Autore Topic: I giudici imparziali resistono ancora  (Letto 991 volte)

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Online Jason

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I giudici imparziali resistono ancora
« il: Settembre 29, 2010, 20:37:24 pm »
http://www.comunicazionedigenere.it/2010/09/29/sassari-l%C2%B4assistente-sociale-aveva-chiesto-l%C2%B4uso-della-forza-per-la-15enne-il-giudice-si-e-rifiutato/

Sassari. L´assistente sociale aveva chiesto “l´uso della forza” per la 15enne. Il giudice si è rifiutato

AGGIORNAMENTO DEL 29/9 ALLE H. 15:00 – L’avvocato del padre ha depositato l’istanza di revoca del provvedimento, e il giudice si è dichiarato disponibile ad ascoltare la ragazza, che ha scritto un accorato appello a lasciarla in famiglia. Per adesso il pericolo sembra scampato, ma il provvedimento è ancora in vigore, a Chiara (il nome è di fantasia) non può neanche andare a scuola perchè l’assistente sociale aveva già provveduto ad iscriverla in un altro istituto, vicino alla comunità per minore dove la 15enne era destinata.

Dal colloquio con il giudice è emersa una verità agghiacciante: l’operatrice (che ieri ha sostato di fronte casa per oltre 10 ore) aveva chiesto al giudice l’autorizzazione all’uso della forza, ma il magistrato ha opposto un netto rifiuto.

Molti sarebbero, pertanto, gli interrogativi posti a carico dell’operato dei servizi sociali, e sopratutto ci si chiede come si possa consentire ad un’assistente sociale di quel tipo di lavorare ancora “nell’interesse del minore”

AGGIORNAMENTO DEL 29/9 ALLE H. 10:30 – Dell’assistente sociale non v’è traccia, ma il papà stanotte ha dormito davanti la porta, chiusa a tripla mandata, semmai qualcuno avesse voluto forzarla. La ragazza, ad insaputa di tutti, era già stata iscritta dai servizi sociali in un altra scuola, cosicchè Chiara (il nome è di fantasia) non può frequentare le lezioni nella scuola di sempre.

Per il momento regna la calma. L’avvocato della famiglia presenterà stamattina una istanza urgente di sospensione e/o revoca del provvedimento, allegando la lettera che la ragazza ha scritto di suo pugno al giudice. Qualcun altro, pare, sta già intervenendo presso l’ordine nazionale degli assistenti sociali, presso il sindaco e presso il Governo.

AGGIORNAMENTO DEL 28/9 ALLE H. 22:30 – L’assistente sociale non è più tornata, ma in compenso ha portato via gli effetti personali della ragazza. Li ha presi dall’ingresso dell’abitazione e li ha messi in macchina, confidando sulla buona riuscita dei suo uffici. Il papà, allora, l’ha raggiunta telefonicamente per reclamare il maltolto, ma la risposta è stata “a che le servono i vestiti, tanto domani torno…“.

Il genitore ha insistito, minacciando di chiamare la polizia, e ha raggiunto l’accordo di andare personalmente a riprendere il bagaglio. Non senza paura che qualcuno, in sua assenza, se ne approfittasse. La nuova zingara, appena raggiunta dal padre, ha profferito un sinistro avvertimento: “veda, caro signore, lei non mi deve costringere a fare cose che non voglio fare. Vent’anni fa, per evitare che la gente portasse via i bambini nei boschi prima del nostro arrivo, io mandavo qualcuno in borghese, alle quattro del mattino, così non mi facevo fregare…“.

Non c’è che dire, nel suo campo è un’esperta: non concede tregua neanche di notte.

AGGIORNAMENTO DEL28/9 ALLE H. 16:30 - La ragazza ha continuato a resistere alle pressioni dell’assistente sociale, la quale tuonava “qui non comandi tu, nemmeno tuo padre e i tuoi nonni, ma solo il giudice !“. Abbiamo preso informazione sulla solerte rappresentante dei “nuovi zingari”: è una donna non sposata, che fa questo di mestiere.

Chiara è andata a riposare. Ha dormito un paio d’ore, vinta dalla stanchezza. E’ letteralmente crollata. al risveglio, il ritorno alla realtà. L’assistente sociale era ancora lì, che parlava nervosamente al telefono. Improvvisamente, verso le 16:30, è andata “a prendere un documento in ufficio”, e non ha ancora fatto ritorno.

Si prosegue, con la giovane Chiara chiusa a testa alta dentro casa, pronta a combattere ancora.

AGGIORNAMENTO DEL 28/9 ALLE H. 12:00 - Di fronte la determinazione della ragazza, i carabinieri si sono rifiutati di intervenire con la forza, lasciando di fatto l’assistente sociale ad eseguire, da sola, il provvedimento. La zelante operatrice dei servizi ha affermato “da qui non me ne vado senza la ragazza“. Chiara (è un nome di fantasia) è molto scossa, ed è stato chiamato il medico di famiglia per certificare lo stato d’ansia e lo stress che sta subendo in questo momento.

Sassari. La vicenda che vi raccontiamo, evitando (per il momento) i dettagli personali, è in pieno svolgimento. Stamane un paio di assistenti sociali si recheranno presso l’abitazione di un papà e di una ragazza di 15 anni, per i quali il tribunale minorile sardo ha previsto una gustosa sottrazione.

In sintesi, la mamma è stata allontanata, tempo addietro, per presunti maltrattamenti verso la figlia, la quale era stata temporaneamente affidata alla nonna paterna, in attesa del ritorno del padre dall’estero dove da anni lavora e mantiene la figlia dopo la separazione. Il rapporto tra il padre e la ragazza, nonostante la lontananza, è sempre stato saldo e affettuoso, e i nonni hanno fatto il resto, come è sempre accaduto nella storia della rete familiare italiana.

A fine Luglio il tribunale emette un provvedimento di allontanamento, con “ricovero” in una fruttuosa comunità per minori, ma il ritorno definitivo del padre crea scompiglio nei piani dei servizi sociali, che erano stati incaricati di eseguire. Peraltro, la ragazza non vuole proprio saperne di uscire dal suo nucleo familiare, e ha già annunciato battaglia.

Da notare che l’assistente sociale che ha preannunciato il suo arrivo per stamattina, ha chiesto “di scendere giù di sotto, perchè lei non può salire, se non con la pubblica autorità“. Difficilmente verrà accontentata…

Soltanto le ferie degli assistenti sociali hanno permesso il rinvio dell’esecuzione, ma oggi, come ci riferisce il padre che ci ha raggiunti telefonicamente, neanche la forza pubblica potrà vincere la resistenza di una ragazza che, forte dei suoi 15 anni, si opporrà con tutta sè stessa.

E a pensarci bene la cosa non è di poco conto. Di fronte alla determinazione di una 15enne nel non voler seguire assistenti sociali e forza pubblica, l’eventuale uso della forza diventa automaticamente reato di maltrattamenti e violenza privata, da poter denunciare in procura.

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[Fonte adiantum.it]
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America