La legge femministissima
Posted by - Anna : Category - Primo Piano, Senza categoria
Le femministe vogliono una legge che regali loro quote rose, cioè poltrone ben retribuite. Questa legge la avevano già ottenuta ma è stata dichiarata anti-costituzionale. Accadde nel 1993, quando la partitocrazia tentava di sopravvivere all’avanzata di Mani Pulite e Lega. Venne varata una legge che imponeva quote di donne in varie cariche elettive e l’alternanza fra uomini e donne nelle liste proporzionali della Camera. Proprio come al biliardino: rosa, azzurro, rosa, azzuro…
Le leggi fascistissime ci portarono ad una dittatura. Queste leggi femministissime sono state annullate dalla Corte Costituzionale (sentenza 1995/422), che ne ha riconosciuto l’illegittimità costituzionale per via del loro sessismo. L’art. 51 della Costituzione dice infatti
“tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizione di eguaglianza”.
Nessuna distinzione di sesso, etnia, credo. La vera eguaglianza è quella delle opportunità, non quella degli esiti. Uomini e donne hanno eguale diritto di voto ed eguale diritto di farsi eleggere: se preferiscono eleggere un uomo piuttosto che una donna, è una libera scelta.
Le donne capaci sanno che quote rosa o diventare l’amante di qualche potente sono inutili scorciatoie, che possono portare ad un seggio, ma non a contare qualcosa. Umberto Bossi, Silvio Berlusconi, Antonio di Pietro, non hanno fatto carriera negli apparati dei partiti, ma hanno fondato dal nulla tre grandi partiti, cui oggi metà degli italiani e delle italiane liberamente danno il loro voto (e l’altra metà li odia). Beppe Grillo sta lavorando per costruire qualcosa di simile.
Questa è l’unica strada: mostrare le proprie capacità percorrendo un una dura gavetta, non pretendere di venire catapultate ad alte cariche.
http://www.ilfemminismo.it/the_archives/la-legge-femministissima-2/