La parabola del femminismo
domenica, settembre 12th, 2010
Un anno fa, il 13 settembre 2009, la studentessa universitaria Danmell Ndonye veniva stuprata da quattro bruti. Uno dei porci le aveva rubato il telefonino, lei lo aveva seguito, il branco la aveva legata e poi stuprata. Lei trovava il coraggio di denunciarli, e la polizia li arrestava subito, la stampa pubblicava le loro foto in prima pagina. I porci ricevevano in carcere minacce di morte dagli altri detenuti, schifati dall’infamia del loro crimine. Anche le loro sozze famiglie ricevevano minacce. Minacce anche contro i loro avvocati, schifosi maschilisti che difendevano degli stupratori. Non è possibile castrarli, ma per lo meno uno di loro viene subito licenziato, un altro espulso dall’università. Purtroppo nessuno aveva udito le grida di disperazione della sfortunata vittima, né si capiva la strana bizzarria: perché la avevano portata a casa sua per stuprarla!? Era solo la parola della povera vittima piangente contro quella di quattro negracci. Per evitare di passare 25 anni in galera i quattro schifosi avevano – chissà come — concordato una storia coerente secondo la quale non c’era stato nessuno stupro ma solo una puttanella consenziente. Maledetti! Offendere una vittima, che ancora confusa dalla loro lercia abiezione era poco coerente, e rimediava alle lacune cambiando versione. Le femministe vennero in aiuto alla loro sorella, dipingendola sulla stampa come una ragazza pulita, timida, innocente. A tre anni leggeva il giornale, era un piccolo genio che voleva studiare fisica. Ma per aiutare gli ammalati voleva studiare medicina. La perfetta testimone per inchiodare i quattro criminali incarcerati con la sua sola parola.
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Non abbiamo mai sentito parlare di un caso di stupro nel quale un filmato prova la realtà del reato. Spesso accade l’opposto. Questo caso non fa eccezione: grazie ad un filmato è stato possibile ricostruire la verità e salvare la vita a quattro uomini innocenti, vittime di una calunniatrice.
Questa la realtà. L’eroina femminista aveva litigato ad una festa col suo nuovo ragazzo, e per consolarsi si era portata a letto quattro uomini. Più un quinto che riprendeva. Dopo un po’il ragazzo viene a cercarla, e la ragazza, dotata di alta morale femminista, è un po’imbarazzata, e decide di salvare il proprio onore rovinando la vita dei quattro uomini: si inventa di essere stata stuprata. Dalla morale femminista a quella nazi-femminista: fatevi pure 100 anni di carcere, ma io non voglio fare la figura della puttanella. Se la cava con poco: niente taglio della lingua, niente galera, solo 250 ore di servizio ed un anno di cure psichiatriche.
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