HO 12 ANNI FACCIO.............

[Rosa-92]

Posto un terzo (e ultimo) intervento sullo stesso tema dei precedenti 2 (cioè questi: http://www.metromaschile.it/forum/off-topic/violenza-scilastica/ e http://www.metromaschile.it/forum/off-topic/pedofili-sessisti-moralisti-e-cattivi-maestri/ ) perché mi sembra altrettanto interessante e può fare riflettere sulle conseguenze del bambinismo, ovvero dell'educazione nonviolenta fortemente sostenuta dal sistema femminista.


HO 12 ANNI FACCIO LA CUBISTA MI CHIAMANO PRINCIPESSA. STORIA DI BULLI, LOLITE E ALTRI BIMBI”.

Sono ancora bambini. E il torto più grande che si possa fare loro è proprio quello di considerarli ancora bambini. Hanno tra i 10 e i 14 anni, si affacciano sull’orlo di un’adolescenza dalla quale vogliono sbarazzarsi velocemente per potersi definire adulti. E come adulti vivono, cercando di imitarli ad ogni costo, copiandone troppo spesso le gesta meno nobili. Il libro descrive le storie di cinque di loro; nasce da una ricerca di due anni che ha visto l’autrice, Marida Lombardo Pijola, indagare sul mondo della pre-adolescenza e sui suoi luoghi di ritrovo: le discoteche pomeridiane e il web. Ci sono racconti di ragazzine che si esibiscono coi loro giovani corpi perfetti sui cubi delle discoteche, per il piacere dei loro coetanei (e di molti pedofili che spesso si infiltrano tra di loro) pronti a immortalarne le languide movenze sui cellulari; bambine che vendono i loro corpi per qualche euro, “così oltre a divertirti ci guadagni anche” ; storie di sesso, di bullismo, di droghe consumate senza alcun timore, di vite vissute troppo frettolosamente. Sono la fotocopia rimpicciolita della società nella quale vivono, di cui ne assorbono molte delle sue deviazioni, si appropriano di quei vizi che, ai loro occhi, la fanno apparire interessante, unica, estremamente trasgressiva, traboccante di adrenalina. Così i corpi diventano uno strumento attraverso il quale realizzarsi, avere successo, conquistare la notorietà all’interno del branco. È il loro “pass” verso un obiettivo che altrimenti non potrebbero raggiungere.

I cattivi modelli del consumismo hanno insegnato loro che avere ed apparire sono dei must imprescindibili per la loro generazione, per sentirsi accettati e vincenti. Nessun messaggio è stato più forte di quello lucido e patinato della pubblicità. La famiglia e la scuola sono i loro nemici. Nelle loro casa molto spesso regna il silenzio di quell’incomunicabilità che regna incontrastata tra figli e genitori ormai dalla notte dei tempi. La scuola insegna loro pochissime cose, perché incapace, coi suoi messaggi, di arrivare alle loro orecchie cucite dalla voglia di non ascoltare il bombardamento quotidiano di paternalistici e moralistici sermoni dell’insegnante di turno. Così è solo tra di loro, nel branco, che la loro voce sembra essere ascoltata, là dove diventa coro con le altre che parlano degli stessi argomenti, sviscerano gli stessi problemi, urlano gli stessi slogan. Ed è lì che trovano la forza per definire se stessi. In un modo talvolta troppo distante dalla loro vera natura.

La scrittrice è riuscita ad entrare in confidenza con alcuni di loro, raccogliendo migliaia di testimonianze, e il quadro che ne delinea è decisamente sconcertante. I maschi sono dei bulli col pallino per la forza e la violenza, le ragazze sembrano tutte uscite dal romanzo di Melissa P.: una generazione che vive e si nutre delle macerie della società nella quale cresce.
Anagraficamente sono ancora dei bambini; si vorrebbe crederli ancora innocenti e puri. Ma per loro il tempo delle favole è già finito da un pezzo. Tutto intorno hanno la vita, le promesse che il benessere nel quale sono vissuti ha fatto loro, i sogni di grandezza e fama che la pubblicità, la televisione ha insinuato in loro. Anche se a volte quello che fanno non è esattamente piacevole; eppure lo fanno, come anestetizzati dai labili ideali che li guidano: “Ti fai l’anestesia come se il tuo corpo fosse rivestito di un materiale impermeabile. Come se non ti appartenesse. Ho imparato da tempo a uscire dal mio corpo, quando occorre, a usarlo come uno strumento…. Un corpo lo puoi prestare ad altri e poi ti torna indietro, anche se a volte ti pare un po’ cambiato'.

[Rosa-92]

Ci aggiungo, così tanto come riscontro per la cronaca, anche un episodio di attualità compatibile:

TREVISO - Una 12enne vendeva le proprie foto ai compagni di scuola per 5-10 euro. Raccoglieva le commissioni e i soldi, poi andava nel bagno della scuola e qui si fotografava con il telefonino e inviava le immagini relative sui telefonini degli acquirenti. Sembra che abbia risposto a chi le chiedeva conto: che male c'è?

Tra gli acquirenti delle foto spinte scattate dalla ragazzina, si tenta di scoprire se ci possano essere stati degli adulti: la Procura di Treviso sta quindi vagliando l'ipotesi di aprire un fascicolo sul caso in quanto, se vi fossero adulti coinvolti, si potrebbe configurare un reato afferente alla pedopornografia. Per quanto concerne invece la 12enne, che ha cambiato scuola e viene seguita da una psicologa, non si configurerebbe nessun tipo di violazione.

I genitori, secondo Alessandra Graziottin, sono «da bocciare in tronco: appena il 5 per cento di loro sa se la figlia under 14 ha rapporti sessuali a rischio, una categoria che oggi riguarda ben il 38 per cento delle giovanissime.

Fonte: http://www.territorioscuola.com - 30/06/08

[Rosa-92]

E tu Ethans, si può sapere perchè diavolo mi chiudi i topic? si tratta di articoli pubblicati su giornali nazionali la cui lettura è consentita senza limiti d'età. E secondo me i miei argomenti sono perfettamente in topic, anche se li posto nella sezione off topic. Ma se tu, nonostante la tua veneranda età, non sai leggerli, bhe allora o ti decidi a crescere un pochino oppure cerca di leggerli a occhi chiusi invece di chiedere il mio ban e rompermi le scatole!!

 

[Kargrazark]

Genitori dallo psicologo, prima che la ragazza.