in scuole ove la disciplina era imposta con punizioni corporali e l'addestramento sportivo temprava oltre al corpo anche la mente. L'educazione fisica, gli sport, le arti marziali, le gite nella natura sono tutti metodi ottimi per il rafforzamento e la formazione della personalità.
 
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--- Termina citazione ---

Sono d'accordo con tutto ciò che è scritto in questo articolo. In particolare con la parte riportata.

Ho appena vent'anni, ma mi rendo conto solo ora di quanto questo articolo avesse dannatamente ragione, perché anche io sono uno di quei ragazzi cresciuti con nessun punto di riferimento, poca disciplina e poca "attenzione". Fortunatamente, devo dire che sotto molti aspetti oggi posso dire di aver sviluppato un buon carattere, abbastanza equilibrato. Ma non certo grazie al sistema educativo, e mai quanto avrei potuto essere se fin da piccolo qualcuno avesse radicato in me disciplina e carattere. Solo ora, da adulto, mi rendo conto di quanto sia importante per un ragazzo la disciplina e l'educazione subita da giovane per temprare il carattere e lo spirito del futuro uomo. Se l'educazione non avviene in quel periodo, importantissimo, in cui il ragazzo si sviluppa, in futuro è praticamente impossibile rimediare. Mi guardo in torno oggi e vedo una mancanza quasi totale di autorità, disciplina e punti di riferimento: i giovani crescono viziati, deboli ed arroganti. Il buonismo nell'educazione non formerà dei rispettosi e forti individui. Il buonismo non farà altro che creare bambocci viziatelli senza alcuna capacità di sacrificio e rinuncia, senza nessuna capacità di aver successo nella vita. L'unica cosa per cui sono programmati a fare è cedere alle loro voglie (consumismo) e accontentarsi del piatto in cui mangiano (mancanza di ambizione e capacità).
Credete che bambini viziati un giorno magicamente diventeranno persone pacifiche, rispettose, capaci e con spirito di sacrificio? Quante speranze hanno questi ragazzi, che non conoscono disciplina e crescita personale, di diventare un giorno imprenditori, inventori, scienziati, dottori o comunque persone equilibrate? Ve lo dico io: QUASI NULLE.
Per questo è importante fornire un'educazione che spinga i ragazzi a coltivare le loro migliori caratteristiche. Disciplina, autostima, motivazione, forza di volontà, ambizione e rispetto devono essere i pilastri su cui si basa la crescita personale di questi futuri individui.
Nella nostra società conta soltanto quante nozioni sei in grado di assorbire e ricordare. Là fuori è pieno di gente che sa spiegarti la fisica quantistica senza però avere disciplina, o rispetto per l'autorità. L'educazione del carattere è la base su cui si costruisce l'uomo. Tutto il resto DEVE essere secondario, perché il carattere, la disciplina e la forza di volontà varranno sempre più di qualche inutile nozione in più.


Quando la nobiltà inglese voleva educare i propri figli ad essere amministratori e difensori di un impero li inviava in scuole ove la disciplina era imposta con punizioni corporali e l'addestramento sportivo temprava oltre al corpo anche la mente. L'educazione fisica, gli sport, le arti marziali, le gite nella natura sono tutti metodi ottimi per il rafforzamento e la formazione della personalità.


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