Mi piacerebbe poter dire un'ennesima, ma nonostante abbia notato la presenza di qualche altra donnina qui dentro, devo dire che siamo ancora troppo, troppo poche, ma la cosa non mi sorprende. E' da tempo che m'informo sulla cosìdetta questione maschile, e al contempo a quelle che sono le ipocrisie del femminismo, giungendo alla conclusione che si tratta del movimento più falso, più ipocrita, vittimista, e bugiardo in cui mi sia mai imbattuta. Ho cercato di affrontare questa questione con le mie "simili", cercando di portare alla luce quella che è la realtà dei fatti, e nei peggiori dei casi mi sono sentita dire di essere "una traviata", una di quelle donne al servizio degli uomini. "Tu sei una donna, ti devi preoccupare delle donne". Ho girato pagine e pagine sul web, e sono persino stata censurata da "Femminismo a Sud" dopo aver pronunciato la parola "infanticidio" in un articolo in cui si parlava di un padre assassino. Sono stanca degli stereotipi, sono stanca dei luoghi comuni, del solito politically-correct, sono stanca del vittimismo che le donne usano a proprio favore, sono stanca di sentir dipingere la "razza maschile, gli uomini" come strupratori e assassini a prescindere e sentir usare la solita frase "ehh povera era depressa" quando ad essere violenta è lei, sono stanca di questa pseudo-libertà che prevede solo far propri gli aspetti peggiori del sesso opposto (o almeno, quelle cose che le stesse donne dicevano di voler "combattere"), sono stanca di donne che si definiscono libere ed emancipate solo perchè "la famiglia è da sfigati, è roba passata", le donne si sono evolute? Dov'è questa evoluzione? Il divorzio facile alla prima difficoltà? L'aborto usato come contraccettivo? Le quote rose? Gridare alla parità, partendo dall'inviolabile presupposto che la donna è sempre vittima? E' questa l'emancipazione? Allora evidentemente non mi ritengo una donna emancipata, ahimè. Essere donne, oggi non implica infischiarsene di quelli che sono i soprusi, le ingiustizie, che subiscono anche gli altri. Sebbena mi renda conto che esistano, strupri, violenze e prevaricazioni sulla "donna", io non ne ho mai fatto una questione di "genere", per intenderci la violenza di genere per me non esiste, dal momento che tutti la subiscono per mano di tutti. In virtù di ciò l'esistenza stessa di un femminismo e quindi un movimento a favore "delle donne" per me è inconcepibile, visto che, a me personalmente non risulta che la violenza subita da una donna abbia la priorità su quella subita da un uomo, o da un bambino, o che la situazione stessa della donna aveva più attenzione rispetto a quella di un uomo. Vedo manifestazioni, vedo sempre queste donne autoproclamarsi "eterne" vittime, ed è proprio a causa di questo, di questa posizione "intoccabile" che le donne hanno potuto strumentalizzare quello che in teoria, e ripeto in teoria avrebbe dovuto essere un movimento di parità, ma che parità non è, sia nelle sue forme più radicali che in quelle più moderate (che io giudico anche assai più pericolose). Fatta questa lunga premessa, e per farvi capire quanto io non sia una donna di "parte", posso dire di essere una donna che la violenza la conosce bene, purtoppo, avendo avuto in famiglia un caso del genere. Odiavo mio padre per questo, ma crescendo, cominciai a subire tanta di quella cattiveria da parte di quelle che io stessa, ahimè, giudicavo come "amiche", come "simili",che capì che qualcosa non andava,che il "male non veniva solo da una parte" come tutti, compresi media, giornali, tv mi facevano credere. Quelle brutte esperienze per fortuna non hanno intaccato la mia obiettività nel giudicare, ma più che obiettiva, mi ritengo "libera", mentalmente parlando. C'è anche da dire che in vita mia ho conosciuto uomini stupendi,soprattutto uno che mi ha donato la felicità mai avuta, perchè in un modo o nell'altro, senza di loro, non sarei mai cresciuta, e mi hanno permesso di farlo molto, ma molto di più di quelle stesse donne per la quale io oggi provo pena. Purtoppo mi è difficile parlare di queste cose fuori, e non pensate sia facile farlo anche con gli stessi uomini, quelli che vengono chiamati "uomini pentiti" per intenderci
Detesto più di ogni altra cosa, e forse più delle stesse femministe e donne che si ritengono tali, quegli uomini che rinunciano al loro essere "UOMINI", per paura di sentirsi sputare in faccia un "sei un maschilista", sento uomini che si vergognano di "essere tali", le donne "ci sono superiori", "senza di loro non andremmo lontano" io rabbrividisco. Rabbrividisco perchè è questo a cui il femminismo ha portato, alla colpevolizzazione delle caratteristiche maschili in quanto tali, e non occore essere per forza "violenti, strupratori e assassini", ma basta il minimo acceno, la minima fierezza del proprio essere "uomo" per essere etichettato come uno "che va contro le donne". Ecco perchè mi sono iscritta qui, perchè sono contro ogni tipo di violenza, e perchè CREDO nella parità, nella VERA parità. E una donna che dice di voler la parità non PUO' oggi, dichiararsi femminista, perchè esserlo significa PREDICARE la parità, nella sua teoria, ma nella pratica si tratta solo di sessismo al contrario (la solita classica storia che il femminismo vero "vuole la parità", ma dov'è?). Si tratta di un sessismo più subdolo dello stesso maschilismo, perchè è strumentalizzato (vedi lo status di "vittima") a seconda dei casi, quando fa comodo, e perchè viene fatta passare per giustizia, quando non lo è. Come diceva qualcuno "Crea pregiudizi con la scusa di combatterli.". Detto questo, ritengo gli uomini e le donne diversi, ma complementari, non "uguali" a tutti i costi come il femminismo vuol far credere, e basta un pò di esperienza di vita per rendersene conto. Certo... che poi io preferisca la compagnia di uomini a quella di donne è tutt'altro discorso, lì si tratta di preferenze personali
(e non solo, tra donne c'è più odio che altro)
Inutile dire quanto vorrei che la violenza sugli uomini venisse affrontata per quella che è, che venissero portate alla luce cose di cui NESSUNO parla perchè non fa comodo comprese statistiche non diffuse e verità taciute, i padri separati o lo stesso male-bashing. Ma mi sembra sottointeso. Mi scuso per il papello, avrei tantissime altre cose da dire, ma per quello girerò un pò il forum.
Ho sbagliato anche ad usare quel "donna", diciamo che sono una ragazza anche molto giovane (quasi 20).
Un saluto a tutti.