L'Enel privilegia figure maschili
Perché?
Leggi anche gli altri articoli di Società
di Patrizia Mercadante
ieri, 29 settembre 2010 15:01
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www.italiainformazioni.comConsulenti Enel
Assumiamo 5 figure maschili da inserire in azienda per mansioni riguardanti:
Fidelizzazione clienti
Tale mansione verrà svolta con clientela predefinita in zona prestabilita.
Offriamo:
Assunzione regolare full time
Opportunità di carriera commerciale
Remunerazione ai massimi livelli
Orari di lavoro Lun - Ven - 9:00 13:00/ 15:00 - 18:00
Richiediamo:
Capacità di comunicazione
Ottima dialettica
Diploma di Maturità
Per una prima selezione inviare CV con autorizzazione al trattamento dati personaly (Privacy)
Questo è il testo originale pubblicato su Subito.it. un sito di offerte di lavoro e compravendite.
Una gran bella opportunità di lavoro non c’è che dire, peccato però che questa richiesta di personale è in totale violazione dei principi di pari opportunità a partire dagli articoli 2 e 3 dei principi fondamentali, seguiti dal 37 e il 51 della prima parte della Costituzione e dal 117 della seconda, per finire alla specifica normativa in materia di pari opportunità (D.lgs. 11 aprile 2006 numero 198).
Inutili e vani, evidentemente per questa grande azienda, sono stati i grandi lavori che si sono svolti già a partire dagli anni Ottanta per arrivare a quella che non è solo una parola “uguaglianza” tra uomo e donna, ma un fatto concreto dettato da norme e principi che regolano la vita politica e sociale della nostra nazione.
Invitiamo i dirigenti dell’Enel a dare uno sguardo anche alla Carta delle pari opportunità lanciata in Italia il 5 ottobre dello scorso anno e successivamente di aderirvi. Poche parole ma di equilibrio: "Valorizzare il pluralismo e le pratiche inclusive nel mondo del lavoro contribuisce al successo e alla competitività delle imprese, riflettendone la capacità di rispondere alle trasformazioni della società e dei mercati. Adottando questa Carta le imprese intendono contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro, - genere, età, disabilità, etnia, fede religiosa - impegnandosi al contempo a valorizzare le diversità all’interno dell’organizzazione aziendale, con particolare riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna”.
Secondo un recente studio, in Italia la parità tra uomo e donna sul lavoro sarà raggiunta solo nel 2033. Un dato inquietante sostenuto da Manageritalia, la Federazione nazionale dei dirigenti e dei quadri professionali. Secondo l’organizzazione, alla fine del 2009 in Italia le donne rappresentavano il 40,7% della forza lavoro totale, nel 2005 erano il 40,1% e nel 2000 il 39,5%.
Se la tendenza proseguirà invariata, nel nostro Paese le donne raggiungeranno la metà degli occupati nel 2033. Finalmente una parità in fatto di occupazione, ma quanto al trattamento sul lavoro e alle mansioni chissà che anno bisognerà aspettare.
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Una gran bella opportunità di lavoro non c’è che dire, peccato però che questa richiesta di personale è in totale violazione dei principi di pari opportunità a partire dagli articoli 2 e 3 dei principi fondamentali, seguiti dal 37 e il 51 della prima parte della Costituzione e dal 117 della seconda, per finire alla specifica normativa in materia di pari opportunità (D.lgs. 11 aprile 2006 numero 198).
Inutili e vani, evidentemente per questa grande azienda, sono stati i grandi lavori che si sono svolti già a partire dagli anni Ottanta per arrivare a quella che non è solo una parola “uguaglianza” tra uomo e donna, ma un fatto concreto dettato da norme e principi che regolano la vita politica e sociale della nostra nazione.
Invitiamo i dirigenti dell’Enel a dare uno sguardo anche alla Carta delle pari opportunità lanciata in Italia il 5 ottobre dello scorso anno e successivamente di aderirvi. Poche parole ma di equilibrio: "Valorizzare il pluralismo e le pratiche inclusive nel mondo del lavoro contribuisce al successo e alla competitività delle imprese, riflettendone la capacità di rispondere alle trasformazioni della società e dei mercati. Adottando questa Carta le imprese intendono contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro, - genere, età, disabilità, etnia, fede religiosa - impegnandosi al contempo a valorizzare le diversità all’interno dell’organizzazione aziendale, con particolare riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna”.
Secondo un recente studio, in Italia la parità tra uomo e donna sul lavoro sarà raggiunta solo nel 2033. Un dato inquietante sostenuto da Manageritalia, la Federazione nazionale dei dirigenti e dei quadri professionali. Secondo l’organizzazione, alla fine del 2009 in Italia le donne rappresentavano il 40,7% della forza lavoro totale, nel 2005 erano il 40,1% e nel 2000 il 39,5%.
Se la tendenza proseguirà invariata, nel nostro Paese le donne raggiungeranno la metà degli occupati nel 2033. Finalmente una parità in fatto di occupazione, ma quanto al trattamento sul lavoro e alle mansioni chissà che anno bisognerà aspettare.
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Una gran bella opportunità di lavoro non c’è che dire, peccato però che questa richiesta di personale è in totale violazione dei principi di pari opportunità a partire dagli articoli 2 e 3 dei principi fondamentali, seguiti dal 37 e il 51 della prima parte della Costituzione e dal 117 della seconda, per finire alla specifica normativa in materia di pari opportunità (D.lgs. 11 aprile 2006 numero 198).
Inutili e vani, evidentemente per questa grande azienda, sono stati i grandi lavori che si sono svolti già a partire dagli anni Ottanta per arrivare a quella che non è solo una parola “uguaglianza” tra uomo e donna, ma un fatto concreto dettato da norme e principi che regolano la vita politica e sociale della nostra nazione.
Invitiamo i dirigenti dell’Enel a dare uno sguardo anche alla Carta delle pari opportunità lanciata in Italia il 5 ottobre dello scorso anno e successivamente di aderirvi. Poche parole ma di equilibrio: "Valorizzare il pluralismo e le pratiche inclusive nel mondo del lavoro contribuisce al successo e alla competitività delle imprese, riflettendone la capacità di rispondere alle trasformazioni della società e dei mercati. Adottando questa Carta le imprese intendono contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro, - genere, età, disabilità, etnia, fede religiosa - impegnandosi al contempo a valorizzare le diversità all’interno dell’organizzazione aziendale, con particolare riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna”.
Secondo un recente studio, in Italia la parità tra uomo e donna sul lavoro sarà raggiunta solo nel 2033. Un dato inquietante sostenuto da Manageritalia, la Federazione nazionale dei dirigenti e dei quadri professionali. Secondo l’organizzazione, alla fine del 2009 in Italia le donne rappresentavano il 40,7% della forza lavoro totale, nel 2005 erano il 40,1% e nel 2000 il 39,5%.
Se la tendenza proseguirà invariata, nel nostro Paese le donne raggiungeranno la metà degli occupati nel 2033. Finalmente una parità in fatto di occupazione, ma quanto al trattamento sul lavoro e alle mansioni chissà che anno bisognerà aspettare.
http://www.italiainformazioni.com/giornale/societa/104508/lenel-privilegia-figure-maschili-perch.htm