Autore Topic: Bruno Vespa apprezza il decoltè della Avallone e scoppia la polemica  (Letto 2000 volte)

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Offline Warlordmaniac

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http://www.italia-news.it/spettacolo/premio-campiello-2010--bruno-vespa-apprezza-il-decolte-della-avallone-e-scoppia-la-polemica-45655.html

Sabato 4 settembre si è conclusa la XLVIII edizione del Premio Campiello Letteratura, promosso ed organizzato dal 1962 da Confindustria Veneto. La cerimonia si è svolta presso il Gran Teatro La Fenice che ha incoronato il libro Accabadora, scritto da Michela Murgia (edito da Einaudi). Ma a quanto pare la letteratura non è stato l'unico argomento della serata. Pare che altro tam di interessa della serata sia stato il decoltè diSilvia Avallone, premiata per il suo romanzo Acciaio. Quando la scrittirce è salita sul palco per ricevere il Premio, Bruno Vespa  l'ha così annunciata:"assegniamo ora il Premio Campiello opera prima a Silvia Avallone, autrice del romanzo 'Acciaio', e prego la regia di inquadrare il suo strepitoso décolleté".


E dopo questo complimento, per molti considerato fuori luogo (decidete voi), sarebbero venuti fuori un fiume di commenti. A darne testimonianza il giornalista Gad Lerner, che attraverso Larepubblica, ha messo nero su bianco ciò che è stato detto in sala. In primis il commento della vincitrice Murgia, che a detta di Lerner, avrebbe detto:"Ma come è possibile? Vespa si comporta come un vecchio bavoso". Le dichiarazioni di Lerner avrebbe scatenato anche la reazione dello stesso Vespa, il quale avrebbe replicato in un fuori onda rivolgendosi al giornalista:"tu mi attacchi perché non hai vinto il Campiello".

Una polemica destinata a durare quanto la lettura di un romanzo? Intanto, cosa ne pensate dell'apprezzamento di Bruno Vespa? Sarebbe stato meglio parlare di letteratura piuttosto delle grazie generose della scrittrice?

Offline Warlordmaniac

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Re: Bruno Vespa apprezza il decoltè della Avallone e scoppia la polemica
« Risposta #1 il: Settembre 07, 2010, 13:16:23 pm »
Ipocrisia e maschiopentitismo imperanti.

Offline jorek

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Re: Bruno Vespa apprezza il decoltè della Avallone e scoppia la polemica
« Risposta #2 il: Settembre 07, 2010, 14:09:15 pm »
che la avallone ha delle belle tette?è un reato dirlo?....e comunque: chi cazzo se ne frega?

Offline Liberofreedom

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Re: Bruno Vespa apprezza il decoltè della Avallone e scoppia la polemica
« Risposta #3 il: Settembre 07, 2010, 16:50:05 pm »
Fare un complimento è maschilismo, non farlo è maschilismo.... ma non lo abbiamo ancora capito? Il femminismo semplicemente non accetta il maschio in quanto tale: per loro essere uomini non è un genere sessuale, è una colpa. Non c'entrano i comportamenti. Apprezzamenti o no il femminismo è odio sessista e come tutti gli integralismi si attacca a qualsiasi cosa...

Del tutto simile la vicenda del propretario di bar che voleva eleggere miss pub per assumerla come cameriera. Da che mondo e mondo nei locali si assumono belle ragazze per avere più clientela... invece no ora è diventato maschilismo.
Però andare a fare le veline o andare a miss Italia/Padania/Muretto è emancipazione?  :doh:

ma che la finiscano, incespicano in loro stesse vieppiù...
« Ultima modifica: Settembre 07, 2010, 16:54:21 pm da Liberofreedom »
"Non ho mai pensato al matrimonio:  e che faccio, mi metto un' estranea dentro casa?" (Alberto Sordi)


Offline COSMOS1

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Re: Bruno Vespa apprezza il decoltè della Avallone e scoppia la polemica
« Risposta #5 il: Settembre 08, 2010, 12:52:51 pm »

PRENDETENE E MANGIATENE TUTTI (MAGARI! PURTROPPO LO SAPPIAMO TUTTI CHE È UNA OFFERTA FITTIZIA!)

questo è il commento della Murgia sul suo sito http://www.michelamurgia.com/di-diritti/generi/prendete-e-mangiatene-tutti  :D

punto 1: ma guarda un po': la Avallone ha bisgono di essere difesa dalla Murgia
punto 2: ma guarda un po': si indigna chi non offrirà mai a nessuno l'occasione per invitare le telecamere ad inquadrare il suo decoltè



l'immagine sopra toglie ogni dubbio  :D :D :D

Citazione
Questo articolo l'ho scritto per Il Fatto Quotidiano del 7 settembre

Se siete donne o uomini non ha importanza, perché il gioco di ruolo che vi propongo si può fare comunque con profitto. Provate a immaginare di essere un giovane scrittore talentuoso e di aver scritto un bel libro. Il vostro valore letterario è tale che vi assegnano addirittura un premio Campiello. Immaginate di mettervi un bellissimo smoking per andarlo a ritirare e di sedervi composto in prima fila insieme alla vostra compagna nella cornice strepitosa del teatro della Fenice, gremita da centinaia di persone eleganti. Per ultimo immaginate che a quel punto la presentatrice vi chiami a salire sul palco per premiarvi e, mentre voi emozionatissimo fate le scale dando ancora le spalle alla platea, costei vi tenda la mano esclamando giuliva: “Ecco il vincitore, e prego la regia di inquadrargli la strepitosa patta dei calzoni.” In quel momento, dopo quella frase volgare, voi dovrete voltarvi e offrirvi al pubblico con la consapevolezza che quelle centinaia di persone punteranno i loro occhi ormai avidi e curiosi all’altezza del vostro inguine, del tutto dimentiche che il motivo per cui vi trovate su quel palco nulla c’entra con la patta dei vostri calzoni. Se questa scena vi sembra surreale, è perché lo è, ma è esattamente questo che Bruno Vespa ha fatto a Silvia Avallone sabato scorso al premio Campiello.

Sui giornali la sua scivolata poco signorile è stata rubricata con definizioni come “pesante apprezzamento” o “complimento di troppo”, come a dire che “sei bellissima” e “inquadratele il decollétè” siano due frasi che esprimono lo stesso concetto. Non è così, è una menzogna: Vespa non ha fatto un complimento alla bellezza di Silvia, perché invitare un cameraman a inquadrarle la scollatura non è un modo per dire che quello che c’è dentro è apprezzabile: è prima di tutto un modo per dire che è fruibile, che è a disposizione di chiunque voglia guardarselo, sia che si trovi seduto nella poltrona di velluto del teatro della Fenice sia che si trovi sdraiato davanti alla televisione sul salotto di casa sua. Fatta salva la sensibilità di Silvia Avallone, in un caso come questo non è solo la persona che subisce l’esposizione a stabilire se si tratti o meno di una cosa offensiva: l’uso del corpo femminile come pubblico demanio, come pascolo aperto allo sguardo gratuito di chiunque,  è un atto offensivo verso tutti e tutte per il contenuto di violenza che si porta dietro. La violenza non è solo nello schiaffo, è soprattutto nel pensiero di sopraffazione, nell’uso di un potere per disporre dell’altro a proprio gusto, nel zittire la sua lamentela invocando il senso dell’umorismo, nel cercare di far passare per complimento la riduzione di una persona intera al suo corpo o a parte di esso, piegata a decoro televisivamente strumentale. Ho letto anche che quello che ha fatto Vespa sarebbe stato scorretto perché Silvia Avallone è una scrittrice brava e intelligente e non stava bene spostare l’attenzione del pubblico sulla sua avvenenza fisica. Io non sono sicura che la gravità di quella frase stia solo nello svilimento dell’indubbio valore intellettuale di Silvia. Sono anzi convinta del contrario: quello che Vespa ha fatto sarebbe stato scorretto anche e soprattutto se avesse avuto accanto una donna sciocca e senza nessun altro talento che quello contenuto nella sua scollatura. Sbaglieremmo a legittimare l’idea che una donna intelligente abbia più diritto al rispetto di una donna stupida: daremmo licenza a chiunque di considerarla a sua disposizione o a quella invasiva della telecamera, che simbolicamente è la stessa cosa.

Impossibile non vedere le analogie tra la naturalezza con cui Vespa ha domandato l’ostensione fisica della Avallone all’occhio della telecamera e le frasi di Silvio Berlusconi a Rosy Bindi, in quel caso giustamente rintuzzate con la negazione di una disponibilità, che non va però intesa nel becero senso di mancanza di compiacenza verso la sedicente galanteria, ma in quello ben più profondo di esercizio del diritto di non essere usate: né per compiacere il maschio dominante, né per decorare un palco, né per fare audience televisiva. Chi rivendica questo diritto non è una beghina né un perbenista, ma una persona che si rifiuta di considerare normale, spiritosa o addirittura lusinghiera la riduzione di un altro a oggetto d’uso a servizio di un potere.

Al servizio di questa mentalità Bruno Vespa non è il bersaglio principe della critica, anzi direi che è l’ultimo arrivato, ma di sicuro è completamente stonato nell'ambito di un premio prestigioso come il Campiello, che oltre tutto nelle ultime quattro edizioni ha dato la preferenza principale a una donna. Per me e per chi fa questa battaglia da mesi la sua frase infelice non è che l’ennesima occasione per guardare alle parole come cose importanti, come veicoli di senso, pesarle per quello che trasportano e rispettarle o temerle per quello che costruiscono.

p.s.
Un particolare ringraziamento a Loredana Lipperini e a Lidia Ravera per le loro rispettive riflessioni in merito.
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Offline Guit

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Re: Bruno Vespa apprezza il decoltè della Avallone e scoppia la polemica
« Risposta #6 il: Settembre 08, 2010, 15:17:53 pm »
L'esempio che la Murgia fa sull'uomo non è pertinente perché uno smoking non evidenzia il pacco. La Avallone stava con mezze tette di fuori.

Non spiega poi che bisogno dovrebbe avere una scrittrice di vestirsi in quel modo per ritirare un premio, se non quello di deviare l'attenzione sul proprio corpo.

Il desiderio maschile viene prima provocato e quando si manifesta usato per accusarci. Infatti alla fine parla di *mentalità*, cioè estende la questione a tutti gli uomini.

Avere la donna come *oggetto del proprio desiderio* deve essere percepito come oltraggio, e la colpa dev'essere indotta nell'animo di ogni uomo.

Sentitevi in colpa per il vostro desiderare.

Questo atteggiamento diffuso vile e fallofobico è una violazione molto più grave dell'espressione usata da Vespa.

« Ultima modifica: Settembre 08, 2010, 15:22:09 pm da Guit »
Take the red pill

Offline COSMOS1

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Re: Bruno Vespa apprezza il decoltè della Avallone e scoppia la polemica
« Risposta #7 il: Settembre 08, 2010, 16:28:52 pm »
se qualcuno avesse ancora dei dubbi:







ma secondo voi, la signorina Avallone non sa difendersi da sè? e allora perchè ci pensa la Murgia?
-> se una va in giro vestita in un certo modo, un motivo ce l'avrà, no?

DONNE
SE NON VOLETE ESSERE GUARDATE, COPRITEVI!
SE NON VI COPRITE, LASCIATEVI GUARDARE!
 :P
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Re: Bruno Vespa apprezza il decoltè della Avallone e scoppia la polemica
« Risposta #8 il: Settembre 11, 2010, 14:16:18 pm »
buono il commento di Fini sul Gazzettino di ieri
abbiate il buon gusto di apprezzare adeguatamente la chiusura  :D


http://carta.ilgazzettino.it/MostraStoria.php?TokenStoria=933092&Data=20100910&CodSigla=PG

Citazione
Vespa, le scollature e le battaglie sbagliate del vetero femminismo

Venerdì 10 Settembre 2010,

E adesso mi tocca anche difendere Bruno Vespa. Per la verità non è la prima volta. Lo feci nel lontano aprile del 1992, all’epoca turbinosa di Tangentopoli e di Mani Pulite, negli anni in cui sembrava che tutto dovesse cambiare (poi qualcosa cambia, ma in peggio), quando Vespa, allora direttore del TG1 dichiarò, con onestà intellettuale e un certo coraggio, dati di tempi, «il mio editore di riferimento è la DC, venendo subissato da un coro di scandalizzate proteste fra cui spiccava quello di Sandro Curzi, direttore del Tg3, che si trovava nella stessa situazione di Vespa, solo che il suo «editore di riferimento» era il Pds.
      Come probabilmente il lettore saprà, Vespa, che ha condotto le serate del Premio Campiello (è come il prezzemolo, è ovunque, e su questo ci sarebbe semmai da ridere) ha rivolto un complimento garbato, per nulla volgare, alla giovane e bella Silvia Avallone, vincitrice del Campiello Opera Prima, decantandone la scollatura. Apriti cielo. La vincitrice del Campiello senior Michela Murgia ha sentito il bisogno di dichiarare a un’agenzia stampa: «Vespa non mi è piaciuto. Il suo comportamento verso la Avallone e i suoi apprezzamenti sono stati di cattivo gusto. Se li avesse fatti a me avrebbe avuto la risposta che meritava».
      In seguito, intervistata, ha rincarato la dose: «Quando c’è di mezzo una donna si va sempre a parare sul corpo. Non importa la sua intelligenza, non importa se viene festeggiata perché ha scritto un libro importante. Tutto si svilisce, si riduce alla carne. Ho sentito bene le parole di Vespa, che ha perfino invitato la regia a inquadrare il bel decolleté di Silvia. Inqualificabile, io e Gad Lerner abbiamo incrociato gli sguardi, sbalorditi».
      Queste suorine di sinistra sono davvero insopportabili. Fanno venir simpatico persino Berlusconi. Ma, santo cielo, possibile che non si possa più fare un complimento a una bella donna senza essere tacciati dal più truce maschilismo? Dire a una bella donna che è bella non significa negarne l’intelligenza, le capacità, i meriti, è solo la constatazione, ammirata, di un’evidenza più facile che misurare l’intelligenza cosa, tra l’altro, per cui nessuno ha l’autorità ("Qui custodiet custodes?") la bellezza fa parte delle qualità di una persona, uomo o donna che sia, e non è certamente più spregevole delle altre. Di questo vetero femminismo anni Settanta abbiamo piene le scatole.
      Qualche giorno fa sedevo a un tavolino del bar del mio quartiere. Vicino a me alcuni operai stavano aggiustando un condotto del gas. È passata una donna minigonnata, stivalata, molto vistosa anche se non particolarmente avvenente. Un giovane operaio ha fatto un fischio, che è il modo popolano, in Italia, di dichiarare la propria ammirazione. La tipa si è voltata inviperita e ha preso a male parole il ragazzo che ci è rimasto malissimo. Quando è passata davanti a me le ho detto: «Rimpiangerà questi fischi, signora, il giorno che non glieli faranno più».
      In quanto alla bella Silvia, che, a sentir la Murgia, avrebbe dovuto respingere sdegnosamente il complimento di Vespa, ha replicato con la sottile perfidia di cui solo le donne sono capaci: «Punto di vista di Michela Murgia. Del resto la considero una sorella maggiore. Una persona da cui ho molto da imparare. Soprattutto per la scrittura».
     

di Massimo Fini
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